TOH, CHE COINCIDENZA: BERLUSCONI METTE IN QUARANTENA I TELE-NO VAX FINO AL VOTO PER IL COLLE – IL CAV, IN PREDA AI DELIRI QUIRINALIZI, VEDE DI CATTIVO OCCHIO GLI ANTIVACCINISTI CHE POSSONO DANNEGGIARE LA SUA IMMAGINE PIÙ “ISTITUZIONALE” E STOPPA ANCHE DOPO LE VACANZE NATALIZIE I PROGRAMMI DI MARIO GIORDANO E PAOLO DEL DEBBIO - “FUORI DAL CORO” E “DRITTO E ROVESCIO” SAREBBERO DOVUTI TORNARE IN ONDA A RIDOSSO DELLA SCADENZA DEL DECRETO SUL SUPER GREEN PASS E A POCHI GIORNI DALL’ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. E INVECE…
Francesco Olivo per “La Stampa”
Quirinale o no, c'è una cosa che Berlusconi di questi tempi ripete a tutti i suoi interlocutori: i no vax sono un pericolo per la salute e per la ripresa. Il Cavaliere quindi vede di cattivo occhio che ai nemici dei vaccini venga dato un microfono, che diventa facilmente un megafono. Se poi tutto questo avviene nelle sue televisioni allora non ci siamo. Gli ambienti vicini al presidente di Forza Italia spiegano così la decisione di Mediaset di sospendere i programmi di Mario Giordano e Paolo Del Debbio ben oltre la normale pausa natalizia.
SILVIO BERLUSCONI AL QUIRINALE MEME
Fuori dal Coro e Dritto e Rovescio sarebbero dovuti tornare in onda su Rete 4 l'11 e il 13 gennaio, a ridosso della scadenza del decreto sul super green Pass e a pochi giorni dall'inizio della partita più importante della legislatura: il voto per il presidente della Repubblica. E invece l'appuntamento è rimandato almeno di due settimane, secondo quanto anticipato da Tvblog. Del Debbio e Giordano non potranno raccontare questi momenti decisivi e a molti non è sembrato un caso. Berlusconi vuole salire al Colle, sa che è difficile, crede che però non sia impossibile.
La strategia per allargare la base di consensi è iniziata da tempo e ha come premessa quella di dare una nuova immagine di sé, quella istituzionale, europeista, che non polarizzi come un tempo l'opinione pubblica. Un tono da statista molto diverso da quello che emerge da alcuni programmi di Rete 4, il cui spazio dato alle tesi dei No Vax pare non piaccia nemmeno a Piersilvio Berlusconi, ad del gruppo, un parere, da quelle parti, persino più influente di quello del padre.
Da Arcore si nega che il presidente abbia chiesto la chiusura provvisoria dei due programmi, ma in molti ricordano che già dopo le Europee emerse una considerazione: gli show "populisti" fanno il gioco di Matteo Salvini (e oggi di Giorgia Meloni), penalizzando Forza Italia che è pur sempre il partito del capo. Piersilvio tentò di cambiare linea: basta programmai urlati, rimpiazzati da conduttori più moderati e persino progressisti. I cattivi ascolti hanno convinto le reti Mediaset a tornare indietro, lasciando però i dubbi della famiglia su quei toni, che peraltro, male si conciliano con il nuovo corso ecumenico del berlusconismo.
mario giordano durante fuori dal coro
La coincidenza tra la sospensione e la corsa per il Quirinale viene notata da tutti, ma non è confermata ufficialmente. Anzi, Del Debbio racconta che non è arrivato alcuna comunicazione dall'azienda, «fermare il programma durante le feste è normale, se non dovesse andare in onda per un mese e mezzo però sarebbe una cosa innaturale, vediamo cosa mi dicono. Io non occhieggio ai No Vax. Io faccio un dibattito, e per farlo bisogna esser in due, non si può fare un talk show con una sola voce. Se non vogliono che faccia così lo fa un altro, ci sono tanti conduttori in Italia».
Il conduttore toscano non crede di essere un ostacolo per il sogno del Colle, «non vedo cosa c'entri la mia trasmissione con l'elezione del presidente della Repubblica. Dopodiché io non conosco gli "arcana imperii" , quei segreti mi sfuggono», dice al telefono. Ma chi conosce bene le dinamiche del Biscione non si sorprende: «Nei momenti decisivi l'azienda evita di mettere in imbarazzo il presidente, è sempre stato così», dice uno dei vertici. Per Mario Giordano il martedì è un giorno impegnativo, va in onda Fuori dal coro e così, pur con molto garbo, evita di commentare, «per ora».
silvio berlusconi fa la terza dose 2
C'è chi protesta: «Il coro deve essere a una voce», dice amaro Claudio Borghi, deputato leghista, nemico della strategia del governo contro la pandemia, «avere un minimo di pluralismo era positivo - aggiunge Borghi -. Sarebbe bello se la Rai a questo punto presentasse un programma "alternativo" ». Sui social si elencano le presunte censure contro chi dissente dalla linea del governo, ma Berlusconi su questo non transige: «Non nelle mie televisioni»
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