giorgia meloni antonio polito pietrangelo buttafuoco

MA DAVVERO LA CULTURA DI DESTRA HA BISOGNO DI UNA “RIVINCITA”?  BUTTAFUOCO: “IL CINEMA ITALIANO DEVE PIÙ A BENIGNI O A PIETRO GERMI E A FEDERICO FELLINI, CHE CERTO COMUNISTI NON ERANO? L’UNICA DIFFERENZA È L’ILLUMINAZIONE: NELLA RAI DI UN TEMPO CORRADO INVITAVA CARMELO BENE A DOMENICA IN, OGGI FAZIO NON LO FAREBBE MAI” – POLITO: “ALLA FINE IN RAI SARÀ TANTO RUMORE PER NULLA. SARÀ TUTTA UN’OSPITATA, UN TURNOVER DI ESPERTI, UNA NOUVELLE VAGUE DI COMMENTATORI. LA SOLITA RAI. SOLO A PARTI INVERTITE…”

Estratto dell'articolo di Antonio Polito per il “Corriere della Sera”

 

antonio polito

Le cose starebbero così: l’Italia è un Paese di destra con una cultura a sinistra, perciò ogni volta che la destra vince le elezioni deve riprendersi il suo, e costruire un nuovo senso comune più corrispondente al paese reale. Ergo, deve occupare la Rai.

 

Ora, la prima cosa da chiarire è che Rai e Cultura non sono neanche lontanamente sinonimi. Secondo: che l’ennesimo avvicendamento in direzioni e vicedirezioni di perlopiù oscuri funzionari non cambierà di una virgola la storia della cultura italiana. Terzo: che così fan tutti, è semplice «amichettismo», o nepotismo, ognuno premia i suoi; e d’altra parte anche chi denuncia scandalizzato «l’assalto della destra al fortino Rai» riconosce implicitamente che in quel fortino s’era asserragliata la sinistra.

 

buttafuoco meloni

[…] Quando si parla di «cultura di destra» si finisce sempre ai soliti due/tre nomi, su cui i cronisti si affannano a costruire i loro retroscena, Marcello Veneziani e Pietrangelo Buttafuoco in prima fila: personaggi ormai così indipendenti e appartati, «ingestibili» o «squinternati» come loro stessi si auto-definiscono, che poi non li chiama mai nessuno (e anche stavolta entrambi negano di essere stati contattati per succedere ad Augias nel suo programma di libri, per quanto di libri ne abbiano letti parecchi).

 

marcello veneziani foto di bacco

Buttafuoco rifiuta perfino l’idea che sia necessaria una «rivincita» della cultura di destra, perché questa a suo parere ha sempre dimostrato una superiore qualità: «Era uno scrittore migliore Vittorini che non voleva pubblicare Il Gattopardo o Tomasi di Lampedusa che l’aveva scritto? Il cinema italiano deve più a Benigni o a Pietro Germi e a Federico Fellini, che certo comunisti non erano? Ci ricorderemo di Carlo Cassola o di Giuseppe Berto? L’unica differenza è l’illuminazione: nella Rai di un tempo Corrado invitava Carmelo Bene a Domenica In, oggi Fazio non lo farebbe mai».

 

La sua idea è che la cultura di destra è per natura anticonformista. Simboleggiata da una celebre vignetta di Guareschi in cui, tornando da un campo di concentramento tedesco, lui chiede: «Il mondo, dove va?»; «A sinistra», gli rispondono tutti. E lui bofonchia: «Allora io vado a destra». Sarebbe questo anticonformismo ad averla «oscurata» nel potere editoriale e accademico.

 

corrado e carmelo bene a domenica in

E Veneziani aggiunge, come concausa, un individualismo che a destra ha sempre impedito di far funzionare l’«intellettuale collettivo» di gramsciana memoria. Poi bisognerebbe stabilire «che cos’è la destra, cos’è la sinistra» per dirla alla Gaber.

Soprattutto oggi.

 

I trascorsi filo-putiniani del nuovo uomo forte in Rai, Giampaolo Rossi, potrebbero per esempio unire la sinistra di Michele Santoro e la destra di Francesco Borgonovo. Mentre la pattuglia dei conduttori di indiscusso pedigree di sinistra ma ormai di rito pentastellato, sembra gradita alla nuova destra, tant’è che conserverà ampio spazio in una Rai già definita da molti «giallo-nera».

 

GIAMPAOLO ROSSI

Quella che rischia stavolta davvero il viale del tramonto è piuttosto quell’idea «ottimista e di sinistra», come cantava Lucio Dalla, per la quale la storia ha una direzione unica, va sempre verso il progresso, e per questo chi non sta con i progressisti è contro la Storia. […]  Il Duemila, con la grande «rupture» dell’attentato alle Torri Gemelle, ha segnato la fine di questo «paradigma positivista», dice Gaetano Quagliariello, che quest’anno celebra i vent’anni della Fondazione Magna Carta.

 

i post del blog di giampaolo rossi 1

Tradotto in soldoni Rai: la fine dell’egemonia del Pd. E infatti a traballare sono le sue casematte, i salotti in cui con libri, canzonette e buoni sentimenti si costruiva il vademecum del vero progressista. Eppure, giro di poltrone a parte, vedrete che alla fine sarà tanto rumore per nulla.

 

Per parafrasare un celebre aforisma: la rivoluzione in Rai non si può fare, si conoscono tutti. Dubito perciò che avremo fiction sul fascismo o inchieste sull’etnia, che tra l’altro in una Rai pluralista ci starebbero pure bene, se fatti con professionismo e rigore. Più probabile che sarà tutta un’ospitata, un turnover di esperti, una nouvelle vague di commentatori. La solita Rai. Solo a parti invertite .

i post del blog di giampaolo rossi 10pietrangelo buttafuoco foto di bacco (4)

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)