SI FA PRESTO A DIRE STRONZO - LA BARUFFA TUTTA FISCHI E PERNACCHIE CONSUMATA SUL RED CARPET DEL FESTIVAL DI ROMA TRA IL MINISTRO LA RUSSA E CLAUDIO AMENDOLA, È UNA STRONZATA VENUTA MALE (E CHE FINISCE IN TRIBUNALE) - IL CESARONE: “LA RUSSA NON HA CAPITO CHE ARIA TIRA. LO HANNO FISCHIATO IN 800 E NON C’ERA NULLA DI ORGANIZZATO” - “LE INSINUAZIONI DEL MINISTRO SUI MIEI CONTRATTI CON MEDIASET NON FANNO ONORE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. L’80% DI QUELLI CHE LAVORANO PER BERLUSCONI, NON L’HANNO MAI VOTATO”...

Malcom Pagani per "il Fatto Quotidiano"

Che un ministro della Repubblica trovi il tempo di darmi sei volte dello stronzo in una delle giornate più drammatiche per l'Italia del dopoguerra mi stupisce, che lo stesso mi indichi come istigatore e capopopolo del dissenso mi indigna. La questione è semplice: o La Russa si scusa formalmente e tempestivamente nell'arco di 48 ore, oppure intraprenderò l'azione legale in sede civile che la situazione merita. Una volta avuta soddisfazione, sarò lieto di donare la cifra a un ospedale pediatrico". Nel giorno dopo di Claudio Amendola c'è più rabbia che poesia.

L'altro ieri il politico e l'attore si sono incontrati sul Red Carpet del Festival di Roma. La folla vede La Russa e si agita. Fischia, insulta, sbanda. Lui espande il sorriso dei giorni neri, accelera il passo e come da copione, minimizza: "Erano in quattro o cinque, ne ho visto uno più stronzo degli altri, come si chiama? Amendola...". A qualche ora di distanza, l'attore ordina i fotogrammi.

Come è andata davvero Amendola?
Sette, forse 800 persone, tra cui 100 fotografi hanno visto La Russa sul tappeto rosso e hanno interrotto le loro attività per una pacifica quanto assordante manifestazione di ripulsa. Ho condiviso i fischi e li ho accompagnati con le braccia e un gaudente pugnetto al cielo che rivendico. Nulla di organizzato.

Ne è certo?
Ma che scherza? Ero andato a vedè un film, stavo a fà tre foto con mia moglie, ci mancherebbe altro". (Ogni tanto, anche nell'alveo di un impeccabile italiano, Amendola scivola sul romanesco ndr)

La Russa sostiene cose diverse.
E non lo posso accettare. Si tratta di pura diffamazione. Ieri mattina ho letto i giornali. All'inizio mi sono divertito, poi sempre meno. Degli ululati rivolti a La Russa non ero né il regista occulto, né il responsabile. Sono un guitto ma anche se avessi fatto il saltimbanco, aumentare il brusio sarebbe stato impossibile.

Si aspetta delle scuse?
Offro a La Russa la possibilità di offrirle ma a essere onesti, non credo arriveranno.

Quindi?
Ci vedremo in tribunale.

La Russa le ha detto "stronzo".
Mi avrebbe fatto più male se me lo avesse detto mia moglie (Francesca Neri ndr). L'insulto greve e ripetuto non mi ferisce, anche se avrà un suo peso in sede giudiziaria. Quello che mi fa inferocire è il basso riferimento a quanto guadagno e ai miei datori di lavoro.

Lei spesso lavora con Mediaset.
E allora? Credo di riportare all'azienda che mi paga almeno quanto investe su di me. Non mi sento né in colpa né preoccupato e comunque, non sono il solo a lavorare con Mediaset.

Quindi?
Le insinuazioni di La Russa sui miei contratti non rispecchiano la politica culturale di Mediaset e la sua frase non fa onore al presidente del Consiglio. Mai, in tanti anni, neanche lontanamente, mi è stata fatta sentire la mano del padrone. L'80 per cento di quelli che lavorano per Berlusconi, non l'hanno mai votato.

Per La Russa la critica è come l'olio di ricino?
L'abbiamo già visto all'opera. Le sue considerazioni sul mio mestiere sono la parte più bassa di una faccenda che è già bassa di per sé. Mi paiono spie di un involgarimento che parte dalle pernacchie di Bossi e continua con le parolacce di Calderoli. La forzata goliardia da avanspettacolo di una certa politica.

Le daranno del comunista.
Ma qui la politica non c'entra niente. Se il cittadino non può esprimere opinioni dissenzienti significa che il punto di non ritorno è stato già superato. La reazione di La Russa è futile, pretestuosa e anche un po' puerile, ma è la situazione generale a essere grave. L'Europa non è un fantoccio. Ci chiede conto dei nostri sbagli e per la prima volta, sento che l'indignazione è a un metro dal trasformarsi in esasperazione. Sa cosa credo?.

Cosa?
Che La Russa non abbia capito fino in fondo l'aria che tira. Per dirla con De Gasperi, lo statista pensa al futuro e il politico al presente. Ammesso ne esista ancora uno.

 

CLAUDIO AMENDOLA - copyright Pizzilarussa foto gmt

Ultimi Dagoreport

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…