fidel castro

NEI SECOLI FIDEL (ALLA COCA) - UN EX BODYGUARD RIVELA LA DOPPIA VITA DEL LIDER MAXIMO: “UN CORROTTO CHE DIRIGEVA IL TRAFFICO DI COCAINA COME UN PADRINO” - SUL FRATELLO RAÚL: "HA PROBLEMI CON L’ALCOL"

Federica Macagnone per “www.ilmessaggero.it

 

fidel castrofidel castro

Ha trascorso 17 anni a fianco di Fidel Castro come una delle sue guardie del corpo. Ha adorato quell'uomo più della sua famiglia. Prima della disillusione. Prima di scoprire che «il lider maximo era corrotto ed era direttamente coinvolto nel traffico di droga». A scriverlo è Juan Reinaldo Sanchez, 66 anni, nel libro “La doppia vita di Fidel Castro", in uscita il 12 maggio: un libro in cui si annuncia la rivelazione di innumerevoli segreti dell'uomo che più ha segnato la storia di Cuba.

 

Sanchez racconta di come Castro abbia diretto operazioni di traffico di cocaina «come un vero padrino», riferendosi in particolare a una vicenda avvenuta nel 1988 che ha cambiato totalmente la sua visione dell'uomo che aveva sempre adorato. L'episodio riguarda una conversazione avvenuta tra Castro e il suo fedele il ministro dell'Interno ed ex capo della sicurezza, José Abrantes, in un ufficio con sede a L'Avana.

 

3 fidel castro3 fidel castro

Nonostante il diktat fosse quello di non registrare i dialoghi, quel giorno Sanchez racconta che «un po' per curiosità, un po' per ammazzare il tempo» aveva deciso di nascondere un microfono accesso in un controsoffitto. Ma quello che doveva essere un semplice divertimento si trasformò in un vero e proprio choc: secondo il libro di Sanchez, la conversazione verteva su un trafficante di droga che voleva trascorrere una vacanza nel suo Paese natale. Una settimana in tutto. Abrantes avrebbe chiesto a Castro il permesso di portare temporaneamente il trafficante a visitare la spiaggia di lusso di Santa María del Mar, situata a est di L'Avana, con i suoi genitori.

 

FIDEL CASTRO CON LA TUTA ADIDASFIDEL CASTRO CON LA TUTA ADIDAS

«Il trafficante avrebbe pagato 75 mila dollari che sarebbero finiti esclusivamente nelle tasche di Castro – scrive Sanchez - La preoccupazione più grande per lui era garantire il silenzio dei genitori dell'uomo. La soluzione arrivò presto da Abrantes, che si sarebbe occupato personalmente di far credere ai parenti che il figlio fosse un agente dell'intelligence cubana infiltrato negli Stati Uniti. Il ministro, inoltre, aggiunse che l'uomo avrebbe rischiato la vita se loro non avessero mantenuto il segreto sulle loro vacanze.

 

FIDEL CASTRO E LA BANDIERA USAFIDEL CASTRO E LA BANDIERA USA

Fidel a quel punto esclamò soltanto: “Molto bene”. È stato come se il cielo mi fosse caduto addosso. Mi sono reso conto che l'uomo per cui avevo tanto sacrificato la mia vita, il Líder che ho adorato come un dio e che contava più della mia famiglia era coinvolto nel traffico di cocaina a tal punto che stava dirigendo operazioni illegali come un vero padrino».

 

Sanchez continua raccontando di come il traffico di cocaina sia cresciuto in America Latina in concomitanza con la chiusura dei rubinetti da parte di Mosca. «Quando gli Stati Uniti iniziarono a nutrire sospetti sul traffico di droga a Cuba – scrive l'ex guardia del corpo - Castro ha dichiarato pubblicamente che avrebbe condotto un'indagine onesta. Durante l'inchiesta, Abrantes e il generale cubano Arnaldo Ochoa furono arrestati.

 

fidel castro che guevarafidel castro che guevara

Quest'ultimo fu condannato a morte a seguito di un processo che è stato censurato da Castro prima che fosse trasmesso da una televisione cubana». Oltre alla presunta censura, Castro avrebbe anche dato istruzioni al presidente della corte, ai pubblici ministeri e ai giurati circa le decisioni da prendere.

 

«Al termine del procedimento, Abrantes è stato condannato a 25 anni di carcere per negligenza, abuso d'ufficio e uso improprio di risorse finanziarie e militari. Morì per un “sospetto” attacco di cuore nel 1991 mentre Ochoa è stato ucciso per tradimento in una esecuzione che io e altri uomini di Castro siamo stati costretti a guardare in video. È stato l'episodio più doloroso della mia carriera».

fidel castro fratello raulfidel castro fratello raul

 

Ma Sanchez racconta anche la sua incarcerazione e le torture che ha dovuto subire nel 1994 dopo aver tentato di abbandonare il lavoro a seguito di quanto aveva scoperto. Negli anni in carcere ha perso più di 30 chili, riuscendo a fuggire dalla sua piccola cella di isolamento nel 2008: con una barca si è diretto in Messico e, dopo aver attraversato il confine con gli States, si è stabilito a Miami.

 

Nel libro si parla anche del fratello Raúl Castro e della sua caduta nel vortice dell'alcolismo per la preoccupazione di essere ucciso. «“Se quello che ti preoccupa è che quello che è successo a Abrantes accada anche a te, lascia che ti dica che Abrantes non era mio fratello!” ha risposto Fidel – continua Sanchez nel libro - “Tu e io siamo stati uniti sin da quando eravamo bambini, nel bene e nel male. Quindi, no, non è il destino di Abrantes quello che ti spetta a meno che... tu non persista con questo comportamento deplorevole».

fidel castro cadutafidel castro caduta

 

“La doppia vita di Fidel Castro” scritto da Sanchez e da Axel Gylden, «affronta anche il rapporto con la famiglia - si legge nella descrizione del volume – e i nove figli avuti da cinque partner diverse e promette di rivelare innumerevoli segreti di Stato e le molte facce del monarca cubana: leader genio della guerra in Nicaragua e in Angola, autocrate paranoico a casa, maestro di spionaggio, diplomatico machiavellico, e complice di trafficanti di droga. Questa straordinaria testimonianza ci porta a riesaminare tutto quello che pensavamo di sapere sulla storia cubana e su Fidel Castro».

Fidel CastroFidel CastroGIANNI AGNELLI E FIDEL CASTRO GIANNI AGNELLI E FIDEL CASTRO FIDEL CASTRO E PAPA RATZINGER FIDEL CASTRO E PAPA RATZINGER PAPA WOJTYLA FIDEL CASTRO lapressePAPA WOJTYLA FIDEL CASTRO lapressefeltrinelli e fidel castro feltrinelli e fidel castro SALVADOR ALLENDE E FIDEL CASTRO SALVADOR ALLENDE E FIDEL CASTRO fidel castrofidel castro

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)