DOPO I BOCCONI, TE SE RIPROPONGONO I CEPPALONI - LA LISTA-PROF RIESUMA I BURO-SAURI DELLA PRIMA REPUBBLICA - BOTTA D’ARIA FRESCA CON MASTELLA, LA MALFA, POMICINO, DE MITA, PISANU, CESA, BUTTIGLIONE, FINI E CASINI - BELPIETRO: “C’È DA GIURARE CHE TUTTE LE VECCHIE PANTEGANE CHE AD OGGI HANNO CERCATO DI SOPRAVVIVERE SI AFFRETTERANNO A SALIRE SUL CARRO MONTIANO. IL NUOVO CHE AVANZA È INSOMMA IN RAPIDO MOVIMENTO”…

Maurizio Belpietro per "Libero"

Il nuovo che avanza ha la faccia di Clemente Mastella, l'ex portavoce di Ciriaco De Mita che entrato in Parlamento nel 1976 ne è uscito nel 2008 solo per varcare la porta dell'europarlamento. L'uomo di Ceppaloni dopo aver solcato tutti i mari della politica, passando e ripassando da destra a sinistra per ricoprire di volta in volta l'incarico di ministro del lavoro e della Giustizia, adesso sta con Mario Monti. Lo ha annunciato lui stesso sul Corriere della sera di ieri, rivelando di aver avviato contatti con il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa per il trasloco della sua Udeur sotto le bandiere della lista montiana, precisando di essere convinto che l'ex rettore della Bocconi sia il nuovo Silvio.

Prima con Berlusconi, poi con D'Alema, quindi con Prodi e successivamente di nuovo con il Cavaliere, infine con Monti: un percorso lineare avvenuto nel corso degli ultimi vent'anni, che gli ha consentito di transitare indenne dalla prima alla seconda Repubblica e ora di prepararsi alla terza. Mastella però non è il solo uomo del passato che cerca di salire sul carro del presidente del consiglio.

Nell'ora in cui il premier si prepara ad annunciare la sua discesa in campo, sono in tanti quelli che provano a saltare sulla barca centrista. Tutta gente di esperienza, tutte persone che della moderazione hanno fatto la loro cifra, tranne che nella spartizione delle poltrone. Già, perché il nuovo che avanza ha la caratteristica di essere stanziale, di avere alle spalle una lunga frequentazione del Palazzo. Il più longevo da questo punto di vista è Beppe Pisanu, eletto con Berlusconi e attuale presidente della commissione antimafia. In Parlamento sta dal 1972, quattro anni prima che vi arrivasse Mastella.

Anche lui è stato ministro, ma a differenza del collega una sola volta e agli Interni. Ce lo mise Berlusconi dopo le dimissioni di Claudio Scajola, restituendolo alla gloria dopo un periodo di offuscamento dovuto ai suoi rapporti con Roberto Calvi e Flavio Carboni, il faccendiere sardo sulla cui barca si fece sorprendere. Per annunciare il suo appoggio a Monti, l'altro ieri Pisanu ha scelto le pagine di Repubblica, comunicando l'adesione a un progetto che mira a radunare le migliori energie del mondo liberale, cattolico e laico sotto una sola bandiera.

Manco a dirlo, all'età di 75 anni e dopo quarant'anni di Parlamento, l'uomo di Ittiri si considera una delle migliori energie a disposizione del Paese. Prima di lui, a comunicare l'endorsement per il professore e la sua disponibilità a servire il popolo per un'altra legislatura era stato l'ex ministro Giorgio La Malfa, che a differenza di Mastella e Pisanu non è mai stato democristiano ma repubblicano, ma come loro ha fatto in tempo a passare da Berlusconi alla sinistra prima di scoprirsi montiano, collezionando nel frattempo 40 anni da onorevole.

Chi invece sta fuori dal Parlamento è Paolo Cirino Pomicino, altro pezzo da Novanta della Dc dei bei tempi d'oro oltre che indimenticato ministro del Bilancio all'epoca di Giulio Andreotti. Cirino Pomicino, a lungo annoverato tra i collaboratori del Giornale e di Libero come commentatore di fatti economici,ha fatto sapere di avere pronti alcuni amici a sostegno di Monti, dal segretario della Nuova Dc Gianni Fontana (anche lui entrato nel 1972 in Parlamento, ministro dell'Agricoltura e dell'Industria) a Calogero Mannino (pure lui ministro dell'Agricoltura e della Marina mercantile, ma a Montecitorio solo dal 1976).

Ma tra i nuovi che avanzano a favore di un reincarico al presidente del consiglio non si possono dimenticare due montiani della prima ora, che del nuovo fronte sono i leader: Pier Ferdinando Casini e Gianfranco Fini, altri due sopravvissuti della prima Repubblica che con la seconda hanno fatto carriera, divenendo capi dei rispettivi partiti. I due sono gemelli, non solo perché vengono entrambi da Bologna, ma anche in quanto ebbero accesso all'emiciclo in qualità di giovani deputati lo stesso giorno, trent'anni fa. Sono loro l'anima del nuovo partito filo premier di cui parla Pisanu.

A loro con il 4 e l'1,5 per cento (questa la percentuale di cui sono rispettivamente accreditati) tocca il compito di radunare le energie migliori cui fa riferimento il presidente dell'Antimafia. Naturalmente i fratelli siamesi in questo difficile compito sono coadiuvati da altre fresche risorse, tra le quali segnaliamo il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, che è il giovanotto del gruppo in quanto siede in Parlamento solo dal 2006 anche se ha fatto in tempo ad essere coinvolto in alcune inchieste giudiziarie, e il filosofo di Gallipoli Rocco Buttiglione, deputato da soli 18 anni e con alle spalle una trombatura da Commissario europeo per essersi fatto scappare una frase giudicata omofoba.

La pattuglia dei nuovi a sostegno di Monti naturalmente è destinata a irrobustirsi nelle prossime ore, quando il presidente del consiglio scioglierà le riserve annunciando la sua adesione al progetto sobrissimo di un nuovo centro per la salvezza dell'Italia. Allora c'è da giurare che tutte le vecchie pantegane che dalla prima Repubblica ad oggi hanno cercato di sopravvivere si affretteranno a salire sul carro montiano. Il nuovo che avanza è insomma in rapido movimento. Attesa dunque a giorni la benedizione di Giulio Andreotti. Dopo di che il debito pubblico potrà tornare a crescere senza più alcuna preoccupazione.

 

manifesto monti THE SIGN CLEMENTE MASTELLA jpeg0pap18 giorgio lamalfaGIUSEPPE DE MITACIRINO POMICINO Giuseppe PisanuLORENZO CESABUTTIGLIONE

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…