FEDERALISMO FAMIGLIARE - ALLA FACCIA DELLA PIZZA CON SARDINE E COCA-COLA DEL SENATÙR, RENZINO, CON “FREQUENTAZIONI... ALTRO CHE COSENTINO”, PER LA LAUREA, LE MACCHINE E LA SCORTA. CONTO: 440 MILA EURO - RICCARDO PER LA PORSCHE, LE CASE, GLI AVVOCATI, I PROTESTI. 320 MILA PERVENUTI, IL RESTO MANCIA - MANUELA, LA FIRST SCIURA, PER LA SUA SCUOLA BOSINA: A 1,7 MILIONI. IN TOTALE: QUASI 3,5 MILIONI PRELEVATI IN DUE ANNI DALLE CASSE DI VIA GEMONIO. E iL CARROCCIO FINISCE NELLA MERDA...

Paolo Berizzi per La Repubblica

Scialava, la family. Viveva in prima classe e si abbuffava. Alla faccia della pizza con sardine e coca-cola del Capo. Il quale si era sì fatto pagare il lungo ricovero in ospedale (101 mila euro), ma poi, pare, aveva restituito, e comunque c'era di mezzo un ictus. Gli altri no, loro spendevano allegramente. Bella vita, a volte spericolata. Ma il bancomat della Lega era sempre aperto. E tutti allungavano la mano.

Renzino - ingordo e con «frequentazioni... altro che Cosentino» - per la laurea, le macchine e la scorta. Conto: 440 mila euro. Riccardo per la Porsche, le case, gli avvocati, i protesti. Trecentoventimila pervenuti, il resto mancia. Manuela, la first sciura, per la sua scuola Bosina: a 1,7 milioni. Non avevano nemmeno il pensiero della contabilità, i Bossi. Che tanto c'era «France'», il «tombolotto», sì, Belsito. In totale: quasi 3,5 milioni prelevati in due anni dalle casse della bottega. Spalmati secondo necessità e capricci. Così «il Carroccio finisce nella merda!» (la facile profeta è Nadia Degrada).

IL FEDERALISMO FISCALE DI GEMONIO
Per dare un'idea del giro di quattrini movimentati dal federalismo fiscale di Gemonio, ecco dunque le parole della Degrada, la segretaria che si confida al telefono con «il tesoriere più pazzo del mondo» (Belsito). «Con quello che gli hai girato (a Bossi) si compra più di metà di via Bellerio (sede della Lega)» dice intercettata dai carabinieri il 7 febbraio. «Se i militanti lo venissero a sapere lui deve capire il rischio che c'è (...) tu gli devi dire tua moglie, i tuoi figli ti rovineranno con i costi che hanno...».

In effetti, facendo due conti, le cifre elargite dal Tombolotto - lo sportellista che scatta a ogni richiesta - sono da grande mercato immobiliare. Tre milioni e 498 mila euro. La fetta più grossa della torta la divorano i Bossi. Lo dicono le carte giudiziarie. Al centro delle conversazioni tra la Nadia e Francesco, due che vivono tra bonifici e fatture, c'è quasi sempre il generoso «cumulo di spese» tritato dallo stomaco della balena verde. Le forchette che affondano nella ricotta padana sono quelle del segretario federale ma soprattutto dei famigli: la moglie Manuela Marrone, rampolli Renzo, Riccardo, Roberto Libertà, Sirio Eridano, e Rosy Mauro, la "badante nera", anello di congiunzione con l'ormai scassato Cerchio Magico.

PROTEZIONE DA LEADER
Si sentivano tutti re di denari nella reggia del Carroccio. Tutti splendidi coi soldi piovuti - secondo i magistrati - dai finanziamenti pubblici. Diciotto milioni di euro solo nel 2011. Buoni per le spese private. Sono sempre Belsito e Degrada a incorniciare il quadro investigativo. «Se questi vanno a vedere quelle che sono le spese, lui (Umberto) e la sua famiglia sono finiti, rischiano di non vede più un voto, di non avere più nulla da spartire con la Lega».

La Ditta Bossi si abbeverava da un pozzo senza fondo. Per dire: la sola sicurezza del consigliere regionale Renzo Bossi è costata alle casse del Carroccio la bellezza di 251 mila euro. È lo stipendio pagato ai suoi «ragazzi», gli uomini della scorta per i quali Belsito deve tirare fuori anche 50mila euro di Audi A6 («Renzo la usa poco, è lì ferma da 15 giorni, non so neanche se partirà»). Undici «ragazzi», ovviamente a rotazione, fidati e padani. Manco il Trota fosse un ministro o un capo di Stato.

