COME SIAMO CADUTI IN BASSANINI - IL PRODE LANNUTTI (IDV) CHIEDE A MONTI PER QUALI MOTIVI LA CASSA DEPOSITI E PRESTITI, LA CUI MAGGIORANZA È PER IL 70% IN MANO AL TESORO, VIENE GESTITA CON CRITERI PRIVATISTICO-CLIENTELARI DA UN AD ESPRESSIONE DELLE FONDAZIONI BANCARIE CHE DETENGONO QUOTE DEL RESTANTE 30%; SE NON RAPPRESENTI UN ENORME CONFLITTO DI INTERESSI IL RUOLO DI BASSANINI, PRESIDENTE DELLA PUBBLICA CDP E DI METROWEB PRIVATA…

Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02920
Atto n. 3-02920

Pubblicato il 12 giugno 2012, nella seduta n. 741


LANNUTTI - Ai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico. -


Premesso che Carla Del Toro per "Dagospia", pubblica in data 8 giugno 2012 un articolo dal titolo: "Un conflitto d'interesse da fare invidia a Silvio Berlusconi. Si tratta di Franco Bassanini, amministratore delegato dell'istituto di credito Banca Depositi e Prestiti controllata dal Tesoro". Vi si legge: «Le cronache economiche ci raccontano infatti che sta per andare in porto un business miliardario dentro al quale Franco Bassanini è al tempo stesso finanziatore e finanziato. Una volta in veste pubblica, un'altra in veste privata. E dove sta lo scandalo? Semplice.

Nel fatto che Franco Bassanini è al tempo stesso amministratore delegato della Cassa Depositi e Prestiti e presidente di Metroweb, la società che godrà del finanziamento dell'istituto di credito pubblico. (...) È possibile tutto ciò? In Italia forse sì, visti i precedenti berlusconiani. In qualsiasi altro paese moderno scoppierebbe uno scandalo. Ma veniamo ai fatti. Come si sa il fondo F2i e Fsi (Fondo Strategico Italiano) sta per lanciare un "rilevante progetto di sviluppo della rete a banda ultra larga, in 30 delle principali città italiane, avvalendosi anche delle competenze della controllata Metroweb" in "piena complementarietà e collaborazione" con le iniziative di Telecom Italia.

La notizia la apprendiamo da un comunicato congiunto di F2i e Metroweb in cui si tenta di tranquillizzare Telecom e si sottolinea come sia "un'iniziativa importante volta a dotare il Paese di un'infrastruttura avanzata di rete di accesso in fibra ottica (ng), in linea con gli obiettivi dell'Agenda Digitale fissati in sede Ue". Il progetto, si legge ancora nel comunicato di qualche settimana fa "è basato sul cablaggio in fibra ottica della rete di accesso fino alle sedi d'utente (case e uffici) nella cosiddetta configurazione FTTH (Fiber-To-The-Home), unica tecnologia in grado di garantire velocità di trasmissione sicuramente maggiori di 100 Mbit/s".

Le due società fanno notare anche che il progetto stesso "sarà strutturato in tutte le sue fasi in modo da utilizzare tutte le sinergie possibili, con infrastrutture già disponibili, evitando ogni inutile duplicazione di investimenti ed assicurandone la complementarietà con altre iniziative, in primis naturalmente, quella di Telecom Italia". A tale scopo, dicono ancora a Metroweb e F2i "sarà attivata, in ogni fase, ogni opportuna e necessaria azione di coordinamento e di collaborazione" visto che "l'obiettivo è realizzare una rete "neutra" che si rivolge all'intero sistema degli operatori di tlc, i quali manterranno il compito di fornire il servizio ai clienti finali»;

considerato che:

sul quotidiano "Il Giornale" del 15 maggio 2012 è stato pubblicato un articolo di Andrea Indini dal titolo: "Sea, Pisapia trema. Gdf a Palazzo Marino. Indagato Gamberale. Bufera sulla privatizzazione della Sea. In una intercettazione il patron del fondo F2i, ora indagato per turbativa d'asta, aveva parlato di un bando su misura per lui": «Alla base di tutto c'è una telefonata, pubblicata dall'Espresso, in cui Vito Gamberale se la ride per un bando di gara su misura.

