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CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! – TITOLO DAL “CORRIERE DELLA SERA”: “GILETTI, LA PRIMA DONNA PREMIER DELLA STORIA”. SI È FATTO SPUNTARE UN PO’ DI TETTE? - DALLA PAGINA FACEBOOK DELLA “REPUBBLICA”: “LA FARMACIA ERA L’UNICO POSTO CHE PER DUE ANNI HA FREQUENTATO, OLTRE LA PALESTRA E LA STANZA 204 DELL’HOTEL DI CESANO MADERNO, IN PROVINCIA DI ‘UN LASSATIVO’”. IL CLASSICO PAESE DI MERDA...

“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”

(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)

 

massimo giletti da mosca

Titolo dal Corriere della Sera: «Giletti, la prima donna premier della storia». Si è fatto spuntare un po’ di tette?

 

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Titolo dal sito di Leggo: «Lite al semaforo, con l’auto sperona il motociclista che muore sul colpo e fugge: i carabinieri lo arrestano a casa». Che vitalità.

 

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VERONICA GENTILI

Dalla rubrica di Veronica Gentili sul Fatto Quotidiano: «Chiara era una ragazza transgender che si è tolta la vita lo scorso 24 Ottobre. Avrebbe compiuto 19 anni a Dicembre».

 

La telegiornalista ha qualche problema con il calendario: «I nomi dei mesi dell’anno e quelli dei giorni della settimana, considerati come nomi comuni, si scriveranno sempre con lettera minuscola: gennaio, dicembre; lunedì, domenica; salvo che, si capisce, non siano personificati: “Tien Novembre un ramo secco – all’occhiello del gabbano, – e Dicembre nella mano – più non porta che uno stecco” (Diego Valeri)». Aldo Gabrielli, Dizionario linguistico moderno (Mondadori), pubblicato nel 1956, 26 anni prima che Gentili nascesse.

Leggo, muore sul colpo e fugge

 

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Titolo dal sito della Repubblica: «Tiziano Cerrato, il Nureyev di Ostia che ha conquistato New York: “Da piccolo mi prendevano in giro. Ma non mi sono arreso”». Sottotitolo: «A soli vent’anni è un ballerino dell’American Repertory Ballet. A fine ottobre si esibirà negli Stati Uniti dove vive con Lo Schiaccianoci di Ciajkovskj». Vive con lo schiaccianoci? Occhio ai testicoli, caro.

 

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memo remigi palpeggia jessica morlacchi 6

Claudia Casiraghi si occupa sulla Verità dello scandalo che ha coinvolto il cantante Memo Remigi, estromesso da un programma della Rai con l’accusa d’aver toccato in diretta il fondoschiena di Jessica Morlacchi: «Remigi, “affetto stabile” di Oggi è un altro giorno, non tornerà a sedere nello studio Rai». E tte credo.

 

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Notizia Ansa da Catania: «Un Canadair è precipitato dopo essersi schiantato alle pendici dell’Etna, nella zona di Linguaglossa». Alla cloche c’era un pilota o un illusionista?

 

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l assalto al centro commerciale milanofiori di assago 1

Giacinto Pinto al Tg1 delle ore 13.30, in diretta dal Carrefour di Assago (Milano), dove Andrea Tombolini ha accoltellato cinque persone, uccidendone una: «Tra i feriti in gravi condizioni anche il difensore del Monza Pablo Marí, colpito alla schiena. È stato operato nell’ospedale Niguarda di Milano.

 

L’amministratore delegato del Milan Adriano Galliani ha chiesto il rinvio della gara con il Bologna». Pinto ha un passato davanti a sé: Galliani è stato amministratore delegato del Milan fino al 2017; da quattro anni lo è del Monza.

 

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La Repubblica e il ballerino che vive con lo schiaccianoci

Nel suo editoriale in prima pagina, Maurizio Belpietro, direttore della Verità, osserva: «Il nervosismo che serpeggia tra le fila degli azzurri si deduce anche da un’altra risposta». Il plurale fila con valore collettivo si usa soltanto nel significato di filamenti, oppure di trama di un ordito, oppure di intreccio in senso metaforico.

