QUANDO SI DICE “PESTARE UN MERDONE” - IL COMITATO PER IL SÌ AL REFERENDUM SULLE TRIVELLAZIONI LANCIA LA CAMPAGNA CON IL POETICO SLOGAN “TRIVELLA TUA SORELLA” - ORA SUL WEB SI POLEMIZZA SOLO DELLE CONNOTAZIONI SESSISTE DEL MESSAGGIO E NON DEL REFERENDUM
Da http://www.ilfattoquotidiano.it
Volevano che si parlasse del referendum, ora si parla solo dello slogan “sessista”. Mentre i comitati contro le trivellazioni nel mar Adriatico sono impegnati a sensibilizzare sulla consultazione del 17 aprile prossimo, a fare polemica è l’agenzia di comunicazione pugliese BeShaped che in rete ha rilanciato la campagna pro Sì con il messaggio: “Trivella tua sorella. Se l’ami non farle del male”. Il logo è una donna a quattro zampe con a fianco il disegno di un impianto per l’estrazione del petrolio e l’idea è nata online da alcuni utenti che hanno scritto in dialetto “trivella mammt”.
L’iniziativa è stata in breve tempo sommersa dalle critiche (anche se pochissime le prese di posizione ufficiali) e l’agenzia è stata costretta alle scuse pubbliche e a rimuovere il responsabile. Ma anche le giustificazioni sono state molto contestate: “Il nostro intento”, hanno scritto da BeShaped su Facebook, “era quello di associare lo stupro che si vuole fare dei nostri mari, per motivi legati esclusivamente agli interessi economici di pochi, alla violenza che viene usata contro il corpo di una donna. ‘Se vuoi stuprare il nostro mare, cui siamo legati per cultura, tradizione, amore viscerale, perché allora non fai la stessa cosa a tua sorella, intesa come una persona alla quale sei intimamente legato, alla quale non faresti mai del male?’. Questo era il senso per noi dell’operazione”.
A ribellarsi in primo luogo sono stati gli utenti in rete. Migliaia di retweet e in un attimo la campagna ha fatto il giro di Twitter, sollevando pareri svariati. C’è chi s’indigna, chi s’infuria, chi dice che ora è “pro No” e chi invece fa dell’amara ironia: “Almeno ora sappiamo che in Italia c’è un referendum”. Vano il tentativo dell’agenzia di rimuovere il post: i tweet continuano mentre l’account non risulta più accessibile e il sito risulta in down.
Poche ore dopo è arrivata la condanna del comitato No Triv: “Ci dissociamo e condanniamo fermamente la campagna con una grafica che allude esplicitamente allo stupro“, hanno scritto in una nota. “Una comunicazione che non sa veicolare un messaggio in positivo che ha bisogno di richiamarsi alla violenza subita dal mare e che non riusce a uscire dal meccanismo perverso della strumentalizzazione (e umiliazione) del corpo della donna è un fatto gravissimo”.
TRIVELLA TUA SORELLAtrivellazioni