SEZIONE TAFAZZI – DELEGITTIMARE LE PRIMARIE: IL FRONTE ANTI-RENZI PUNTA A MUTILARE LA VITTORIA DEL SINDACO (E POCO IMPORTA SE IL PD NON CI SARÀ PIÙ: TANTO NON E’ MAI NATO) – ACCORDO D’ALEMA-RENZI DOPO L’8 DICEMBRE?

Maria Teresa Meli per "Il Corriere della Sera"

È il vincitore annunciato. E scontato. Perciò non si può fare altro che sfregiarlo. Delegittimarlo. Arginarlo. Tentare di renderlo, se non innocuo (impresa improba, visto il personaggio), quanto meno un segretario ridimensionato. Magari votato da poco più di un milione di elettori. Quando quelli di Veltroni e, persino, di Bersani sono stati più di 3 milioni.

Meglio ancora se si riesce a sconfiggerlo almeno sul fronte delle elezioni dei delegati, che riguarda solo gli iscritti. Il fronte anti-Renzi si muove ormai senza remora alcuna: non importa se il Pd resterà ammaccato, quel che conta è che il futuro segretario non ottenga una vittoria indiscutibile. Quindi va bene tutto.

Serve soprattutto la drammatizzazione delle tessere gonfiate, che è un ottimo respingente per le primarie che verranno. «Tutto serve per attenuare il successo di Matteo», ironizza Angelo Rughetti. E Antonio Funiciello, responsabile Comunicazione del Pd, richiama tutti all'ordine: «Ragazzi, avete capito bene come funziona il giochetto? Prima tentano di inquinare le primarie, dicendo che chiunque fa votare chiunque, dagli albanesi ai cinesi, persino nelle votazioni riservate agli iscritti, lasciando intendere che alle primarie, quando si presenteranno ai gazebo cittadini che non frequentano i circoli del Pd, può succedere di peggio. Poi tenteranno di sabotarle: meno gente vota meglio è, perché così sperano che Renzi conti di meno».

Il sindaco di Firenze sa bene a che gioco stanno giocando i suoi avversari, ma si rifiuta di sedersi a quel tavolo e non vuole nemmeno vedere quelle carte. «Noi - spiega ai fedelissimi - non ci dobbiamo immischiare in queste storie. Se ci facciamo tirare dentro queste beghe è peggio. Finiamo per sembrare come loro, come quelli che stiamo combattendo politicamente. E invece noi rappresentiamo, anzi, siamo il cambiamento».

Il gioco degli avversari è chiaro a Renzi, ma il primo cittadino di Firenze non vuole cascarci, preferisce fare finta di niente, per quanto gli è possibile: «È chiaro che stanno alzando i toni, enfatizzando la storia delle tessere gonfiate perché vogliono che venga meno gente possibile a votare alle primarie. Così pensano che la percentuale di Cuperlo aumenti e che, soprattutto, io venga votato da molta meno gente dei miei predecessori.

È una battaglia indecente quella di chi, per combattermi, ha scelto questo campo, e non sto parlando di Gianni, perché è una battaglia in cui si è pronti ad abbattere il Pd pur di farmi la guerra. Si vuole creare un clima per cui la gente pensi: che vado a votare a fare per un partito che fa schifo, che fa le tessere false? Meglio Grillo, meglio astenersi».

È amareggiato e stupito, il sindaco di Firenze, perché non si aspettava tutta questa furia. Eppure tutto di lui si può dire tranne che sia un ingenuo. I suoi sono sul piede di guerra. Lorenzo Guerrini è sicuro: «A questo punto dobbiamo vincere anche la battaglia sui circoli e i segretari provinciali, sennò è un casino».

Ma intanto il tam tam per delegittimare le primarie continua indefesso: «Se per avere una gara pulita non valgono nemmeno i 15 euro che si pagano per comprare la tessera - spiega Beppe Fioroni - figuriamoci che competizione sporca si può avere con le primarie in cui bastano due euro per votare».

Già il leitmotiv degli avversari di Renzi è sempre lo stesso. Non riuscendo a batterlo, l'unica è inficiarne la vittoria. E, magari, immaginare una prospettiva diversa. Una scissione a destra, dei popolari di Fioroni, che potrebbero andare con gli «innovatori» del Pdl, nel caso in cui dicessero addio a Berlusconi. E una a sinistra, immagina qualcuno.

Ma da quelle parti tira aria diversa. E tutti guardano a D'Alema, convinti che l'ex premier dopo l'otto dicembre tenterà l'accordo con Renzi. Se non altro perché, come ha ammesso lo stesso Bersani agli amici, da qualche tempo in qua il rapporto di forza nel Pd è cambiato: «Prima era due terzi agli ex Ds e un terzo agli ex Margherita, ora è esattamente il contrario».

E se non si vuole fare della sinistra una «bad company» bisognerà trattare con Renzi, assicura un dalemiano di lunghissimo corso. Il quale, forse, non sa qual è la parola d'ordine del sindaco di Firenze: «Se vogliono restare in politica vadano pure in Europa». Come a dire, chi non vuole ancora rinunciare alla politica si acconci a giocarci fuori dall'Italia.

 

Gianni Cuperloe bersani article GIANNI CUPERLO COL MINI MEGAFONO CUPERLO RENZI pd scon BERSANI E CUPERLO rticle Fioroni renzi e epifani

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)