LA FATWA DI BEPPEMAO CONTRO I GIORNALISTI “NEMICI” FA SCATTARE L’ALLARME DEL MERLO MORALIZZATORE: “QUESTO GRILLO STA DIVENTANO TROPPO MINACCIOSO. ANCHE IO SONO UN GIORNALISTA E NON MI FA PIACERE CHE GIÀ DOMANI POTREI ESSERE ESPOSTO ALLA GOGNA”

Francesco Merlo per "la Repubblica"

Ha lanciato la prima fatwa contro una giornalista e adesso tutti devono insultare, sbertucciare e mo-lestare la signora Maria Novella Oppo che scrive (bene) sull'Unità. E domani è già previsto un altro wanted, un ricercato nuovo. Più precisamente sul blog di Beppe Grillo ci sarà un giornalista al giorno da lapidare. «Segnalateli » è infatti l'ordine testuale del leader populista: sfogatevi, colpiteli, prendeteli.

Nel blog, con la sua solita prosa malata, scrive «sputtaniamoli » per spiegare il senso della rubrica che ha appena inaugurato e che ha intitolato "Giornalista del giorno".
Ebbene, nel recente passato uno così caricaturale ed esagerato lo avremmo liquidato con un coro di "scemo scemo" magari davanti a casa sua, sulla spiaggia di Bibbona.

Insomma, non lo avremmo preso troppo sul serio. Era stato del resto Dario Fo a spiegarci che le sue sparate, il suo parlare per eccessi, per iperboli, per sberleffi e anche per insulti fegatosi e per minacce era in fondo teatro, opera buffa, metafora, linguaggio smodato e maleducato che qualche volta può anche essere necessario.

Per la verità Dario Fo non era convincente, ma in molti pensavamo che gli spasmi biliosi e la patologia ossessiva di Grillo non avrebbero certo contagiato un Paese sano, una democrazia matura e neppure il web che il leader del malumore cerca sempre più di ridurre a un cortile dove, come le lavandaie di una volta, i suoi garzoni sbraitano contro tutti; o come i muri delle latrine dove il primo che arriva scrive le proprie porcherie.

Ma oggi questo strampalato Grillo, che farnetica di assalti e di vendette, sta diventando troppo minaccioso e il suo incitamento all'offesa persecutoria contro i cronisti e gli opinionisti è ormai una forma di teppismo politico. E infatti non è insorto solo Enrico Letta lanciando in un tweet «la solidarietà per Maria Novella Oppo schedata e lapidata verbalmente da Grillo».

Questa volta persino il nonno nobile del grillismo, lo stesso Dario Fo, intervistato dal quotidiano "Europa" si è dissociato: «Non mi piace. Non accetto un linguaggio di questo genere». Dario Fo dice pure, attenuando il suo disagio, di conoscere un Grillo «più sottile e ironico» e conclude che forse «non l'ha scritto lui, ma qualcuno che lavora nella comunicazione».

E mi ricorda «la colpa è del portavoce», vale a dire il ritornello della più trita tradizione del peggiore politichese. In realtà è lo stesso spurgo che, il mese scorso, spinse la senatrice Paola Taverna a rassicurare i propri adepti con una frase agghiacciante su Berlusconi: «Un giorno di questo gli sputo». E le scuse successive suonarono come un'aggravante. Si giustificò infatti dicendo: fuori parlo così. Significa che c'è qualcosa di peggio dell'orrore che Grillo ha mandato dentro il palazzo della politica; significa che c'è un fuori dove si deposita altro orrore.

Come si vede i tempi sono più propizi alla violenza che alla ragione e il furore sta trasformando gli ex ingenuotti del Movimento 5 stelle in funzionari fanatici. Sembrano gli arditi con il web tra i denti al posto del pugnale. Il loro codice di rapidità e di fuoco diventa sempre più eversivo e , se ci fate caso, orecchia in modo sorprendente il vocabolario marinettiano, quello della guerra in Etiopia. Vediamolo. «La Corte ha i tempi di un gasteropode ». «I giornalisti sono paraculai dei giornalai di regime».

È tutto un «pirotrone». Esplode «lo sterco secco». Zirla «il cuculus canorus». Si propaga «la pippite » tra «i catafalchi». «Il ballista d'acciaio» metallizza «le scimmie instancabili». E intanto turbinano i «vaffa» e i «siete ominicchi e prendinculo». E sono «illegittimi » il Parlamento, il governo, il Presidente della Repubblica, le elezioni, la Corte Costituzionale, le istituzioni e, prima di tutti, i cronisti che non criticano ma «diffamano», non raccontano ma «servono i partiti» e presto saranno licenziati e dovranno trovarsi un lavoro: «Tutto finirà in una combustione politica spontanea».

Ora ditemi se questa non è la digitalizzazione grottesca e caricaturale del futurismo di guerra, ma senza la cultura che pur sempre gli stava dietro: Boccioni, Carra, Severini, Russolo, Slataper e Palazzeschi. Pensate adesso ai balbettii, anzi ai "borborigmi" di Casaleggio, del professore Paolo Becchi, di Vito Crimi e della Lombardi.

Certo anche io sono un giornalista e non mi fa piacere che già domani potrei essere esposto (ancora una volta) alla gogna. Ma è giusto ricordare che gli ultimi elenchi di giornalisti, le ultime schedature di «obiettivi sensibili», le hanno fatte in Italia quelli che poi, dopo qualche anno, aspettarono in via Solferino Walter Tobagi.

E, a ritroso, i camorristi che inseguirono la Mehari di Giancarlo Siani e i mafiosi che pedinarono Pippo Fava sino alla sede del teatro stabile di Catania. È vero che Grillo non è ancora terrorista né camorrista né mafioso. Sempre più però il suo codice di violenza, i suoi roghi, le sue scomuniche, i suoi avvertimenti, i suoi manganelli foscamente rimandano alla "sgrammatica" dei terroristi, dei camorristi, dei mafiosi.

 

FRANCESCO MERLOfrancesco merlo BEPPE GRILLO DURANTE UN COMIZIOBEPPE GRILLO IN PIAZZA CASTELLO A TORINOBEPPE GRILLO AD UN COMIZIO BEPPE GRILLO IN PIAZZA CASTELLO A TORINO

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)