SEZIONE TAFAZZI – L’AFFONDO DI RENZI È STATO UN PRETESTO: CUPERLO AVEVA GIÀ DECISO DI DIMETTERSI DOPO LA BOCCIATURA DELLA LINEA DURA DA PARTE DELLA MINORANZA PD – LA GELONI: ‘RENZI CI VUOLE PROVOCARE’

1. LA MINORANZA DEL PARTITO DIVISA E QUELLO STRAPPO DECISO PRIMA
Maria Teresa Meli per ‘Il Corriere della Sera'

Le dimissioni di Gianni Cuperlo sono di ieri. Ma in realtà il presidente dell'Assemblea nazionale del Pd aveva già deciso di dimettersi il giorno della direzione. Non dopo la replica di Matteo Renzi, però, bensì prima. Ossia al termine di una tormentata assemblea della minoranza che aveva preceduto la riunione del Nazareno.

Già, tormentata, perché a quell'appuntamento Cuperlo si era presentato sposando la linea dura. E proponendo di votare contro la relazione del leader. Ma quell'idea non ha fatto breccia. La maggioranza dei partecipanti a quell'incontro ha preferito la strada dell'astensione. Di fatto, anche se non formalmente, perché non c'è stato nessun voto interno in questa occasione, la proposta del presidente non ancora dimissionario, l'altro ieri, è finita in minoranza. Cuperlo, perciò, non era dell'umore migliore per affrontare la direzione. E infatti, entrando nella sala della riunione, ha confidato subito le sue intenzioni: «Questo sarà il mio ultimo intervento da presidente». A sera, di fronte all'insistenza dei suoi, che tentavano di dissuaderlo, aveva promesso di «pensarci la notte».

Perciò non è stato l'affondo di Renzi a convincere allo strappo Cuperlo. La dinamica dei fatti spiega quindi perché il segretario non si sia dato troppo da fare per convincere Cuperlo a ripensarci. Primo, ha capito che le dimissioni sarebbero state date a prescindere. Secondo, vedendo che la minoranza è divisa tra i duri e i dialoganti e che questi ultimi hanno la meglio dal punto di vista numerico, il sindaco di Firenze non ritiene necessario dover tenere per forza tutti insieme. Tra l'altro, in quell'area le differenziazioni si basano anche sui personalismi.

A nessuno è sfuggito, per esempio, il fatto che proprio quando Cuperlo ha indurito i toni, Fassina li ha ammorbiditi. E tutti scommettono sul fatto che si sia già aperta una contesa per la leadership di quell'area. Per questo motivo, Renzi non sembra fermarsi e sta già cercando di individuare un nuovo presidente con la parte «dialogante» della minoranza. Circola il nome dell'ex segretario Guglielmo Epifani, ma c'è anche chi assicura che sarà una donna a sedere su quella poltrona.

Questa, però, è la fotografia della minoranza in direzione. E non è sovrapponibile a quella dei gruppi parlamentari. Alla Camera come al Senato Renzi non ha la maggioranza dei parlamentari. In quei due palazzi i rapporti di forza sono rovesciati. Il che rappresenta un'insidia, come sa bene lo stesso segretario, che per questa ragione ha voluto incontrare ieri i deputati del Pd. Tocca a loro occuparsi della legge elettorale adesso. Ma le prese di posizione di bersaniani e dalemiani sono tutt'altro che rassicuranti. Anche quella fetta della minoranza che è disposta a confrontarsi con il segretario, propone degli aggiustamenti alla revisione del Porcellum, concordata con Berlusconi.

E siccome alla Camera c'è il voto segreto, il rischio è che passi qualche emendamento non gradito né al leader del Pd, né al gran capo di Forza Italia. Non quelli sulle preferenze, perché anche Alfano, nell'ultimo colloquio che hanno avuto, ha lasciato chiaramente intendere a Renzi che su quel fronte la sua sarà una battaglia di bandiera, su cui non spingerà l'acceleratore. No, il problema è un altro. È quello della soglia del 5% per i partiti che si coalizzano. Troppo alta. Su questo punto più di un esponente del Pd spinge il sindaco di Firenze, a trattare. Il rischio, infatti, è che, come dice un renziano della seconda ora, il Parlamento si trasformi in un «Vietnam per il segretario».


