SI SPACCA IL VALLE OKKUPATO - DOPO MESI DI BEI PROGETTI, CENTO TRA AUTORI E ATTORI CHE AVEVANO PARTECIPATO ALL’OCCUPAZIONE CONTRO LA TRASFORMAZIONE DEL TEATRO IN UN MACDONALD QUALSIASI, MOLLANO TUTTO E FONDANO IL ‘CENTRO NAZIONALE DI DRAMMATURGIA’ - “LA NOSTRA È UNA BATTAGLIA CULTURALE: VOGLIAMO COLLABORARE CON IL COMUNE E I TEATRI. GLI OCCUPANTI FANNO UNA BATTAGLIA SOLO POLITICA, CI ACCUSANO DI ESSERE CORPORATIVI E DICONO DI NO AI RAPPORTI CON LE ISTITUZIONI”…

Francesca De Sanctis per "l'Unità"

A Alla fine il filo si è spezzato. Quel filo sottilissimo che negli ultimi cinque mesi aveva tenuto insieme gli occupanti del Valle e i drammaturghi, tutti concordi nel fare dell'ex stabile un «teatro a vocazione drammaturgica», almeno così sembrava e così è scritto anche nello Statuto della Fondazione Teatro Valle Bene comune.

Che non corresse buon sangue tra i due gruppi in verità si era capito già da tempo. Basterebbe ricordare i toni accesi e rabbiosi che nel corso dell'assemblea pubblica del 16 novembre, indetta dagli autori per discutere della bozza per la nascita di un Centro nazionale di drammaturgia, aveva palesemente messo uno di fronte all'altro due pensieri diversi: uno più politico (gli occupanti), l'altro più culturale (gli scrittori).

Ecco perché gli oltre cento drammaturghi che avevano firmato la bozza di quel Centro nazionale di drammaturgia, che avrebbe dovuto/potuto trovare la propria sede al Valle, hanno deciso: il percorso intrapreso proseguirà fuori dal Teatro occupato e il prossimo passo sarà la costituzione di un'associazione culturale. Quale sarà la sede centrale che ospiterà il nascente Centro nazionale di drammaturgia verrà annunciato nel corso di una conferenza stampa, probabilmente al Teatro Argentina (La Casa dei Teatri di Villa Pamphilj o la Casa di Pirandello in via Bosio?), anche se più che una sede ci saranno probabilmente più sedi. Qualcuno pensa perfino agli immobili confiscati alla mafia.

«Un nutrito gruppo fra noi autori - spiega Angelo Longoni, drammaturgo - ha partecipato sin dall'inizio all'occupazione del Valle, che avrebbe dovuto colmare il buco provocato dalla chiusura dell'Idi e della mancanza in Italia (a differenza degli altri paesi europei) di un Centro nazionale di drammaturgia. Gli stessi occupanti hanno da subito accolto e capito la nostra necessità ma poco dopo siamo stati accusati di essere corporativi. Ci è stato fatto capire che la nostra partecipazione in quanto "gruppo di autori" era in contraddizione con lo Statuto. Poi ci dividono anche altre questioni: loro per esempio dicono no ai rapporti con le istituzioni, noi invece cercheremo di collaborare con gli Stabili, con il Comune, con la Siae; la loro è una battaglia politica, la nostra una battaglia culturale».

Tutto questo non esclude che ciascuno di loro, come singolo cittadino, possa partecipare alle attività del Valle, naturalmente. Ma la rottura ormai è avvenuta ed è insanabile. Gli scrittori, tuttavia, sono decisi ad andare avanti. «I tempi sono maturi per la nascita di un Centro nazionale che si occupi di archiviare, formare, promuovere, dobbiamo poter competere con gli altri paesi - spiega Maria Letizia Compatangelo -. Le adesioni aumentano giorno dopo giorno e arrivano da tutta Italia».

