“LUIGI, CREDIMI, SONO LA STESSA PERSONA DI UN ANNO FA” – RETROSCENA DA TELENOVELA SUDAMERICANA DEL COLLOQUIO NOTTURNO TRA LUIGI DI MAIO E GIUSEPPE CONTE – LUIGINO È CONVINTO CHE L’AVVOCATO DEL POPOLO SI SIA CONVERTITO AL FILO-EUROPEISMO E GLIEL’HA RINFACCIATO – MA ANCHE PEPPINO HA FORTI DUBBI SUL SUO SPONSOR: “NON È COSÌ, GIUSEPPE, HAI LA MIA PAROLA”
Federico Capurso per “la Stampa”
GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO CHERNOBYL BY LUGHINO
A mezzanotte, quando il ronzio della politica si affievolisce, i pensieri di Giuseppe Conte e Luigi Di Maio si sfiorano. Il premier e il suo vice hanno la necessità di parlarsi. Decidono di farlo lontano dai palazzi, dalle moltitudini di collaboratori, dagli sguardi indiscreti.
Qualcosa, dopo il terremoto delle Europee, si è incrinato nel loro rapporto e prima che si sgretoli ulteriormente, prima che l' Europa e Matteo Salvini scavino un solco troppo profondo tra loro due, deve essere fatto un tentativo per chiarire le proprie posizioni. Squilla il telefono.
A tono deciso dell' uno risponde tono deciso dell' altro. Il risentimento di Conte è vivo quanto quello di Di Maio. Entrambi chiedono schiettezza, perché la telefonata conduca a una tregua. Il capo politico dei Cinque stelle evita giri di parole: è convinto che Conte sia cambiato, che si sia appiattito su posizioni filo-europeiste, troppo vicine a quelle del ministro dell' Economia Giovanni Tria e del Quirinale.
Glielo ha già rinfacciato a palazzo Chigi, in coro con il leader leghista. Glielo ripete adesso. «Luigi, credimi, sono la stessa persona di un anno fa», replica il premier. I sospetti di Conte sono altrettanto dolorosi. Il rinnovato asse con Salvini è stato stretto contro di lui? La domanda nasconde una paura più grande: Di Maio sta iniziando a prendere in considerazione l' opzione di sacrificarlo se il governo fosse in pericolo? «Non è così, Giuseppe, hai la mia parola».
Si ripercorrono, passo dopo passo, le ruvidezze che i due si sono scambiati nelle ultime settimane. Il primo atto è stata la conferenza stampa del 3 giugno scorso durante la quale il premier ha messo i suoi due vice di fronte alla minaccia di dimissioni. Conte in quei giorni vedeva un Movimento debole dopo la catastrofe delle Europee. Erano cambiati gli equilibri nel governo, lui aveva visto uno spazio libero, pensava di doverlo occupare prendendo in mano la situazione, per non lasciarlo a Salvini.
LUIGI DI MAIO VIRGINIA SABA GIUSEPPE CONTE BY OSHO
«Sarebbe stata necessaria una maggiore condivisione delle scelte», gli viene fatto notare. Piena autonomia - assicura in sintesi Di Maio - ma venire a sapere le cose dai giornali è un' altra cosa. Il filo viene tirato e Conte mette sul piatto le veline arrivate contro di lui a mezzo stampa nell' ultima settimana; prima ancora, il vertice organizzato da Di Maio e Salvini mentre lui è in Vietnam.
giuseppe conte e luigi di maio con la card per il reddito di cittadinanza 3
Un dialogo tra i due leader di maggioranza era stato auspicato dal premier, ma decidere in quell' occasione, senza di lui, che in Europa si sarebbe tenuta una linea dura, è un boccone amaro da mandare giù. Di Maio dà la sua parola: «Non c' entro io con quello che hanno scritto i giornali». Conte ha ancora la sua fiducia. E i dubbi del premier su Di Maio sono stati dissipati. Adesso si dovrà chiarire con Salvini. La telefonata si chiude.
giuseppe conte e luigi di maio con la card per il reddito di cittadinanza 1
Il pomeriggio seguente - ieri - squillano ancora gli smartphone. Conte sente per oltre un' ora Di Maio, per poco meno Salvini, da cui riceve rassicurazioni importanti sulle prospettive del governo e sui toni da tenere nelle prossime settimane con l' Europa. Sulla gestione della trattativa per scongiurare la procedura di infrazione le posizioni si avvicinano ancora. Le proposte sui mini-bot, l' intenzione di sforare il tetto del 3 per cento, i veti su possibili eventuali tagli, che lo avevano mandato su tutte le furie durante l' ultimo vertice a palazzo Chigi, verranno gradualmente silenziate.
LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE ALIAS MARK CALTAGIRONE MATTEO SALVINI BY OSHO
Conte, dall' altra parte, invierà a Bruxelles una lettera per chiedere che non si usino due pesi e due misure nella valutazione dell' operato dei Paesi membri: verrà fatto notare il surplus commerciale della Germania che non segue le regole dei trattati da anni, così come la soglia del 3% a lungo superata dalla Francia.