Finora, il leader del Pd ha sempre avuto la meglio perché ha giocato nel partito, forte del risultato ottenuto alle primarie. Ma nei palazzi della politica, dove i riti e i trucchi sono gli stessi della prima Repubblica, il segretario potrebbe impantanarsi e con lui potrebbero affondare anche le riforme. Però Renzi non teme questo scenario, che pure gli dipingono anche alcuni fedelissimi.

La sua convinzione è che, alla fine, avrà la meglio: «Non ci sarà la palude». Tanta sicurezza gli deriva da due motivi. Il segretario è convinto che alla fine «prevarrà la disciplina di partito», perché gli ex pci l'hanno nel Dna. E il leader potrebbe avere ragione, da questo punto di vista, almeno sentendo parlare Matteo Orfini: «Non si possono presentare emendamenti di corrente alla riforma. Dopodiché quando si è scelta una linea, votandola a maggioranza, ci si attiene a quella». Già, per dirla con il veltroniano Walter Verini «la legge elettorale non è come la fecondazione assistita, non sono previsti casi di coscienza».


Però la vera carta su cui punta Renzi è un'altra. Come ha avuto modo di confidare ai suoi: «Tireranno la corda, però non fino a far saltare tutto, seppellendo il governo sotto le macerie e andando alle elezioni». Anche perché, pure se si votasse con la legge elettorale, frutto della sentenza della Consulta, le candidature le deciderebbe il segretario. E quelli che gli hanno teso una trappola in aula, difficilmente rivedrebbero i loro scranni parlamentari...


2. GELONI: ‘MATTEO? CI VUOLE PROVOCARE'
Al.Ar per ‘Il Corriere della Sera'

Chiara Geloni non vorrebbe parlare del successore di Gianni Cuperlo alla presidenza del Pd. «Mi piacerebbe che prima si chiedesse a Gianni di restare, non subito pensare a come sostituirlo». Pasionaria bersaniana, direttrice di YouDem, la tv del partito, nella direzione di lunedì scorso Chiara Geloni è stata fra quelli che ha sofferto e ha parteggiato per chi alla fine si è astenuto sulla proposta di legge elettorale del segretario. È preoccupata.

Dice, infatti: «Penso che si debba fare chiarezza sul comportamento di Matteo Renzi: c'è chi parla di battute o di cadute di stile. Io credo invece che la sua sia una strategia ben pianificata, niente affatto estemporanea. Una strategia alla quale faremmo bene ad abituarci. E lunedì in direzione lo abbiamo visto bene». Chiara Geloni non ha dubbi: «Qualsiasi altro segretario avrebbe apprezzato il dissenso di Cuperlo: costruttivo, e circoscritto. Renzi invece che apprezzare l'opposizione la provoca, in maniera diretta...Che senso ha dire a Cuperlo: tu non puoi parlare perché non hai fatto le primarie per il Parlamento? Un attacco scorretto e personale quando Gianni parlava a nome di più persone, non soltanto per se stesso».

 

 

CUPERLO RENZI CIVATI CONFRONTO SKYTG RENZI CUPERLO CIVATI CUPERLO RENZI CIVATI CONVENZIONE PD CIVATI Guglielmo Epifani Guglielmo Epifani MATTEO ORFINI CHIARA GELONI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump joe biden

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI, FORSE PER LA PRIMA VOLTA DA QUANDO È A PALAZZO CHIGI, È FINITA IN UN LABIRINTO. E NON SA DAVVERO COME USCIRNE. STAI CON NOI TRUMPIANI O CONTRO DI NOI? CI METTI LA FACCIA O NO? IL BRITANNICO NEO-MAGA NIGEL FARAGE HA DICHIARATO CHE AVREBBE PREFERITO CHE MELONI PRENDESSE POSIZIONI PIÙ DURE CONTRO L’UNIONE EUROPEA, ALTRO SEGNALE: COME MAI ANDREA STROPPA, TOYBOY DELL'ADORATO MUSK, SPINGE SU X PER IL RITORNO DI SALVINI AL VIMINALE? VUOLE PER CASO COSTRINGERMI A USCIRE ALLO SCOPERTO? OGGI È ARRIVATA UN'ALTRA BOTTA AL SISTEMA NERVOSO DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA LEGGENDO LE DICHIARAZIONI DI JORDAN BARDELLA, IL PRESIDENTE DEL PARTITO DI MARINE LE PEN, CHE HA TROVATO L’OCCASIONE DI DARSI UNA RIPULITA PRENDENDO AL VOLO IL "GESTO NAZISTA" DI BANNON PER ANNULLARE IL SUO DISCORSO ALLA CONVENTION DEI TRUMPIANI A WASHINGTON - E ADESSO CHE FA L’EX COCCA DI BIDEN, DOMANI POMERIGGIO INTERVERRÀ LO STESSO IN VIDEO-CONFERENZA?

marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT - L’INTERVISTA RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO” HA MANDATO IN TILT FORZA ITALIA E SOPRATTUTTO TAJANI - IL VICEPREMIER HA REAGITO IN MODO SCOMPOSTO: “NON ABBIAMO BISOGNO DI NESSUNA SVEGLIA. MARINA FA BENE A DIRE CIÒ CHE PENSA MA NON CI HA MAI CHIESTO NÉ IMPOSTO NULLA. QUANTO DETTO DA LEI NON ERA RIVOLTO A FORZA ITALIA” - NEL PARTITO MONTA LA FRONDA VERSO LA FAMIGLIA BERLUSCONI E C’E’ CHI PENSA DI POTERSI EMANCIPARE UNA VOLTA PER TUTTE (MAGARI TROVANDO UN FINANZIATORE DISPOSTO AD ACCOLLARSI I 99 MILIONI DI FIDEJUSSONI GARANTITE DALLA DINASTY DI ARCORE) - AVVISO ALLA "SINISTRA" MARINA: NEL WEEKEND VERRA’ CONDOTTO UN SONDAGGIO RISERVATO PER TESTARE L’APPREZZAMENTO DEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA SENZA LA PAROLA “BERLUSCONI”…

giuseppe conte elly schlein

LE INSOSTENIBILI DICHIARAZIONI FILO-TRUMP DI CONTE HANNO MANDATO IN TILT SCHLEIN - TRA I DUE SAREBBE PARTITA UNA TELEFONATA BURRASCOSA IN CUI LA SEGRETARIA DEM AVREBBE FATTO CAPIRE A PEPPINIELLO CHE SE CONTINUA COSÌ IL M5S CROLLERÀ AL 7% - ELLY DEVE FARE I CONTI CON L’AUT AUT DI CALENDA E CON LA MINORANZA CATTO-DEM IN SUBBUGLIO CONTRO CONTE – PEPPINIELLO TIRA DRITTO: PARLA ALLA PANCIA DEI 5 STELLE E ABBRACCIA LA LINEA ANTI-DEM DI TRAVAGLIO SU RUSSIA E TRUMP. MA "LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO" SA BENISSIMO CHE, SENZA UN ACCORDO COL PD, A PARTIRE DAL PROSSIMO VOTO REGIONALE, NON VA DA NESSUNA PARTE…

elon musk donald trump caveau oro

DAGOREPORT - ALTA TENSIONE TRA IL MONDO FINANZIARIO AMERICANO E KING TRUMP - PRIMA DI DICHIARARE GUERRA A WASHINGTON, I GRANDI FONDI E I COLOSSI BANCARI ASPETTANO CHE TRUMP E MUSK CACCINO IL PRESIDENTE DELLA FEDERAL RESERVE  PER IMPORRE I BITCOIN COME RISERVA NAZIONALE. UNA MONETA DIGITALE E SOVRANAZIONALE CHE AFFOSSEREBBE IL DOLLARO, E QUINDI L'ECONOMIA USA. E GOLDMAN SACHS SI PORTA AVANTI CONSIGLIANDO DI INVESTIRE IN ORO - LE RIPERCUSSIONI PER L'ITALIA: MELONI SA CHE I GRANDI FONDI, SE VOLESSERO, POTREBBERO MANDARE GAMBE ALL'ARIA IL DEBITO TRICOLORE...

luca zaia marina berlusconi matteo salvini il foglio

FLASH – PARE CHE LUCA ZAIA, DOPO AVER LETTO L’INTERVISTA-MANIFESTO RILASCIATA DA MARINA BERLUSCONI AL “FOGLIO”, ABBIA COMMENTATO SODDISFATTO: “QUESTA C’HA LE PALLE”. IL SEGRETARIO DELLA "LIGA VENETA", ALBERTO STEFANI, AVREBBE SUBITO RIFERITO IL COMMENTO DEL “DOGE” A SALVINI. COME L'HA PRESA L'EX TRUCE DEL PAPEETE? NON HA GRADITO L’ENDORSEMENT PER LA “CAVALIERA”: QUESTA VOLTA LA TISANELLA CHE CONSIGLIA SEMPRE AI "SINISTRELLI ROSICONI" L'HA DOVUTA BERE LUI, PER PLACARSI…