carlo emilio gadda mirella serri benito mussolini

FASCISMO: GADDA CI COVA! – TRA I TANTI INTELLETTUALI ITALIANI CHE NON SI RISPARMIARONO NEL TRIBUTARE ELOGI A MUSSOLINI, PER POI DIVENTARE DRASTICAMENTE ANTIFASCISTI, C’È UN GRANDE SCRITTORE CHE CRITICI E LETTERATI HANNO SEMPRE FINTO DI IGNORARE: CARLO EMILIO GADDA – MIRELLA SERRI NEL SAGGIO “I REDENTI” SQUADERNÒ GLI ARTICOLI IN CUI L’AUTORE DE “LA COGNIZIONE DEL DOLORE” SI SDILINQUIVA PER IL DUCE - FINITA LA GUERRA, GADDA MISE MIRABILMENTE ALLA BERLINA IL MACHISMO DELL’EX AMATISSIMO DUCE IN “EROS E PRIAPO”…

GADDA

GADDA E L’ANTIFASCISMO POVERO DEL ’68

Estratto da “Posta e risposta” – “la Repubblica”

 

Caro Merlo, Giorgio Panizza ha ragione: Gadda mise mirabilmente alla berlina il machismo e il nazionalismo del Duce. Però trascurò il razzismo, l’imperialismo, l’antiebraismo, la soppressione delle libertà e la scia di sangue degli efferati delitti politici (da Matteotti in poi). 

 

“Eros e Priapo” fu scritto tra il 1941 e il 1945 ma venne pubblicato in versione censurata solo nel 1967. Poi Adelphi lo ha riportato sugli scaffali e, come annota Pietro Citati, il narratore, rifacendosi a Freud si cimentava con pulsioni universali non con Mussolini in carne e storia. 

 

benito mussolini con il borsalino

Anche i ragazzi del ’68 si scontravano con i neofascisti per via dei loro simboli e perché anti-marxisti, senza pensare al sostegno che il regime aveva avuto dal “popolo” e dagli intellettuali che a lungo tacquero sul carattere cruento e feroce da “Capobanda” direbbe Cazzullo, di Mussolini. 

 

In Germania, al contrario, la rivolta studentesca criticò duramente l’adesione al nazismo di nonni e genitori, senza colpi di spugna. Gadda stava nel clima dell’epoca e non aiutava a comprendere molti lati oscuri della dittatura. 

 

mirella serri foto di bacco (1)

Non è questo il compito di un grande scrittore, libero nelle sue scelte. Che contribuiscono comunque a creare un senso comune.  E non aiutano a contrastare l’emergere di epigoni del Mascellone e, in parte, di alcune sue idee-forza, sia pure rivedute e corrette in base allo spirito del tempo.

Mirella Serri

 

Risposta di Francesco Merlo:

Ricordo bene l’antifascismo del ’68, così povero e così violento.

 

 

FRANCESCO MERLO

EROS E PRIMATO

Mirella Serri, per la prima volta svelò il Gadda col fez impegnato a ‘’fomentare la propaganda e a portare il verbo della politica ducesca’’

Brano estratto da “I redenti. Gli intellettuali che vissero due volte” (Longanesi) di Mirella Serri

 

Carlo Emilio Gadda non si risparmiò nel tributare elogi a Mussolini e alle Istituzioni di regime. E lo fece anche negli ultimi anni della dittatura, persino pochi giorni prima del 25 luglio 1943.

 

CARLO EMILIO GADDA VOLONTARIO NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Sulla rivista “Primato”, fondata da Giuseppe Bottai con il fondamentale supporto del Duce e dove non mancavano editoriali razzisti e antisemiti - pubblicherà racconti come “Notte di luna” o “L’Adalgisa” uscito il 15 luglio, quando gli Alleati erano già sbarcati in Sicilia. 

 

Nel 1942 Gadda era stato fra i premiati da una delle più prestigiose istituzioni fasciste, dall’Accademia d’Italia. Su “Primato” lo scrittore ricambiò i favori alla dittatura dedicandosi a varie inchieste, tra cui una sull’Istituto di Studi romani esaltato come sede assai adatta alla propaganda dei “fasti imperiali” dell’Italia mussoliniana.

 

Tra gli obiettivi dell’Istituto, secondo Gadda, c’era quello di potenziare l’amore per la “romanità”, sostenere la “dedizione alla grande causa” poiché l’Istituto era stato “creato e portato alla perfezione auspice il Duce e sovventore lo Stato italiano”.

 

MIRELLA SERRI - I REDENTI

Gadda procede come un treno negli omaggi e nel 1943 descrive l’Istituto di Alta Cultura Milanese, un’altra creatura di Bottai, come “una stazione di posta” da cui gli intellettuali sciamano per tutta Italia per fomentare la propaganda e portare il verbo della politica ducesca. 

 

Gadda non esiterà comunque a cambiare drasticamente opinione e casacca. Finita la guerra non lesinerà sugli epiteti assai poco lusinghieri al Duce tanto che parecchi editori si rifiuteranno di pubblicare “Eros e Priapo” dove appellava l’ex amatissimo Mussolini “teratòcefalo o rachitoide babbeo”. 

GIUSEPPE BOTTAI

MUSSOLINI MENTRE VIENE ARRESTATO - ROMA - 11 APRILE 1915 IL TENENTE CARLO EMILIO GADDA CON UN COMMILITONE GIUSEPPE BOTTAI MUSSOLINIcarlo emilio gadda disegnato da tullio pericoliGADDABENITO MUSSOLINI E LA REPUBBLICA DI SALObenito mussolini a torso nudoBENITO MUSSOLINI BENITO MUSSOLINIbenito mussolini negli scatti di adolfo porry pastorel 6Gadda GADDAbenito mussolini negli scatti di adolfo porry pastorel 1benito mussolini feritobenito mussolini giuseppe volpibenito mussolini negli scatti di adolfo porry pastorel 6CARLO EMILIO GADDA

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