COME SISTEMARE IL SISTEMA FORMIGONI - I PM CHIEDONO 9 ANNI DI CARCERE PER L'EX GOVERNATORE: ''UN SISTEMA DI CORRUZIONE GRAVISSIMA, UN CANCRO CHE HA DEVASTATO PER 10 LA SANITÀ LOMBARDA'' - DA DACCÒ A MAUGERI, I FINANZIATORI DELLA VITA FARAONICA - LA DIFESA: ''NON CI SONO PROVE''

FORMIGONI IENE FORMIGONI IENE

Giuseppe Guastella per il ''Corriere della Sera''

 

Una «corruzione sistemica gravissima» ha devastato per 10 anni il sistema sanitario ed economico della Lombardia. Un «cancro» di cui è responsabile per primo Roberto Formigoni che ha governato la Regione per anni facendosi corrompere con almeno 8 milioni di euro in benefit, mazzette e proprietà, secondo la Procura di Milano che per l' ex governatore ha chiesto 9 anni di carcere al processo Maugeri-San Raffaele.

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Formigoni non si fa vedere nell' aula del processo in cui è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e che vede imputate altre nove persone, a partire da Pierangelo Daccò e Antonio Simone (chiesti 8 anni e 8 mesi ciascuno) che fino al 2011 avrebbero ricevuto 70 milioni di euro dal San Raffaele (9) e dalla clinica Maugeri di Pavia (61) per far ottenere, facendo leva sull' amicizia con l' attuale senatore ncd, 400 milioni alla prima e 200 alla seconda in fondi regionali non dovuti.

 

formigoni in vacanza formigoni in vacanza

Per i pm Laura Pedio e Antonio Pastore, sono stati loro a foraggiare le vacanze faraoniche dell' allora governatore ai Caraibi a capodanno, a pagare le sue cene sontuose al ristorante stellato Sadler di Milano innaffiate con vini e champagne da migliaia di euro, ad assicuragli dal 2007 al 2011 l' uso esclusivo di tre yacht da nababbi in Costa Smeralda (valore 4,6 milioni).

 

Il presidente della Commissione agricoltura di palazzo Madama evita di sentire il pm Pedio che nella requisitoria dice che le indagini hanno provato la sua «partecipazione all' accordo corruttivo» e che per lui i conti di Daccò e Simone erano come un «borsellino» riempito di continuo dai fondi neri delle due strutture sanitarie private.

FORMIGONI SULLO YACHT DI DACCO FORMIGONI SULLO YACHT DI DACCO

 

C' è poi la villa che Daccò si era fatto costruire ad Arzachena in Sardegna da un architetto di grido e che Formigoni prima utilizza gratis, frigo pieno, auto e personale di servizio compresi, e poi acquista nel 2011 per 3 milioni con il suo amico Alberto Perego, quando ormai il banco è saltato e Daccò prende il largo temendo di essere arrestato per il crac del San Raffaele.

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L' accusa è convinta che anche quella magione è il prezzo della corruzione pluriennale. «Valeva almeno 4,5 milioni, ma Daccò la vende a un prezzo di favore per assicurare il bottino ai suoi compagni». Formigoni ci mette un milione, Perego 500 mila euro, per il resto un mutuo da 1,5 milioni.

formigoni vacanza formigoni vacanza

 

Ma quando l' amico non è in grado di far fronte alle rate, con un atto Pedio definisce «gravissimo», Formigoni lo nomina nel cda dell' Istituto di genetica molecolare, un ente partecipato dalla Regione, garantendogli fino a 135 mila euro l' anno di compenso. Perego ha «condiviso utilità e beni», per i Pm merita 5 anni di carcere. Poi vengono i contanti: almeno 270 mila euro, calcola l' accusa, che da Daccò sono finiti nelle tasche di Formigoni in banconote da 500 e che lui usa per le spese personali, tant' è vero che tra il 2002 e il 2012 dai suoi conti non esce un euro «neppure per comprare un vestito».

FORMIGONI IN BRASILE FOTO ESPRESSOFORMIGONI IN BRASILE FOTO ESPRESSO

 

Per Pedio e Pastore sono «risibili» e talvolta «offensive» le spiegazione date da Formigoni nelle dichiarazioni spontanee, «uno sproloquio di 4 ore» in cui «ha sempre mentito».

 

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Come quando ha detto di aver usato per le sue spese i contanti ereditati dalla madre: «Un fenomeno incomprensibile, quando è morta c' era ancora la lire», chiosa Pedio. «Si è costantemente sottratto al confronto con i suoi accusatori e i suoi giudici», accusa la Procura, perché «non sapeva come rispondere».

 

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Solo «suggestioni, non ci sono prove concrete», risponde l' avvocato Luigi Stortoni che con il collega Mario Brusa difende l' ex governatore. Secondo i pm, Formigoni «era avvezzo ai regali», come il quadro da 50 mila euro che ricevette dal re delle bonifiche Giuseppe Grossi, e gli altri tre dipinti di valore inferiore avuti dall' allora presidente Fnm Milano Norberto Achille, finito come il primo nei guai con la giustizia. Opere che rischiano di essere confiscate con le proprietà del Celeste, se sarà condannato.

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gguastella@corriere.it.

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