Nemmeno lo avessero minacciato i talebani. Ma tant'è, siccome da soldato semplice del Pirellone Bossi jr non ha diritto né all'auto blu né a tutele, il movimento padano gli ha concesso i privilegi che lo Stato non gli dà (salvo poi pagarglieli, ovviamente «a sua insaputa», attraverso il finanziamento pubblico).

Poi c'è la cultura, una delle voci più impegnative scorporate dal protocollo Belsito. Per la formazione di Renzo dal forziere leghista sono usciti 130mila euro: tanto sta costando, perché è ancora in fieri, la laurea da agguantare a Londra. Ma che tipo è, nella vita, il Trota?

IL FASCICOLO FANTASMA DI BRESCIA
«Aveva un po' di case e una villa, uscivamo sempre in Bmw e in Smart ma mi parlava sempre della sua Porsche», racconta l'ex fidanzata Elena Morali, soubrette bergamasca, ai tempi contesa con Balotelli.
Ricorda la showgirl che il padre di Renzo, due anni fa, era preoccupato per lo stile di vita del figlio. Locali vip, auto, il Merolone.

Insomma, non proprio una vita da druido padano. Era il lago di Garda la zona prediletta da Renzo per le sue scorribande notturne. Qui entrano in gioco, ancora, le intercettazioni. Belsito e la Degrada parlano al telefono di un fascicolo giudiziario che riguarda Renzo e che è stato insabbiato da «Silvio» e da «alti Pd e Pdl». Un fascicolo che «continuano a dire ai magistrati di metterlo sotto... ma prima o poi esce e quando esce una cosa di questo genere sei rovinato».

Viene da chiedersi: che fine ha fatto l'inchiesta bresciana sulle amicizie pericolose del Trota («...certe frequentazioni, altro che Cosentino!», dice a febbraio la Degrada)? Cosa c'era di scomodo nelle feste organizzate nel villone con piscina sulle colline di Salò, di proprietà di un amico di Renzo ma di fatto, come racconta l'ex fidanzata Morali, «a disposizione quando voleva», durante e dopo la campagna elettorale per le regionali del 2010?

Chi e perché ha insabbiato il fascicolo sui "giri" di Renzo? "Repubblica" aveva portato alla luce la storia il 29 dicembre 2011. I carabinieri e la Guardia di Finanza di Brescia, indagando su una presunta frode fiscale con al centro Alessandro Uggeri, amico del Trota e compagno dell'assessore regionale allo sport Monica Rizzi, incrociano una seconda pista: feste con escort e cocaina organizzate nella villa di Uggeri, la magione che Renzo Bossi «usava spesso» (ricorda adesso Elena Morali).

L'inchiesta- riferirono e ripetono ancora oggi fonti investigative - era alle battute finali, il Trota non era indagato ma la storia, e l'amicizia pericolosa con Uggeri, lo coinvolgeva. «Solo calunnie», replicò il consigliere regionale. Il procuratore reggente di Brescia, Fabio Salamone, escluse l'esistenza di un fascicolo ma non di «un rapporto di amicizia Bossi-Uggeri» e di «beghe interne alla Lega».

Prudenza? Ora la vicenda sembra riaprirsi. Belsito e Degrada l'8 febbraio parlano delle frequentazioni pericolose del Trota, dei «fermi», di lui che sfreccia in auto con lampeggiante e paletta della polizia. E di un intervento di «Silvio» per bloccare il fascicolo. «Non è uscito niente, hai visto?», «sì ma adesso non credo che potranno aspettare più di tanto... Prima o poi esce ed è rovinato».

I SOLDI PE RLA CAMPAGNA ELETTORALE
Nel 2010 ruggente di Renzo nel bresciano ci sono due amici che non lo mollano mai: la Rizzi e il suo fidanzato. E un po' di soldi, stando a quanto dice Belsito al telefono, vanno anche a lei, la «Monica della Valcamonica». Soldi «per la campagna elettorale del fanciullo», «gli davo alla Rizzi... la Monica visto che raccoglieva i soldi anche da altri, quelli non li ha usati per la campagna elettorale».

Si domanda ancora Belsito: «I 6 e i 10 mila... Anche per la casa di Brescia... Come faccio a trovare della Rizzi i giustificativi, io gli portavo contanti sia a lei, alla stronzona, lui (Bossi jr) era là». Soldi, soldi, soldi. A Gemonio il denaro non dorme mai.

 

 

rosy dilettuso E riccardo bossi Monica Rizzi e Riccardo Bossi a Dubai da OggiRENZO BOSSI - TROTA E ROSI MAUROMonica Rizzi e Riccardo Bossi a Dubai da Oggiriccardo bossi rosy dilettuso verissimo RENZO BOSSI - TROTAUMBERTO BOSSI CON MANUELA MARRONE jpegRENZO BOSSI CON UMBERTO BOSSI Riccardo Bossi MANUELA MARRONE MOGLIE DI UMBERTO BOSSI

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…