CHI È IL ‘CORVO’ DI PALAZZO CHIGI? - BERLUSCONI RIMPOLPA LE CASSE DI “FORZA ITALIA”: FIDEJUSSIONI PER 25 MLN €

A cura di Gianluca Di Feo e Primo Di Nicola per "l'Espresso"

1 - FUGHE DI NOTIZIE CORVO IN AZIONE A PALAZZO CHIGI
G.Fed. - Lo spettro del "corvo" o, peggio, dei "corvi" ha iniziato ad aggirarsi qualche settimana fa, dopo l'ennesima fuga di notizie. Il sospetto, sussurrato a mezza bocca a palazzo Chigi, è che qualcuno faccia volutamente trapelare ai media bozze di provvedimenti "datate o addirittura sbagliate". A sostegno di questa tesi si citano alcune anticipazioni, poi rivelatesi false, sul "Decreto del Fare", sugli incentivi per il risparmio energetico e sui requisiti per accedere agli sgravi previsti nel "dl lavoro".

Un caso, quest'ultimo, che ha particolarmente irritato Enrico Letta e scatenato un duro botta e risposta con Beppe Grillo, che aveva attaccato il governo proprio sulla base di indiscrezioni errate. «Sembra che qualcuno si diverta a danneggiare il governo», attacca un ministro. E il sospetto, conferma un'altra fonte governativa, è che il "corvo" sia dentro i dicasteri. Ma chi? «Magari un funzionario che non ha gradito di essere spostato
di ufficio o rimosso...», spiega la fonte.

2 - GARAGE ALEMANNO VENDESI
G. Pa. - Di andare in giro in auto il neo sindaco della capitale, Ignazio Marino, non vuole proprio saperne: usa solo la bicicletta. Che farne dunque delle tre auto blu (una Lancia Thesis, una Lancia Kappa e un'Alfa Romeo 166), ereditate dal suo predecessore Gianni Alemanno e da anni ferme in un parcheggio a pagamento? Nemmeno gli assessori potranno utilizzarle, visto che «nella prima riunione di giunta», ha fatto sapere Marino, «abbiamo deciso l'eliminazione delle auto blu» per tutti. Venderle, mettendo fine cosi allo spreco di denaro, è apparsa perciò la soluzione più sensata. Già nel 2008 Alemanno aveva annunciato di volersene disfare, ma poi ogni anno il mantenimento delle tre vetture finiva a bilancio. Ora l'assessore al Patrimonio si sta attivando per la cessione.

3 - SILVIO FINANZIA IL PARTITO
M. Br. - Tutto pronto o quasi per il restyling di Forza Italia. Silvio Berlusconi sta provvedendo attraverso fidejussioni a rimpolpare le casse del partito per un valore di circa 25 milioni di euro. Forza Italia infatti non ha mai cessato di esistere, con conti correnti propri e dipendenti "prestati" al Popolo della Libertà. Ma dalla creazione di quest'ultimo, venendo meno i rimborsi elettorali, ha iniziato ad incrementare il debito con le banche (circa 43 milioni di euro ad oggi) che con l'intervento di Berlusconi viene finalmente stoppato.

Ancora da chiarire l'intervento diretto di imprenditori all'interno degli Azzurri, se lasciarli ai margini come finanziatori oppure farli partecipare attivamente all'organizzazione e al livello decisionale. Forza Italia, come annunciato la settimana scorsa, sarà presentata ufficialmente a settembre in vista delle elezioni anticipate che il Cavaliere, sebbene pubblicamente le neghi, dà ormai come scontate a fine ottobre.

4 - 007 SENZA SEGRETI
I servizi europei d'intelligence sono avvertiti: "trattenere" certe informazioni, o rifiutarsi di renderle pubbliche, potrebbe violare i princìpi della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, secondo una sentenza emessa il 25 giugno dai giudici della Corte di Strasburgo. Che hanno dato ragione a una Ong di Belgrado, la Youth initiative for human rights, in una causa contro la Serbia. Al centro della disputa: il no del governo serbo alla richiesta di rivelare il numero dei cittadini che i servizi avevano spiato nel 2005.

La Ong aveva presentato la sua richiesta in base alla legge locale del "Freedom of information act" (Foia), approvata nel 2004. Ma in Italia sarebbe possibile arrivare a simili risultati? No, perché una legge Foia, come negli Usa e in Gran Bretagna, non c'è. È caldeggiata da un movimento ad hoc, sostenuto, tra gli altri, dal costituzionalista Valerio Onida e dal politologo Giovanni Sartori. Il governo Monti ha sì prodotto un piano per la trasparenza nella Pubblica amministrazione (Open government partnership). Ma il vero Foia è lontano. L. S.

