1. IL PRESIDENTE DEI DEPUTATI PDL BRUNETTA HA PRESENTATO UN’INTERROGAZIONE ALLA COMMISSIONE DI VIGILANZA RAI IN RELAZIONE ALLE “OFFESE SESSISTE” CHE BUSI AVREBBE RIVOLTO A LAURA RAVETTO DURANTE LA TRASMISSIONE “LA GUERRA DEI MONDI” 2. SE LA RAVETTO SI SENTE OFFESA DALLA BATTUTA DI BUSI SULLE MUTANDE, ALLORA BUSI HA OGNI DIRITTO 1) DI OFFENDERSI PERCHÉ LA RAVETTO HA CHIAMATO LUI, ALDO BUSI,”SIGNORA”, 2) DI QUERELARE O CONTROQUERELARE LA SIGNORA ONOREVOLE PER OMOFOBIA 3. INFINE, DI ESIGERE CHE UNA APPOSITA COMMISSIONE PARLAMENTARE APRA D’URGENZA UN’INCHIESTA SU RAVETTO E BRUNETTA PER PALESE MANCANZA DI SENSO DELL’UMORISMO, E PER AVER VOLUTO METTERE LE MUTANDE ALLE PAROLE DI UNO SCRITTORE

1. VIDEO - LA LITE TRA ALDO BUSI E LAURA RAVETTO


2. LITE TRA ALDO BUSI E LAURA RAVETTO A LA GUERRA DEI MONDI: "LEI È QUERELATO"
Alice Penzavalli per www.televisionando.it

Non c'è talk show che si rispetti senza una lite in studio tra un ospite che insulta e uno che va via. E' accaduto a La Guerra dei Mondi, il programma di Rai Tre condotto da David Parenzo; protagonisti dell'alterco sono stati lo scrittore Aldo Busi e l'onorevole Laura Ravetto.

Come sempre, l'oggetto della puntata è stato il confronto tra le vecchie e le nuove generazioni, il sacrificio e le scorciatoie; a innescare la scintilla che ha fatto scatenare il putiferio è stato Aldo Busi: lo scrittore ha lanciato una provocazione all'onorevole Ravetto; secondo Busi, infatti, l'onorevole sarebbe invidiosa di chi fa carriera senza cedere a ricatti sessuali:

"Io mi meraviglio del discorso della Ravetto perché sembra quasi invidiosa della Gentili" che non ha mai ceduto alle avances. La Ravetto ha risposto a Busi con fermezza "Lei è querelato e io vi saluto", abbandonando lo studio. A nulla sono serviti i tentativi di Parenzo di calmare gli animi, porgendo le scuse a nome della trasmissione e dello stesso Busi, il quale ha perseverato, affermando di aver portato nel talk un po' di sense of humour.

Subito dopo la messa in onda del servizio, è intervenuto Pippo Baudo che, dall'alto della sua indiscutibile professionalità, ha provato a placare gli animi, spiegando a Busi l'erroneità del commento. "Mi dispiace, sono andato dietro le quinte, ho provato a convincerla a restare, ma si sente offesa. Siccome siamo anche in diretta televisiva, possiamo chiarire; lei ha capito questo: ‘sei invidiosa perché a te non è stato chiedere di cedere alle avances' e l'ha ritenuta un'offesa personale. E' un'offesa personale".

Lo scrittore, nonostante l'atmosfera imbarazzante ("E' roba di cui vergognarsi", ha sentenziato Baudo), non ha sminuito i toni della provocazione: al richiamo di Parenzo perché "era una battuta di cattivo gusto", Busi ha insistito: "Io non sono così permaloso, il cattivo gusto è anche una forma di eleganza tra persone di spirito". La Ravetto ovviamente non è più rientrata in studio e ha confermato l'intenzione di querelare lo scrittore.

A fronte di questi inopportuni botta e risposta, ci si pone la solita domanda: abbiamo proprio bisogno dei toni accesi, che puntualmente culminano in liti, accuse, insulti, abbandoni e querele? Non siamo stanchi del solito canovaccio? La risposta è: probabilmente no. Siamo talmente abituati al copione trito e ritrito del classico talk show che ormai ci stupiremmo se assistessimo a una qualsiasi puntata, su qualsiasi rete, senza insulti più o meno velati, più o meno gravi.

La soluzione qual è? Esiliare gli ospiti irriverenti, non invitare più chi si sente offeso e fa delle querele il baluardo della propria integrità, prevedere multe salate per chi contravviene alle regole della buona creanza?

