BERGOGLIO: “NON VOLEVO FARE IL PAPA” - “PERCHÉ NON DORMO NELL’APPARTAMENTO PAPALE? PER MOTIVI PSICHIATRICI!”

Paolo Rodari per "la Repubblica"

Ma tu volevi fare il Papa?, chiede una bambina. «No, io non ho voluto fare il Papa. Una persona che vuole, che ha voglia di fare il Papa, non vuole bene a se stessa, eh? Dio non lo benedice, eh?».

Ma perché non va ad abitare nel palazzo apostolico? «Ma, credo che non è soltanto una cosa di ricchezza. Per me è un problema di personalità... Io ho necessità di vivere fra la gente, e se io vivessi solo, forse un po' isolato, non mi farebbe bene. Ma questa domanda me l'ha fatta un professore: "Ma perché lei non va ad abitare là?". Io ho risposto: "Ma, mi senta, professore: per motivi psichiatrici", eh? Perché, ma... è la mia personalità».

Dentro il Vaticano dove tutti gli incarichi sono confermati "donec aliter provideatur", e cioè finche non si provveda altrimenti, sono risuonate come un'ennesima scossa le parole che Francesco ha voluto rivolgere ieri mattina nell'Aula Paolo VI davanti a 8mila studenti delle scuole dei Gesuiti. C'era un testo già scritto, il Papa doveva solo leggerlo. E, invece, l'ha messo da parte, perché «un po' noioso», e a braccio, a tratti dialogando coi ragazzi, è tornato a parlare di sé. E parlando di sé ha parlato della Chiesa, di cosa significa per lui avere fede.

La weltanschauung di Francesco è un poderoso richiamo all'essenzialità e alla semplicità. Viene da chiedersi: che fine faranno i carrieristi di fronte a un Papa che afferma che ogni speranza risiede soltanto in «Gesù povero»?

Dopo le udienze del mattino, il Papa trascorre il pomeriggio a ricevere gente. Chiama conoscenti da fuori, s'informa su tutto. E poi predica, nelle udienze come nelle messe del mattino parlando a braccio. La decisione di abitare a Santa Marta afferma di averla presa per paura di restare isolato. E, infatti, su al terzo piano del palazzo apostolico, non godrebbe della libertà di cui gode a Santa Marta. Ma le sue parole vanno anche in profondità, e sono spade che entrano nel cuore di tutti, ecclesiastici in primis. Una persona che «vuole bene a se stessa» non desidera fare carriera, afferma, «non vuole fare il Papa».

La forma richiede sostanza. La Chiesa umile ed essenziale che il Papa cerca di plasmare ha un ancoraggio profondo in Dio. Occorre scegliere: o vivere per «i soldi», per «il denaro». Oppure liberarsi da «queste strutture economiche e sociali che ci schiavizzano» e scegliere Dio. Questa scelta può essere fatta in ogni frangente. Anche la politica, per quanto sporca possa essere, può essere vissuta diversamente. Dice: «Coinvolgersi nella politica è un obbligo, per un cristiano. Noi cristiani non possiamo giocare da Pilato, lavarci le mani: non possiamo».

Il botta e risposta con i ragazzi e i fedeli non è un unicum di questo pontificato. Così aveva iniziato a fare Albino Luciani. Poi Karol Wojtyla. Per Francesco il contatto con la gente è forse ancora più radicale. Le udienze del mercoledì durano ore a motivo del suo stare in piazza a salutare, abbracciare. E così auspica facciano i vescovi di tutto il mondo. In fondo è per questo che il conclave l'ha eletto. Per portare la Chiesa lontano, fuori dalle beghe di palazzo, lì dove è la sua vera missione.

 

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