IN SIRIA ORA SI AMMAZZANO SOTTOTERRA – DOPO IL CLAMORE DEGLI ATTACCHI CON LE ARMI CHIMICHE, INIZIA LA ‘’GUERRA INVISIBILE’’ NEL SILENZIO DEI TUNNEL

Alberto Stabile per "La Repubblica"

L'autostrada per l'aeroporto, una delle tante "strade della morte" che percorrono la periferia di Damasco, s'interrompe bruscamente poco dopo il campo-profughi di Jaramana. Da un lato le casupole miserabili dei palestinesi rifugiati in Siria da 65 anni, dall'altro i palazzi del quartiere di Bet Sahem, inscheletriti dalle bombe a tappeto lanciate dagli aerei per snidare i cecchini.

«Da qui non potete andare oltre», ordina l'ufficiale che comanda il posto di blocco, perché sette chilometri più avanti, nel villaggio di Shabaa si combatte da quasi un mese una battaglia decisiva in quella che si può chiamare la "guerra dei tunnel".

Da lontano, una nuvola plumbea avvolge Shabaa immersa nella campagna deserta. In quel punto, all'aeroporto di Damasco mancano ancora sette chilometri, eppure è partendo da Shabaa che, secondo i militari, i ribelli sono riusciti a paralizzare lo scalo internazionale, una finestra vitale per la Siria.

In che modo, è presto detto: combinando la tecnologia di Hamas applicata alla guerriglia sotterranea con l'acume tattico degli hezbollah, veri e propri maestri nella materia. Solo che stavolta i miliziani sciiti libanesi, alleati salvavita del regime siriano, i ribelli che combattono Assad se li sono ritrovati contro.

La scoperta che ha lasciato i soldati di Assad a bocca aperta consiste in un tunnel lungo tre chilometri e largo quanto basta a contenere un blindato che, secondo le prime informazioni ufficiose, collegherebbe il centro di Shabaa con l'autostrada. Così, non visti, per mesi, i guerriglieri hanno potuto attaccare i convogli diretti a, o provenienti da, lo scalo internazionale. Quando non hanno essi stessi sferrato assalti mordi e fuggi, o bombardato le piste con colpi di mortaio, di fatto rendendo lo scalo internazionale inutilizzabile fino ad oggi.

Chi ha conosciuto la guerra tra israeliani e palestinesi sa come sono fatti i tunnel che collegano Gaza all'Egitto: ascensore a gabbia fino a 100-200 metri di profondità, luci sul tracciato, ventilatori a elica per rinnovare l'aria, non semplici cunicoli ma vere e proprie strade sotterranee in grado di spostare agevolmente non soltanto gli uomini ma anche i mezzi.

Abu Omar, un vecchio militante del Fronte popolare che ormai ha scelto di vivere a Damasco la sua stagione di pensionato della guerriglia palestinese, assicura che sono stati gli ufficiali degli hezbollah libanesi a scoprire che gli insorti armati avevano copiato la strategia dei tunnel: «Gli hezbollah - rivela - hanno trovato nei depositi dei ribelli che combattono Assad le scavatrici coreane che loro stessi avevano regalato ai capi di Hamas per rompere l'assedio di Gaza del 2006-2007. Non si sa come e per quale via quelle scavatrici sono entrate, o forse si potrebbe dire sono ritornate in Siria».

Il tunnel di Shabaa non rappresenta una novità assoluta nel conflitto siriano. Un camminamento sotterraneo lungo 10 chilometri collegava Qusayr, dove s'è combattuta una battaglia strategica vinta dalle forze lealiste con l'appoggio decisivo dei miliziani hezbollah per il controllo della via che collega Damasco alla valle della Bekaa libanese e alla costa Mediterranea, con Tal Kalah a sud-est della provincia di Homs.

Una rete di passaggi scavati in profondità sarebbe affiorata a Barzeh, Jobar e Qabun, i centri della grande periferia di Damasco, la cosiddetta Goutha, da dove la guerriglia ha lanciato da più di un anno l'assalto alla capitale e spesso, grazie ai tunnel, colpendo il nemico alle spalle.

Ma non solo di attacchi a sorpresa vive la battaglia di Damasco. Lasciata l'autostrada per l'aeroporto all'altezza di Jaramana (il quartiere misto di drusi, alawiti e cristiani che dà il nome al campo profughi), ecco la tangenziale est, un'altra "strada della morte" costruita a suo tempo per collegare la capitale con l'autostrada per Homs ed oggi perennemente nel mirino dei cecchini.

Di qua la città, di là la guerra. Colonne di fumo nero si levano da Barze al centro
di uno scontro furibondo. Massi e copertoni bloccano la tangenziale deserta. Il selciato è sconvolto dai cingoli dei carri armati acquattati dietro alti terrapieni.

Eppure, senza neanche dover allungare troppo lo sguardo, ecco sul lato opposto, i minibus che riportano i bambini a casa dopo il primo giorno di scuola. Il traffico scorre lento. I colpi di mortaio che continuano a cadere nelle piazze della città assediata quasi non vengono più notati, se non ci sono vittime.

L'ultimo ad essere falciato dalle schegge di una katiuscia piombata sulla zona cristiana, una delle più a rischio, è stato un giovane ambulante, Jussef, il quale, mi raccontano, costretto a chiudere il suo piccolo artigianato di borse di cuoio e gioielli finti, s'era messo a vendere frutta e verdura per strada. «La verità - dice un suo amico - è che nessuno a Damasco si chiede più quando finirà».

 

Al Shabaab SIRIA v2mainimg siria ribelli shabaa SIRIANI IN FUGA siria esplosione jpegsiria

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…