“BISOGNA SALVARE IL PAESE” – ECCO COME GIORGIO NAPOLITANO CONVINSE SILVIO BERLUSCONI A DIMETTERSI NEL 2011, DURANTE LA TEMPESTA DELLO SPREAD – L’EX PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA AVEVA RICEVUTO DEI REPORT DRAMMATICI: CON I TASSI DI INTERESSE COSÌ ALTI, L’ITALIA RISCHIAVA LA BANCAROTTA - LO SPREAD ERA SINONIMO DI FALLIMENTO E SI RISCHIAVA DI NON PAGARE GLI STIPENDI PUBBLICI – NAPOLITANO USO’ TUTTO IL SUO TATTO PER NON FAR INFURIARE IL CAV: L’ANNO PRIMA, PER UNA LITE SU UN DECRETO RELATIVO ALLA PRESENTAZIONE DELLE LISTE ELETTORALI, BERLUSCONI MINACCIO’ DI MANIFESTARE E CIRCONDARE IL QUIRINALE…

Estratto dell’articolo di Claudio Tito per “la Repubblica”

 

silvio berlusconi e giorgio napolitano

«Cosa dissi a Berlusconi? Solo che bisognava salvare il Paese». Molti anni dopo, quando aveva già lasciato il Quirinale, Giorgio Napolitano raccontava così il colloquio che entrò nella storia d’Italia. L’incontro durante il quale, l’11 novembre del 2011, Silvio Berlusconi rassegnò le dimissioni per chiudere quasi definitivamente la sua stagione politica. Almeno quella da primo protagonista.

 

berlusconi napolitano instagram

«Bisognava salvare il Paese», sintetizzava il capo dello Stato emerito durante una visita svolta nella redazione di Repubblica da senatore a vita. […] L’incubo prendeva le forme di un numero: quello che indicava lo spread tra i titoli di Stato italiani, i Btp, e i bund tedeschi. Tra l’8 e l’11 novembre il differenziale aveva battuto quasi tutti i record. Si avvicinava a quota 600.

 

[…] nonostante le rassicurazioni e le sottovalutazioni del governo di allora, nello studio di Napolitano arrivavano diversi report drammatici. […] Con i tassi di interesse così alti, l’Italia rischiava la bancarotta. Lo spread era sinonimo di fallimento. La pubblica amministrazione era sul punto di non pagare gli stipendi pubblici. […] Un dossier di cui Napolitano ha parlato quella sera e nelle interlocuzioni precedenti con il premier. E soprattutto lo ha discusso successivamente con il nuovo capo del governo, Mario Monti. […] La sensazione permanente che da un momento all’altro potesse saltare il banco […]

 

BIGLIETTO DI NAPOLITANO A PAOLO ROMANI CONTRO BERLUSCONI

Mentre il Cavaliere decideva allora di arrendersi davanti all’evidenza dei fatti, la piazza di fronte il Palazzo del Quirinale si riempiva. Molti giovani. Tutti invocavano il nome di Giorgio Napolitano e urlavano «Berlusconi a casa». […] La popolarità del capo dello Stato raggiungeva uno dei massimi picchi. […] La tensione era talmente alta da impressionare anche il premier dimissionario. […] «Vorrei entrare dall’ingresso laterale. Non fatemi passare da piazza del Quirinale» […] «Non è possibile – la risposta del Cerimoniale del Quirinale – è un incontro ufficiale. Il passaggio è uno solo».

 

NAPOLITANO BERLUSCONI

Il Cavaliere […] attraversò le “forche caudine” di quella piazza che alternava la festa alla protesta e segnò la fine di un’epoca. […] Nei ricordi emersi solo molto tempo dopo, il capo dello Stato emerito giustificava quella modalità anche per evitare di dover fronteggiare la possibile aggressività di Berlusconi. L’anno prima, per una lite su un decreto relativo alla presentazione delle liste elettorali, il capo di Forza Italia era arrivato addirittura a minacciare di manifestare e circondare il Quirinale. Parole minatorie che vennero respinte.

 

Ma si trattò di un episodio che in quelle circostanze Napolitano cercò di non replicare. Per salvare il Paese pensò a Mario Monti. Con un motivo principale: i rapporti efficaci del professore bocconiano con l’Ue. […]

NAPOLITANO E TESTA BERLUSCONI napolitano berlusconi

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