IL SUNDANCE FESTIVAL CHIUDE CON “JOBS” - IL FILM HA IL (NON) SAPORE DI UN INSTANT BOOK, O DI UNO QUEI BIOPIC TELEVISIVI FATTI DI CORSA QUANDO MUORE QUALCUNO DI IMPORTANTE. ONESTO, “AFFIDABILE”, LINEARE E SENZA UN GRAN PUNTO DI VISTA, ‘’JOBS’’ SA PIU’ DI IBM CHE DI APPLE - ASPETTIAMO “L’ALTRO” FILM SU STEVE JOBS, QUELLO SCRITTO DALLO SCENEGGIATORE DI ‘’SOCIAL NETWORK’’ AARON SORKIN…

Giulia D'Agnolo Vallan per Dagospia

"Per i pazzi, i falliti, i ribelli, i provocatori, i tasselli rotondi nei buchi quadrati, quelli che vedono le cose in modo diverso, che non amano le regole...", cosi' Steve Jobs tratteggiava l'identikit the consumatore Apple in un famoso spot per la campagna Think Different, lanciata nel 1997. Ma lo spirito elitario, anticonformista, di quella chiamata alle armi e' quasi del tutto estraneo a ‘'JOBS'', presentato venerdi sera' al Sundance Film Festival.

Alle prese con un compito difficilissimo, Ashton Kutcher porta al ruolo del protagonista molto piu' della sua notevole somiglianza con il fondatore della Apple - un lavoro attento sulla fisicita' e sui manierismi di Jobs, l'impressione, l'apparenza di un'intelligenza in movimento, di determinazione ferrea, spietatezza... Ma la sceneggiatura di Matt Whitley e' cosi' generica e la regia di Joshua Michael Stern cosi' opaca che il film ha il (non) sapore di un instant book, o di uno quei biopic televisivi fatti di corsa quando muore qualcuno di importante. Onesto, "affidabile", lineare e senza un gran punto di vista, JOBS sa piu' IBM che di Apple.

Il film di Stern (che anni fa aveva diretto Swing Vote, una simpatica commedia populista con Kevin Costner red neck che decide il presidente degli Stati Uniti,) apre con Jobs ripreso da dietro, aureolato di luce bianca che, nel 2001, gia' mito, presenta l'iPod al suo staff adorante. Poi torna al 1971, quando si faceva di LSD nel campus del Reed College, ma aveva gia' deciso che l'universita' era una perdita di tempo.

Dopo l'India visitata in fast forward, e' la volta dell'impiego alla Atari dove Jobs, insieme al futuro cofondatore di Apple, Steve Wozniak (Josh Gad) venne pagato 5.000 dollari per disegnare un videogioco. E' quello il capitale da cui, nel garage di famiglia, e' nata la Apple - quotata l'anno scorso, come la compagnia piu di successo del mondo.

Come Mark Zuckerberg in ‘'Social Network'' (un film dove l'ossessivita' del regista rifletteva perfettamente quella del protagonista) Jobs/Kurtcher sacrifica ogni scrupolo alla sua missione - molla la fidanzata quando rimane incinta, scarica gli amici quando non gli servono piu', esclude quelli che lo anno aiutato all'inizio dal gruppo degli azionisti... Dylan (contrapposto ai Beatles), Picasso e Einstein i suoi idoli.

"Spericolatezza, status sociale - anzi, valenza sociale" - sono, spiega ai sui collaboratori l'essenza del prodotto Apple. Cool e' una parola che ripete spesso. Style un'altra. Quasi quarant'anni dopo il garage di Palo Alto, il successo di quell'intuzione si riscontra persino nelle statistiche del crimine a New York, salite l'anno scorso, proprio grazie a all'impennata dei furti di iPhone e iPad.

JOBS concentra gran parte della storia prima del 1986, quando -genio visionario contro un consiglio d'amministrazione grigio e miope- Jobs e' stato estromesso dalla compagnia. Il suo ritorno, nel 1996 (le azioni stavano precipitando.....) funge da happy ending del film. "E' stato -ha detto Ashton Kutcher dopo la proiezione- il ruolo piu' terrificante della mia vita". "Non volevamo, e non potevamo, rispondere a ogni domanda. Abbiamo cercato, attraverso un processo cumulativo, di darvi l'essenza di Jobs", ha detto Stern al pubblico. Eppure quello che manca al film e' proprio.... un'essenzialita'.

Gli rimane il merito (non da poco, per una piccola produzione indipendente) di essere arrivato primo. Ma noi aspettiamo "l'altro" film su Steve Jobs, quello scritto dallo sceneggiatore di ‘'Social Network'' Aaron Sorkin. Sara' (ha anticipato Sorkin al sito Daily Beast) diviso in tre scene, ambientate in tempo reale, che si svolgono alla vigilia del lancio di tre prodotti miliari - il Macintoch originale, nel 1984, il NeXT Cube (1990) e il primo iPod (2001).

Sorkin ha anche detto che avrebbe concluso il film con "Per i pazzi, i falliti..." Almeno quell'idea gliel'anno gia' rubata qui.

 

 

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