morisi lega gay

E ORA CHI LO DICE A CALDEROLI CHE LA LEGA È DIVENTATA "UN RICETTACOLO DI CULATTONI"? - IL CASO MORISI STA FACENDO EMERGERE PROPRIO QUELLO CHE ERA L'INCUBO DEL VICEPRESIDENTE DEL SENATO, E CIOÈ IL RISCHIO DI "DIVENTARE UN POPOLO DI RICCHIONI" - PRIMA DELLA "CORRENTE MYKONOS" E DELL'ASTIO ANTI-GAY DI PILLON, IL CARROCCIO ERA DIVERSO: AGLI INIZI ERA A FAVORE DEI DIRITTI OMOSESSUALI, POI CI FU LA SVOLTA MACHISTA DI BOSSI E QUELLA DEI ROSARI DI SALVINI (ANCHE SE CERTE SERATE…)

Francesca Buonfiglioli per www.tag43.it

 

matteo salvini e luca morisi 3

Effetti collaterali del caso Morisi. La vicenda che vede implicato il creatore della Bestia salviniana ha confermato ciò che si sapeva già cioè l’esistenza di due Leghe: quella del celodurismo 2.0, che dichiara guerra al Ddl Zan e si fa paladina della famiglia cosiddetta tradizionale con una-mamma-e-un-papà e il partito in cui, parola del senatore Simone Pillon, «i gay sono tantissimi. Li conosco tutti. Tra Camera e Senato non bastano due mani per contarli» (Intervista al Foglio).

 

luca morisi e matteo salvini

La corrente Mykonos della Lega

Una Lega in cui serpeggia la “corrente Mykonos” (sull’isola greca il deputato dem Alessandro Zan vide un collega leghista particolarmente aggressivo in Aula contro il Ddl che porta il suo nome baciare un uomo) composta da una ventina tra deputati e senatori del Carroccio.

 

SIMONE PILLON

E c’è di più, come racconta al Fatto Quotidiano una fonte leghista, nel 2018 Morisi partecipò attivamente alla composizione delle liste elettorali, infilando una ventina di suoi «protetti». Tutti gay.

 

Chissà cosa ne pensa quel Roberto Calderoli che nel gennaio 2006 metteva in guardia il suo popolo dalla deriva rainbow. «La civiltà gay ha trasformato la Padania in un ricettacolo di culattoni», disse l’allora ministro delle Riforme come ricordò Gian Antonio Stella sul Corriere.

 

calderoli

«Qua rischiamo di diventare un popolo di ricchioni». E, ancora: «Questi culattoni hanno nauseato. Pacs e porcherie varie hanno come base l’arido sesso e queste assurde pretese di privilegi da parte dei culattoni sono fuori luogo e nauseanti». Parole che lette insieme con le cronache di questi giorni suonano come una nemesi.

 

La Lega Nord, il matrimonio gay e Los Padania

E dire che la Lega Nord delle origini era su ben altre posizioni. «Lo Stato non deve entrare nelle camere da letto dei propri cittadini», recitava un volantino del Carroccio. Nella Padania attraversata dai venti di secessione, il partito era addirittura aperto ai matrimoni gay.

 

LUCA MORISI

«Il matrimonio fra gay? Nella Padania auspicata dalla Lega, sarà possibile per venire incontro alle esigenze di vera libertà degli individui», sosteneva Franco Fante, senatore del Carroccio dal 1994 al 1996. Sempre di quegli anni è l’esperienza di Los Padania (dove Los sta per libero orientamento sessuale) raccontata in Razza Padana (2008) di Adalberto Signore e Alessandro Trocino.

 

luca morisi

«Un’associazione che arriverà a contare una cinquantina di persone», si legge nel libro, «e che insieme a Gay Lib, vicina ad An, si batte dal centrodestra per i diritti degli omosessuali». Los, fondata da Marcello Schiavon, Carlo Manera ed Enrico Oliari, era una delle sigle presenti sul sito della Lega Nord, presenziava agli eventi ufficiali ed era ufficialmente riconosciuta dal partito. «Allora», ricordava Manera in Razza Padana, «c’era un clima laico e di tolleranza».