5 - PUGLIA DEI CONDONI
Il governatore della Puglia Nichi Vendola e il sindaco di Lecce, Pdl di rito fittiano, Paolo Perrone, si trovano uniti nei condoni. Ha incominciato il primo cittadino varando ben tre sanatorie, prima per la Tarsu e per le affissioni abusive. Poi, due settimane fa, in vista della possibile cancellazione dell'Imu sulla prima casa voluta dal suo partito, per compensare le mancate entrate per le casse comunali, ha varato la "regolarizzazione" delle posizioni Ici dal 2007 al 2011 con pagamenti rateali e sanzioni minime.

A seguirlo sulla strada dei condoni ci ha pensato Vendola che nell'assemblea di approvazione del bilancio dell'Acquedotto Pugliese, controllato dalla Regione, ha rinunciato a incassare oltre 12 milioni di euro di dividendi straordinari chiedendo all'amministratore che vengano utilizzati in favore delle fasce più deboli. Una parte servirà a fornire gratuitamente 50 litri d'acqua al giorno agli indigenti. Un'altra invece ad abbattere il contenzioso tra i morosi pluriennali che presenteranno un piano di rientro e l'Acquedotto. Con la Regione che garantirà a chi vorrà sanare, un bonus del 40 per cento. A. Cal.

6 - IZZO VUOLE PURE L'INDENNITÀ
La procura di Roma sta per archiviare l'inchiesta sulle irregolarità nella gestione degli appalti del Viminale aperta lo scorso anno dopo una denuncia anonima. Così Nicola Izzo, l'ex numero due della polizia che proprio perché tirato in ballo nell'esposto del "corvo" era stato costretto alle dimissioni, passa al contrattacco. Depositando al Tar un nuovo ricorso con cui chiede al ministero dell'Interno di versargli l'indennità aggiuntiva prevista dal decreto legislativo del 2000 sul riordino della polizia di Stato per il prefetto che eserciti l'incarico di direttore generale della pubblica sicurezza.

A giugno Izzo aveva già chiesto al ministero, sempre con un ricorso al Tar, il risarcimento dei danni e l'annullamento della relazione della commissione incaricata il 12 novembre 2012 dall'allora ministro Anna Maria Cancellieri di far luce sulla vicenda del "corvo". La commissione aveva infatti confermato l'esistenza di anomalie nell'assegnazione degli appalti del Viminale, avvalorando così la tesi del "corvo", secondo il quale i lavori venivano affidati sempre alle stesse ditte, con l'avallo di Izzo. Accuse ora smentite dalle indagini dei pm. D. L.

7 - RESTITUITA LA LICENZA: TONY PONZI TORNA A SPIARE
D. L. - Il Tar ha restituito "licenza di spiare" a Paolo Carbone, titolare della nota agenzia investigativa romana "Tony Ponzi". A metà aprile l'erede del più noto investigatore privato d'Italia era stato arrestato e messo ai domiciliari, in quanto accusato di aver ottenuto a pagamento, grazie alla complicità di qualche poliziotto, informazioni riservate, accedendo ai sistemi informativi delle forze dell'ordine. Il prefetto di Roma aveva subito sospeso le licenze. Il titolare della Ponzi ha fatto ricorso e i giudici hanno bloccato i provvedimenti della Prefettura. Per il Tar non si era tenuto conto del fatto che in passato Carbone si è rivelato sempre affidabile e corretto.

8 - TONIATO, L'OMBRA DI MONTI FA RETROMARCIA

Se n'è andato così come era arrivato: in assoluto silenzio. Federico Silvio Toniato, potente braccio destro di Mario Monti nella stagione del governo dei tecnici, è tornato in Senato. Dal primo luglio il trentottenne è di nuovo alla segreteria dell'Assemblea di palazzo Madama, lo stesso ufficio dove lavorava quando il professore, folgorato da quel giovane funzionario, decise di portarlo con sé per farne il più giovane vicesegretario generale della storia di palazzo Chigi. Il flop elettorale di Monti ha contribuito a farlo rientrare nella casella di partenza. Ai partiti non è sfuggito il suo attivismo durante la selezione dei candidati per le liste di Scelta Civica. Un ruolo poco consono ad un funzionario pubblico che gli ha precluso qualsiasi chance di restare nelle stanze che contano. G. Fed.

9 - ORAFI IN CRISI PER COLPA DEL PAPA
L'effetto "Chiesa povera" di papa Francesco in Vaticano comincia a farsi sentire. Dopo che Bergoglio ha rinunciato alla croce pettorale d'oro, continuando a indossare sulla talare bianca il crocifisso in ferro battuto che utilizzava da cardinale a Buenos Aires, sono sempre di meno i cardinali e i vescovi che continuano a utilizzare le croci fatta di metalli preziosi, men che meno quelle impreziosite con gemme, tanto gettonate con papa Ratzinger. A farne le spese sono soprattutto le botteghe orafe di Borgo Pio, quelle a due passi da San Pietro che erano le preferite da prelati e presuli: dato il crollo della domanda, alcune hanno anticipato la chiusura per le ferie. B. C.

 

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