Una telefonata che tira pericolosamente in ballo l'assessore al Bilancio del Comune di Milano (...) Una telefonata che imbarazza Palazzo Marino e la Giunta guidata da Giuliano Pisapia. Nel mirino la vendita del 29,75% della società aeroportuale Sea al fondo F2i di Gamberale che adesso è indagato dalla procura meneghina per turbativa d'asta. Oggi pomeriggio i militari della Guardia di Finanza sono stati negli uffici del Comune di Milano per acquisire i documenti amministrativo-contabili riguardanti la cessione delle azioni della Sea a favore della società F2i.

Adesso che nel fascicolo dalla procura di Milano c'è finito Gamberale, indagato per turbativa d'asta, Palazzo Marino trema. L'affaire Sea si ingrossa. Tutto nasce da una intercettazione telefonica di otto mesi fa in cui il numero uno della F2i veniva rassicurato sul bando a cui stava lavorando il Comune di Milano. Un atto che, a detta di Gamberale, era tagliato su misura per lui.

Dall'altro capo del telefono c'era un suo collaboratore, Mauro Maia, che oggi figura indagato insieme a Gamberale». Nell'articolo si legge poi che la vendita delle quote della società aeroportuale era stata voluta proprio dall'assessore al Bilancio portato da Pisapia dopo aver sconfitto Letizia Moratti alle elezioni dell'anno scorso e che: «Dopo due gare andate deserte per cedere parte della Milano-Serravalle, alla fine dello scorso ottobre il Comune aveva messo sul piatto anche una quota della Sea.

Tuttavia, già alla fine di luglio, Gamberale se la rideva al telefono col suo collaboratore per un bando di gara fatto ad hoc per il fondo F2i. Allora, però, a Palazzo Marino l'ipotesi di acquisizione non era stata ancora discussa e - naturalmente - nemmeno l'ipotesi di un bando di gara che poi pubblicato a novembre»,

si chiede di sapere:

per quali motivi, tenuto conto che non dovrebbe essere considerato lecito finanziare con soldi pubblici un solo soggetto del mercato e non tutti gli altri operatori del settore, la Cassa Depositi e Prestiti, la cui maggioranza è per il 70 per cento in mano al Tesoro, viene gestita con criteri privatistico-clientelari da un amministratore delegato espressione delle fondazioni bancarie che detengono quote del restante 30 per cento;

se a parere dei Ministri in indirizzo non rappresenti un enorme conflitto di interessi il ruolo assunto da Franco Bassanini, "sdoppiato" nella sua qualità di presidente della Cassa depositi e prestiti, in mano pubblica e presidente di Metroweb, la cui maggioranza è in mano ai privati ed al Fondo F2i dell'ingegner Vito Gamberale;

se sia normale che, in una fase di gravissima crisi economica e di ristrettezze, per milioni di famiglie, ormai stremate, burocrati, tecnocrati ed ottimati possano continuare tranquillamente ad accumulare cariche e poltrone, come il dottor Mastrapasqua, commissario dell'Inps, senza osservare principi minimali di etica e di pubblica decenza;

quali iniziative urgenti il Governo intenda attivare per evitare che Franco Bassanini possa ricoprire ruoli in conflitto di interesse nella Cassa depositi e prestiti e nella Metroweb, finanziata dalla Cassa depositi e prestiti, deliberando la revoca immediata dell'incarico di amministratore delegato della Cassa depositi e prestiti e la sua decadenza da presidente della società pubblica, che gestisce il sudato risparmio postale degli italiani a giudizio dell'interrogante con opacità ed assenza di trasparenza.

 

Bassanini ELIO LANNUTTIlogo cassa depositi metroweb logo VITO GAMBERALE

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