La risposta migliore l'ha fornita lo stesso Baudo: "Se affrontiamo argomenti seri, l'opinione di Busi contribuisce ad avere un'idea finale; se, invece, è l'occasione per litigare, per riempire un vuoto televisivo, è veramente una cosa orrenda."


3. RENATO BRUNETTA FA UN'INTERROGAZIONE ALLA VIGILANZA RAI SULLE PAROLE DI BUSI SU RAVETTO
Marco Cavalli per altriabusi.it


La prima notizia non è che Walter Siti ha vinto il premio Strega, ma che Aldo Busi è riuscito a non farselo assegnare. La seconda notizia, meno paradossale solo in apparenza, è che il presidente dei deputati Pdl Renato Brunetta ha presentato un'interrogazione alla commissione di Vigilanza Rai in relazione alle "offese sessiste" che Busi avrebbe rivolto a Laura Ravetto durante la trasmissione televisiva "La guerra dei mondi".

Recita il comunicato: "La trasmissione ‘La guerra dei mondi', in onda su Rai Tre lo scorso venerdì 28 giugno, è stata segnata dalle pesantissime offese sessiste indirizzate all'onorevole Laura Ravetto dallo scrittore Aldo Busi. Il conduttore David Parenzo, dinanzi alle proteste della deputata del Pdl che abbandonava gli studi, si è limitato ad un semplice rimbrotto nei confronti di Busi, senza allontanarlo".

Un parlamentare che esige l'apertura di un'inchiesta su una battuta di spirito fa pensare a una di quelle situazioni gogoliane che per l'appunto solo l'immaginazione di uno scrittore potrebbe concepire; situazioni che, se incontrate in un romanzo, non sono mai fraintendibili. Non si capisce da che parte prendere la richiesta di Brunetta anche semplicemente per mostrargli quanto sia sciocca. Certo non dalla parte del ridicolo, perché il ridicolo, non appena si cerca di spiegarlo a chi non lo sa cogliere al volo, si volatilizza dando ragione a colui che ne denuncia l'inesistenza.

Non dalla parte del buon senso, perché il buon senso è la filigrana del ridicolo: per poter ridere del coperchio di una pentola quando viene usato come scudo, non ci si può mettere a discutere sull'uso convenzionale del coperchio: o l'accordo è preliminare e implicito, o meglio lasciar perdere. Purtroppo, basta che un deputato inciampi sulla propria suscettibilità, perché anche uno scrittore come Aldo Busi sia accusato di avergli fatto apposta lo sgambetto.

Il caso non è nemmeno nuovo: il 20 ottobre dell'anno scorso, su questo stesso sito Busi aveva manifestato pubblica solidarietà al parroco di Caivano che per essersi rivolto al prefetto di Caserta, Carmela Pagano, chiamandola "signora", era stato redarguito con veemenza dal prefetto di Napoli. E dire che l'onorevole Ravetto aveva dato l'impressione di non essere affetta da permalosità di Stato.

Non solo non si è seccata di venire chiamata "signora" da Busi (tacitando Parenzo, che nella fattispecie ha vestito i panni del prefetto di Napoli), ma alla battuta di Busi, "sono più signora io di lei", ha risposto ammiccando di gusto, con un'ironia che, considerata in retrospettiva, appare alquanto invelenita.

Ora, proviamo a tirare le somme. Se la Ravetto si sente offesa dalla battuta di Busi sulle mutande - certo più sottile e articolata di quella su chi è più signora di chi - , tanto da abbandonare lo studio televisivo minacciando di querela lo scrittore, e fino al punto di avallare l'interpellanza richiesta dal suo compagno di partito, allora Busi ha ogni diritto

1) di offendersi perché la Ravetto ha chiamato lui, Aldo Busi,"signora",
2) di querelare o controquerelare la signora onorevole in conseguenza delle "pesantissime offese sessiste" a lui rivolte, o, più verosimilmente, per omofobia,
3) di pretendere che la Ravetto arrivi da sola a capire come persino una donna, per quanto onorevole, possa trasudare omofobia col solo muovere in un certo modo i muscoli maxillo-facciali,
4) di esigere che una apposita commissione parlamentare apra d'urgenza un'inchiesta su Ravetto e Brunetta per palese mancanza di senso dell'umorismo, e per aver voluto mettere le mutande alle parole di uno scrittore.

La redazione

 

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