“IN ITALIA CI SONO MOLTI FASCISTI E MOLTISSIME PERSONE CHE HANNO UNA BUONA OPINIONE DEL FASCISMO, FORSE PERCHÉ NON LO CONOSCONO” - ALDO CAZZULLO: “NON CREDO A QUELLO CHE UMBERTO ECO DEFINIVA FASCISMO ETERNO. SE A VOLTE RITORNANO IL NAZIONALISMO, LA XENOFOBIA, IL RAZZISMO, NON SIGNIFICA CHE STIA TORNANDO IL FASCISMO; SIGNIFICA CHE ALCUNE IDEE CHE IL FASCISMO FECE PROPRIE NON SONO MORTE. VANNACCI NON È UN NAZISTA: HA SPERIMENTATO COME IN ITALIA VELLICARE I SENTIMENTI REAZIONARI NELLA PANCIA DEL PAESE RENDA PIÙ DEL LAVORO SERIO E BEN FATTO”
Dalla rubrica delle lettere al “Corriere della Sera”
Caro Aldo, io credo che tra i difetti della sinistra e di molti opinionisti della stessa area ci sia una fondamentale mancanza di coraggio: chiamare con il proprio nome personaggi come Trump o, nel suo piccolo Vannacci, Putin e altri, promotori di un neonazismo, pericoloso e che potrebbe portare il mondo ad una nuova guerra e a nuove disgrazie.
Negli anni Venti del secolo scorso accadde la stessa cosa, negli anni Venti di questo secolo dovremmo fare tesoro della storia, chiamare le cose con il loro nome, e provare a contrastarle adeguatamente. Sono molto preoccupato per figli e nipoti! Cosa ne pensa? Sergio Colonnelli
Risposta di Aldo Cazzullo
Caro Sergio, non sono d’accordo con lei. Se sono tutti fascisti o nazisti, allora nessuno è davvero fascista o nazista. Certo, il fascismo non è finito con la morte del suo inventore, Benito Mussolini. In forme diverse, è rimasto al potere in Grecia dal 1967 fino al 1973, in Portogallo fino al 1974, in Spagna fino al 1975. Giunte militari da decine di migliaia di morti hanno funestato il Cile e l’Argentina fino agli anni 80.
Oggi il fascismo non torna come regime, ma ci sono anche in Italia molti fascisti e moltissime persone che hanno una buona opinione del fascismo, forse proprio perché non lo conoscono. Non credo però a quello che Umberto Eco definiva fascismo eterno. Se a volte ritornano il nazionalismo estremo, le guerre di aggressione, la xenofobia, il razzismo, non significa che stia tornando il fascismo; significa che alcune attitudini e alcune idee che il fascismo fece proprie non sono morte.
DICK CHENEY CON IL SUO PACEMAKER
Trump non è un nazista; è un repubblicano che recupera un’antica cultura isolazionista del suo partito (contraddetta con esiti disastrosi da Cheney e Rumsfeld, sotto il paravento di un presidente-fantoccio), coniugata a una rozzezza che tiene insieme il cowboy delle praterie e il depravato newyorkese. Neppure Putin è un nazista. È un nazionalista russo, che dopo aver riportato l’ordine in patria persegue con metodi criminali il sogno impossibile di ricostruire l’impero che fu degli Zar e del Pcus, e finirà nella migliore delle ipotesi per asservire la Russia alla Cina.
Neppure Vannacci ovviamente è nazista. È l’ex comandante del Col Moschin e della Folgore, i corpi d’élites del nostro esercito, che ha sperimentato come in Italia vellicare i profondi sentimenti reazionari che covano nella pancia del Paese renda più del lavoro serio e ben fatto, che ha peraltro svolto in passato. Il punto è che le cose non si ripetono mai due volte allo stesso modo e con lo stesso nome. «Non ritorna mai più niente» cantava De Gregori, auspicando che un giorno «accetteremo il fatto come una vittoria».