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CHI E', CHI NON E', COSA AMA E COSA ODIA DAVIDE CASALEGGIO, L'EREDE CHE CONTROLLERA' IL MOVIMENTO 5 STELLE - CRESCIUTO SENZA LA MADRE MA A STRETTO CONTATTO CON IL PADRE, CON CUI LAVORA DA QUANDO ERA ALLA WEBEGG, AMA LA VELA, IL KAYAK E IL TRIATHLON. E ODIA I GIORNALISTI...

 

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di Francesco Oggiano per “Vanity Fair”

 

 

Dal padre ha ereditato la «R» moscia e la riservatezza. E ora che lui non c'è più, Davide Casaleggio si prepara alla prova più dura della sua vita: seppellire un genitore e risollevare un Movimento. Sarà lui la terza figura chiave del futuro del Movimento 5 Stelle nei prossimi mesi.

Se Luigi Di Maio sarà il politico più esposto nel palazzo, e se Beppe Grillo tornerà a essere il volto più presente sul palco, Davide Casaleggio sarà secondo molti la mente e il braccio che terrà insieme struttura e metodo del Movimento che verrà. Sarà lui a raccogliere e portare avanti l'eredità «tecnica» del padre.

 

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Che, in un partito nato in Rete e strutturato attorno alla Casaleggio Associati srl, coincide con quella politica e comunicativa. La sua azienda di famiglia certifica le liste, decide le modalità di voto, nomina gli staff della Comunicazione. Fa, la politica del Movimento.

Naturale che Davide avrà il suo bel da fare a tenere a bada quella parte di parlamentari che da tempo chiedevano una maggiore autonomia e indipendenza, e che nella scomparsa di Gianroberto cercheranno il varco per spezzare definitivamente quel cordone ombellicale che li teneva legati a Milano. Ce la farà? Difficile dirlo. Di sicuro, Davide rappresenta la continuità con il padre.

Classe 1976, è il primogenito nato dall’unione tra l’ex manager Olivetti e la prima moglie Elisabeth Clare Birks, unione presto finita con un conseguente ritorno di lei in Gran Bretagna.

 

«È cresciuto con il padre ma senza la madre», racconta chi l’ha conosciuto. Per questo aveva un rapporto di profondo rispetto e stima quasi reverenziale verso di lui.



Chiuso, riservato, non ha mai concesso un'intervista, e come il padre nutre una mal celata diffidenza verso i giornalisti italiani. «Leggo articoli fantascientifici», ha detto una volta a proposito delle voci sul suo conto. «Mi sembra che i giornalisti siano davvero poco informati».

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Poi il consiglio rivolto in seconda persona, unico strappo concesso alla proverbiale riservatezza di famiglia: «Scrivete quello che vedete con i vostri occhi».

A differenza del padre, Davide ha un curriculum più accademico. Laureato alla Bocconi in E-Business, si è dedicato a docenze e collaborazioni con società di consulenze internet e alla pubblicazione di libri dedicati al web.

Se però Gianroberto era un lettore onnivoro, lui è uno sportivo infaticabile. Già all'età di 12 anni era nella top 5 degli scacchisti italiani. Oggi pratica immersione, vela, kayak e si cimenta in grare estreme di triathlon.

Ma Davide è anche un uomo d'azienda, mossosi sempre a fianco del padre, prima come consulente all'interno della Webegg, poi come socio interno alla Casaleggio Associati srl. Dal 2004 ha detenuto il 30% della società, che sommato al 30% di Gianroberto tratteneva in casa Casaleggio la maggioranza assoluta. Probabile che sarà proprio lui a rilevare la quota del padre e tenersi il controllo.

Davide ha seguito il Movimento dall'inizio. Alcuni attribuiscono a lui la scelta di fondare i Meetup a 5 Stelle, comunità locali online che si riveleranno l'architrave di quello che sarà il Movimento. Sempre presente, sempre discreto, sempre preparato, negli uffici di via Morone, sede della società, lavora nell'open space assieme agli altri dipendenti.

 

 

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Salvo non abbia in giornata incontri con clienti esterni, al lavoro Casaleggio jr opta per jeans e felpa. Niente formalità. Con tutti condivide informazioni, riflessioni e analisi, ma mai una birra.


E' lui che supervisiona tutti gli strumenti del blog di Grillo: i siti satelli del blog, le inserzioni pubblicitari. Per il Movimento segue la certificazione delle liste, verificando i documenti degli aspiranti candidati e la loro fedina penale.

Come Gianroberto, Davide odia le intermediazioni, preferisce la politica dal basso. Efficacissimo l'esempio che una voltà citò per spiegare l'importanza e la bellezza dell’autorganizzazione dal basso.

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Tutto parte dalla Ola degli stadi: «Se una sola persona dovesse ordinare a uno stadio intero di alzarsi ed abbassarsi, per formare un effetto onda, gli ordini da impartire sarebbero troppi. Tuttavia, gli spettatori riescono a creare un tale effetto, senza che nessuno li guidi.

 

È sufficiente che qualche decina di tifosi dia il via, perché si formi un'onda umana che gira in senso orario, ad una velocità di 12 metri al secondo. Lo straordinario effetto si crea con una semplice regola, applicata a livello del singolo spettatore: quando il vicino si alza ci si deve alzare, quando si abbassa bisogna rimettersi seduti». Adesso, tocca a lui alzarsi.

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