CIAK, NON SI GIRA: C’ERA UNA VOLTA IL CINEMA A ROMA - SENZA SOLDI E SENZA GIURIA, IL FESTIVAL DI MULLER AI TITOLI DI CODA: COI TAGLI DI RENZI ALLE CAMERE DI COMMERCIO DAL 2015 RISCHIA DI CHIUDERE

Marco Castoro per la notizia (www.lanotiziagiornale.it)

 

muller-ferrarimuller-ferrari

Sergio Leone amava intitolare i suoi film con C’era una volta. Un titolo che ormai sembra calzare a pennello anche per il cinema a Roma. Da qui a qualche mese si finirà per dire c’era una volta Cinecittà, oppure c’era una volta il Festival cinematografico di Roma. O ancora: c’era una volta il cinema d’estate all’aperto. In pratica la città eterna sta passando da Capitale del set e del grande schermo a una metropoli che sta spegnendo le luci nelle piazze. Eppure basti pensare alla Roma cinematografica di Rossellini e Fellini. Ma anche di Anna Magnani, di Alberto Sordi e di Pasolini. E senza scomodare altri divi del passato basta citare La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino. Già, il premio Oscar. Oltre cinquant’anni dopo La Dolce Vita, la magia di Roma cattura ancora il grande pubblico che ama il cinema, stregando Hollywood e la sua statuetta più prestigiosa. Mentre a conferma di come nessuno sia profeta in patria, la città eterna rinnega la settima arte.

Matteo Renzi Matteo Renzi

 

Il Festival de’ noantri

Doveva essere il Festival che sfidava la mostra di Venezia. E invece, anno dopo anno, tramontata l’era veltroniana (e di Goffredo Bettini), il Festival cinematografico di Roma sta diventando una specie di festa de’ noantri. Dalla prossima edizione (dal 16 ottobre) non ci sarà più nemmeno la giuria. Costa troppo. Di soldi a disposizione ce ne sono sempre di meno e più si va avanti e più diminuiscono. Nel 2006 ogni socio fondatore (Regione Lazio, Comune di Roma e Camera di Commercio) metteva sul piatto 2,5 milioni. Poi già nel biennio successivo si è passati a 1,8. Dal 2009 si è scesi a 1,130. Solo nel 2013 ci fu l’impennata di un ritorno a 1,8 milioni.

 

GOFFREDO BETTINI GOFFREDO BETTINI

Ma cifre alla mano l’unica che è in regola con i finanziamenti è la Camera di Commercio di Roma, mentre Regione e soprattutto il Campidoglio sono indietro nei pagamenti. La Provincia si sta sfilando. Del resto le casse comunali della Capitale hanno buchi da tutte le parti e se non ci fosse il decreto Salvaroma la bancarotta sarebbe inevitabile. Non va dimenticato che per realizzare un’edizione presentabile ci vogliono almeno 8-9 milioni. Viste le premesse, non resta che sperare nei privati.

 

La mazzata di Renzi

Ma dal 2015 il Festival di Roma rischia di chiudere. Il progetto di Renzi, che dimezza i diritti camerali, abbatterà del 50% i contributi e di conseguenza la cultura subirà per prima quei tagli che gli enti dovranno inevitabilmente compiere per far quadrare i conti. E se anche la Camera di Commercio farà un passo indietro addio sogni di gloria.

WALTER VELTRONI WALTER VELTRONI

 

Le arene

Negli ultimi anni il Campidoglio ha faticato non poco a trovare gli spazi da concedere al cinema dell’estate. E anche uno degli appuntamenti tradizionali più seguiti, come l’Isola del Cinema, ha dovuto sudare le fatidiche sette camicie per avere a disposizione il palcoscenico dell’Isola Tiberina. 

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…