Tra i firmatari ricordiamo Dacia Maraini, Ugo Chiti, Gianni Clementi, Luca De Bei, Renato Sarti, Alberto Bassetti, Antonia Brancati, Alessandro Trigona, Maria Inversi e Giuseppe Manfridi che dice: «avere una Casa nazionale della drammaturgia è un'esigenza che sentiamo da tempo e siamo stanchi dei tanti luoghi comuni in circolazione su di noi (periferici, inutili? Una storia antica): siamo teatranti a tutti gli effetti e abbiamo delle competenze specifiche». Si va avanti, dunque, a questo punto fuori dal Valle.

 

ANGELO LONGONIMARIA LETIZIA COMPATANGELOTEATRO VALLE OCCUPATO

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk vincenzo susca

“L'INSEDIAMENTO DI TRUMP ASSUME LE SEMBIANZE DEL FUNERALE DELLA DEMOCRAZIA IN AMERICA, SANCITO DA UNA SCELTA DEMOCRATICA” - VINCENZO SUSCA: “WASHINGTON OGGI SEMBRA GOTHAM CITY. È DISTOPICO IL MONDO DELLE ARMI, DEI MURI, DELLA XENOFOBIA, DEL RAZZISMO, DELL’OMOFOBIA DI ‘MAGA’, COME  DISTOPICHE SONO LE RETI DIGITALI NEL SOLCO DI ‘X’ FITTE DI FAKE NEWS, TROLLS, SHITSTORM E HATER ORDITE DALLA TECNOMAGIA NERA DI TRUMP E MUSK - PERSINO MARTE E LO SPAZIO SONO PAESAGGI DA SFRUTTARE NELL’AMBITO DELLA SEMPRE PIÙ PALPABILE CATASTROFE DEL PIANETA TERRA - IL SOGNO AMERICANO È NUDO. SIAMO GIUNTI AL PASSAGGIO DEFINITIVO DALLA POLITICA SPETTACOLO ALLA POLITICIZZAZIONE DELLO SPETTACOLO. UNO SPETTACOLO IN CUI NON C’È NIENTE DA RIDERE”

ursula von der leyen giorgia meloni donald trump friedrich merz

DAGOREPORT – HAI VOGLIA A FAR PASSARE IL VIAGGIO A WASHINGTON DA TRUMP COME "INFORMALE": GIORGIA MELONI NON PUÒ SPOGLIARSI DEI PANNI ISTITUZIONALI DI PREMIER (INFATTI, VIAGGIA SU AEREO DI STATO) – LA GIORGIA DEI DUE MONDI SOGNA DI DIVENTARE IL PONTE TRA USA E UE, MA URSULA E GLI EUROPOTERI MARCANO LE DISTANZE: LA BENEDIZIONE DI TRUMP (“HA PRESO D’ASSALTO L’EUROPA”) HA FATTO INCAZZARE IL DEEP STATE DI BRUXELLES – IL MESSAGGIO DEL PROSSIMO CANCELLIERE TEDESCO, MERZ, A TAJANI: "NON CI ALLEEREMO MAI CON AFD" (I NEONAZISTI CHE STASERA SIEDERANNO ACCANTO ALLA MELONI AD APPLAUDIRE IL TRUMP-BIS), NE' SUI DAZI ACCETTEREMO CHE IL TRUMPONE TRATTI CON I SINGOLI STATI DELL'UNIONE EUROPEA..."

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT - COSA VOGLIONO FARE I CENTRISTI CHE SI SONO RIUNITI A MILANO E ORVIETO: UNA NUOVA MARGHERITA O RIVITALIZZARE LA CORRENTE RIFORMISTA ALL’INTERNO DEL PD? L’IDEA DI FONDARE UN PARTITO CATTO-PROGRESSISTA SEMBRA BOCCIATA - L’OBIETTIVO, CON L’ARRIVO DI RUFFINI E DI GENTILONI, È RIESUMARE L’ANIMA CATTOLICA NEL PARTITO DEMOCRATICO – IL NODO DEL PROGRAMMA, LA RICHIESTA DI PRODI A SCHLEIN E IL RILANCIO DI GENTILONI SULLA SICUREZZA – UN’ALTRA ROGNA PER ELLY: I CATTO-DEM HANNO APERTO AL TERZO MANDATO PER GOVERNATORI E SINDACI…

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)