DOPO LA GUERRA, CHE GAZA FACCIAMO? - AL TERMINE DEL CONFLITTO GLI ISRAELIANI VORREBBERO MANTENERE IL CONTROLLO DELLA STRISCIA MA NESSUNA NAZIONE, STATI UNITI IN PRIMIS, È D'ACCORDO - LA CASA BIANCA VORREBBE AFFIDARE IL CONTROLLO ALL'AUTORITÀ NAZIONALE PALESTINESE, IN MODO DA "UNIRLA" POLITICAMENTE CON LA CISGIORDANIA, MA C'È IL PROBLEMA DELL'IMPOPOLARITÀ DEL PRESIDENTE, ABU MAZEN - L'IPOTESI DI AFFIDARE IL CONTROLLO AI PAESI ARABI CHE, PERÒ, NON VOGLIONO PASSARE COME COMPLICI DI ISRAELE
Estratto dell’articolo di Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
Per il dopoguerra a Gaza sono in campo due ipotesi divisive e un tentativo di compromesso. Gli israeliani insistono: l’esercito di Tel Aviv deve mantenere il controllo della Striscia, anche una volta terminati i combattimenti. Un concetto espresso dal primo ministro Benjamin Netanyahu e ieri ripetuto dal presidente Isaac Herzog: «Chi può garantire la sicurezza di coloro che hanno sofferto la peggiore delle atrocità? Al momento gli unici che possono farlo sono le forze di difesa di Israele».
Herzog fa parte del Partito laburista che ora è all’opposizione. Ciò significa che l’occupazione a oltranza di Gaza sembra essere un’idea condivisa non solo dalla destra al governo. Il problema, però, è che non piace a nessun altro.
Certamente non all’Autorità palestinese, non ai Paesi arabi, non agli europei e neanche agli Stati Uniti, l’alleato numero uno di Israele. […] La Casa Bianca e il Dipartimento di Stato continuano a studiare un secondo scenario: affidare all’Autorità palestinese l’amministrazione della Striscia, in modo da saldare Gaza alla Cisgiordania. Sarebbe il primo passaggio per arrivare alla soluzione della crisi con la formula dei «due popoli, due Stati»: Israele e Palestina. Ma gli ostacoli sono tanti.
L’attuale leader dell’Autorità, Abu Mazen, è una figura impopolare a Gaza (e ormai sempre di più anche in Cisgiordania). Nei giorni scorsi il Segretario di Stato Antony Blinken ha provato a sondare i vertici dei Paesi arabi alleati, dall’Egitto all’Arabia Saudita, dalla Giordania agli Emirati arabi. Nessuno di loro ha dato una chiara disponibilità a garantire la sicurezza di Gaza.
Tutti vogliono evitare il rischio di passare per «complici di Israele», diventando così il nuovo bersaglio delle proteste popolari. […] Politici e diplomatici, quindi, stanno cercando un punto di equilibrio. […]
Nello stesso tempo si lavora a una soluzione transitoria: sia l’Onu ad assumere il controllo di Gaza. Sì, ma con quale formula? Gli israeliani sono drasticamente contrari a un modello tipo Unifil, la forza di interposizione con il Libano: non ha funzionato lì, dicono, perché mai dovrebbe funzionare a Gaza? […]
blinken abu mazenAbu Mazen BENJAMIN NETANYAHU AL CONFINE CON GAZA