LA CATTIVA SCUOLA - ALTRA SCIVOLATA DELLA FEDELI: LA MINISTRA FINTA LAUREATA DELL’ISTRUZIONE IMPONE LA LAUREA PURE ALLE MAESTRE D’ASILO – VALERIA FEDELI FINGE DI NON VEDERE IL CAOS SUPPLENTI, MA RESTRINGE I REQUISITI PER INSEGNARE AI BAMBINI
Maurizio Belpietro per La Verità
VALERIA FEDELI CARTELLONI IN GIRO PER ROMA
Valeria Fedeli passerà alla storia non solo come la prima ministra dell’Istruzione senza istruzione, ma anche come la prima senza laurea che ha imposto la laurea ad altri. Nel Paese dei Gentiloni, infatti, succede anche questo. Non soltanto si proroga nell’incarico un comandante generale dei carabinieri indagato con l’accusa di aver passato notizie dell’indagine a una persona vicina all’indagato. Addirittura si ha una ministra dell’Istruzione senza istruzione che vuole imporre l’istruzione con il bollo a tutti gli insegnanti, maestre comprese.
Grazie ai provvedimenti presentati in Consiglio dei ministri dalla signora Fedeli, il governo estenderà infatti l’obbligo di laurea fino all’asilo.
Le maestre a cui sono affidati i bambini in età prescolare non potranno più fermarsi al conseguimento della maturità, ma dovranno superare i corsi universitari. In linea teorica si potrebbe anche essere d’accordo: studiare di più non ha mai fatto male a nessuno, dunque anche le maestre potrebbero trarne vantaggio. Se non fosse che la stessa Fedeli è una maestra d’asilo, la quale dopo aver finto d’essere laureata ha dovuto ammettere di non essere mai andata oltre il semplice corso di studi che specializza le signorine che si occupano dei bimbi dell’asilo.
valeria fedeli bossi i laureati
Un passo falso che avrebbe dovuto condurre subito la signora a fare le valigie, perché chi si presenta con un curriculum falso non mostra certo un promettente biglietto da visita. Ma l’ex sindacalista della Cgil, promossa prima deputata poi vice presidente della Camera e infine addirittura ministro al posto di Stefania Giannini, invece di fare un passo indietro ne ha fatto uno in avanti.
E così ecco sfornato un bel decreto per obbligare le maestre a trasformarsi in professoresse per i bimbi dai tre anni in su. La misura non si capisce bene a quale esigenza risponda. Forse a quella di tenere ancora un po’ le giovani sui libri di scuola, così da non doverle conteggiare fra le disoccupate, ma solo fra le studentesse. O forse si pensa che studiando di più qualche maestra manesca che si è vista al lavoro nella scuola materna tenga le mani a posto?
Sta di fatto, che del provvedimento del nuovo ministro dell’Istruzione non si sentiva proprio la mancanza. Tra i tanti problemi che la scuola italiana oggi deve affrontare, quello della mancanza di laurea delle maestre d’asilo era l’ultimo della serie.
A due anni dal varo della cosiddetta Buona scuola di Matteo Renzi sono tali i problemi che prima della laurea delle maestre d’infanzia forse serviva altro. Come è noto in molte scuole si va avanti con i supplenti, al punto che migliaia di studenti sono stati costretti a fare i conti con la carenza di personale docente. Per non dire poi del caos fra gli insegnanti di sostegno che ha lasciato senza prof decine di ragazzi bisognosi di avere un aiuto in aula.
Anche sui trasferimenti e sull’immissione in ruolo ci sarebbe molto da fare, così come sarebbe indispensabile rimettere mano al sistema di preparazione e valutazione di coloro che salgono in cattedra. Invece, a tutto questo, al caos prodotto da una buona scuola che è già stata ribattezzata la cattiva scuola, la ministra Fedeli non ha pensato. Dopo aver festeggiato il ritorno a Palazzo Chigi del premier, la responsabile dell’Istruzione ha pensato bene di portare in Consiglio dei ministri alcune novità che invece di semplificare la vita nelle scuole paiono puntare a complicarla.
Questo anno per chi sta sui banchi di scuola non è stato facile e la seconda parte del quadrimestre non sembra lasciare spazio a miglioramenti. Nel caso che il governo Gentiloni durasse fino alla primavera del 2018 e dunque toccasse alla Fedeli inaugurare il nuovo anno scolastico, ci auguriamo che qualcuno istruisca la ministra dell’Istruzione.
Non chiediamo molto: ma che almeno faccia i compiti a casa e a settembre si presenti preparata sulle prove che attendono il suo ministero, ma soprattutto gli studenti. Un altro anno come quello in corso, infatti, è proprio da bocciatura.