 

La svolta machista del Senatùr

LUCA MORISI MATTEO SALVINI UMBERTO BOSSI

Già, c’era. Perché nel 2000 il riavvicinamento al centrodestra guidato da Silvio Berlusconi benedetto dal Vaticano impose a Bossi un dietrofront. «No alla famiglia omosessuale. Noi tolleriamo la diversità ma non accettiamo la dittatura di un modello sessuale artificiale».

 

Con queste parole il Senatùr suggellò la metamorfosi omofoba della sua creatura. Mentre il figlio Renzo, il Trota, dichiarava: «Nella vita va provato tutto, tranne droga e culattoni». Da allora i Los Padania fecero perdere le loro tracce. Fu nel nome del celodurismo militante che sul Monviso, durante il raduno leghista del 2013, sempre Calderoli esortò il popolo padano a «tornare ad avercelo duro».

 

LA CANOTTIERA DI BOSSI E I BOXER DI SALVINI

E Bossi lo interruppe: «A te sono sempre piaciute le donne, non sei come Tosi». Salvini subito dopo alla Zanzara cercò di stemperare i toni: «Bossi è fermo al passato in cui si pensava che dare del frocio è un insulto». Fatto sta che Flavio Tosi allora alla guida di Verona fu tra i primi sindaci a istituire un registro per le coppie di fatto, comprese quelle dello stesso sesso.

 

Salvini, tra rosari e serate gay friendly

E Salvini? Il Capitano che bacia rosari in Piazza Duomo e affida «l’Italia, la mia e la vostra vita, al cuore immacolato di Maria» strizza l’occhio ai reazionari, ai tradizionalisti, al popolo del Family Day senza mai passare il segno. Insomma ognuno è libero di fare ciò che vuole. Tra le lenzuola, sia ben chiaro, guai “ostentare”.

 

matteo salvini durante una serata gay al popstarz di milano

«Sono convinto che, senza famiglia e senza figli, la nostra società andrebbe a morire», disse nel 2014. «Rispetto l’omosessualità, alla richiesta di diritti io non dico mai di no a prescindere. Ma, e su questo non cambierò mai idea, il matrimonio si celebra fra un uomo e una donna, e i figli si danno in adozione a un uomo e a una donna. Genitore 1 e genitore 2, due mamme e due papà, le adozioni gay e la diversità ostentata, non mi piacciono».

 

gay a mykonos

L’ex comunista padano del Leonka per raggranellare voti non disdegna certo gli ambienti Lgbt. E la cosa non stupisce visto che nel 2001 l’attuale segretario leghista, che ha definito l’Islam «incompatibile con i nostri valori», cercava voti per le Comunali in moschea. Come riportò Gay.it, nel 2015 si fece immortalare al Popstarz di Milano durante una serata gay-friendly accoccolato con amici sui divanetti. Nelle foto si riconoscono alcune facce note.

 

alessandro morelli e matteo salvini

C’è Alessandro Morelli, ora viceministro delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili che ai tempi in cui era capogruppo leghista a Palazzo Marino – era il 2013 – condivise su Facebook una foto con la scritta “Vendola gay e pedofilo” contro le adozioni gay per poi scusarsi «della leggerezza».

 

andrea manzoni e alberto di rubba

Ma anche Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, i due revisori contabili della Lega in parlamento che lo scorso giugno sono stati condannati rispettivamente a 5 anni e 4 anni e 4 mesi nel processo con rito abbreviato nell’indagine sulla compravendita della sede della Fondazione Lombardia Film commission, ente partecipato da Regione e Comune di Milano. Ma questa è un’altra storia. Anche per Salvini.

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)