 

Nel significato di ranghi, il plurale di fila è file: «militare nelle file di un partito, serrare le file» (Lo Zingarelli 2023). «Serrare le fila» è uso scorretto di una metafora militaresca che prende lo spunto dallo schieramento di marcia.

 

renee zellweger

L’errore era già stigmatizzato nel 1855 da Filippo Ugolini nel suo Vocabolario di parole e modi errati. La condanna fu poi ripresa nel brillante volumetto di Luciano Satta, Bada come parli (e come scrivi). Il linguista Luca Serianni, accademico della Crusca, in Grammatica italiana (Utet) è stato categorico al riguardo: «Erroneo l’uso di fila come plurale di fila “serie di persone o cose”, invece di file: “una certa inquietudine serpeggiava all’interno delle fila del partito” (“La Repubblica”, 14.10.1987)».

 

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memo remigi palpeggia jessica morlacchi 4

Dalla pagina Facebook della Repubblica: «La farmacia era l’unico posto che per due anni ha frequentato, oltre la palestra e la stanza 204 dell’hotel di Cesano Maderno, in provincia di un lassativo». Il classico paese di merda.

 

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Il Corriere della Sera ospita una pagina su Renée Zellweger, protagonista di The thing about Pam su Top Crime, e ne pubblica un ritratto con questa didascalia: «Ha vinto il suo primo Oscar nel 2004 come miglior attrice non protagonista in “Ritorno a Cold Mountain” che narra la storia di due cowboy gay».

 

parkland

Comprendiamo l’ossequio ai dettami Lgbt, tuttavia la foto di scena si riferisce a un film imperniato sulla battaglia di Petersburg (1864), la seconda per numero di morti della guerra civile americana, e su un soldato confederato ferito che riesce a tornare al paese natale per riabbracciare la donna di cui è innamorato. Invece la storia di passione fra i due mandriani maschi fa da sfondo a tutt’altro film, Brokeback Mountain, ambientato nel 1963 e nel cui cast non figura Renée Zellweger.

 

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GENNARO SANGIULIANO GIORGIO ALMIRANTE

Ultima ora delle 17.09 sul sito dell’Ansa: «Condannato a morte l’autore della strage di Parkland». La notizia: «Pena di morte: è il verdetto unanime della giuria per Nikolas Cruz, il giovane accusato della sparatoria nel 2018 nella scuola di Parkland, Florida, in cui morirono 17 persone (14 studenti e 3 insegnanti)». Titolo successivo: «Carcere a vita per l’autore della strage nella scuola di Parkland». Subito risorto.

 

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Titolo da 7: «“Il male è come un virus e non so se c’è un vaccino”». E per fortuna che la frase è dello scrittore Sandrone Dazieri. A un comune mortale sarebbe scappato di dire: «Non so se ci sia un vaccino».

 

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Sottotitolo dalle pagine culturali di Libero: «L’ex direttore del Tg2 premiato a Aqui Terme per il libro sul genero di Mussolini». Aquile.

maurizio belpietro la verita

 

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Titolo dalle pagine culturali del Fatto Quotidiano: «Tiziano “imprenditore del colore”, tra vergini “volanti”, donne e sghei». Benché la deprecabile grafia sghei si sia diffusa fra i non veneti, fin dal 1886 quella canonica è schei, abbreviazione di Scheidemünze, come si leggeva su alcune monete austriache in uso nel Regno Lombardo-Veneto.

 

È l’unica registrata dai linguisti (Manlio Cortelazzo, Parole venete, Neri Pozza, 1994) e dai lessicografi (Walter Basso e Dino Durante, Nuovo dizionario, Ciscra edizioni, 2000). In ogni caso ai tempi di Tiziano Vecellio non esistevano né gli schei né gli sghei.

 

 

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