sanna marin mario draghi joe biden recep tayyip erdogan

BIDEN HA FRETTA: “NON VEDO L’ORA DI LAVORARE PER PORTARE RAPIDAMENTE FINLANDIA E SVEZIA NELLA NATO”. MA NON HA FATTO I CONTI CON ERDOGAN, CHE INVECE VUOLE PROLUNGARE LA PROCEDURA PER SPUNTARE QUALCHE CONCESSIONE, MAGARI SULLA PARTITA DEI CACCIA F-16 CHE IL CONGRESSO AMERICANO TIENE IN SOSPESO - PERCHÉ LA PREMIER SANNA MARIN HA FATTO TAPPA IN ITALIA? FORSE SPERA IN UN INTERVENTO DI MEDIAZIONE DI DRAGHI PROPRIO CON “IL DITTATORE” ERDOGAN…

1 - UCRAINA, BIDEN: "FINLANDIA E SVEZIA RAPIDAMENTE NELLA NATO"

Da www.adnkronos.com

 

joe biden 1

Storica "richiesta di adesione alla Nato da Finlandia e Svezia". Così il presidente americano Joe Biden ha definito la scelta dei due Paesi scandinavi che, dice, "accolgo con favore e sostengo". "Non vedo l'ora di lavorare con il Congresso degli Stati Uniti e i nostri alleati della Nato per portare rapidamente Finlandia e Svezia nella più forte alleanza difensiva della storia".

 

"La Svezia e la Finlandia hanno preso l'importante decisione di cercare l'adesione alla Nato, dopo processi democratici approfonditi e inclusivi", ha proseguito Biden, sottolineando il suo impegno "ferreo" nei confronti della Nato e dell'articolo 5. "Gli Stati Uniti lavoreranno con Finlandia e Svezia per rimanere vigili contro qualsiasi minaccia alla nostra sicurezza condivisa e per scoraggiare e affrontare l'aggressione o la minaccia di aggressione", mentre saranno valutate le loro richieste di adesione alla Nato.

 

SANNA MARIN

Sottolineando che "Finlandia e Svezia sono partner stabili e di lunga data degli Stati Uniti", Biden ha affermato che i due Paesi, entrando nella Nato, "rafforzeranno ulteriormente la nostra cooperazione in materia di difesa e ciò andrà a beneficio dell'intera Alleanza transatlantica".

 

"Attendo con impazienza di accogliere domani a Washington il presidente finlandese Sauli Niinisto e la premier svedese Magdalena Andersson, così da poterci ulteriormente consultare sulle loro domande di adesione alla Nato e sulla sicurezza europea" conclude Biden

 

recep tayyip erdogan

2 - NATO, TURCHIA, SANZIONI. PERCHÉ LA FINLANDIA CERCA DRAGHI

Francesco Bechis per www.formiche.net

 

La Finlandia bussa alla porta della Nato. Prima, però, bussa alla porta di Mario Draghi. Il bilaterale tra il presidente del Consiglio italiano e la premier finlandese Sanna Marin a Palazzo Chigi questo mercoledì avrà i riflettori della comunità internazionale addosso.

 

A due giorni dal semaforo verde del Parlamento finlandese per la richiesta di adesione alla Nato – di pari passo a una medesima decisione del Parlamento svedese – Helsinki guarda a Roma per trovare una sponda. In questa congiuntura storica, anzi epocale, si inserisce la visita ufficiale in Italia.

SANNA MARIN MARIO DRAGHI

 

Che arriva con perfetto tempismo sulla scaletta. Perché se è vero che, a parole, l’Alleanza atlantica ha pronto un tappeto rosso per i due Paesi scandinavi decisi a issare per la prima volta l’ombrello di sicurezza dell’articolo 5, è anche vero che la strada per l’adesione è lastricata di buone intenzioni.

 

Di qui la tappa italiana di Marin, la più giovane premier in carica al mondo, donna e madre che ha sfidato Vladimir Putin e decenni di politica neutralista del suo Paese di fronte all’orrore della guerra russa in Ucraina. L’obiettivo, spiegano fonti diplomatiche di Helsinki, è un endorsement pieno, pubblico all’adesione finlandese di Draghi, tra i più autorevoli leader europei, forte di una visita di successo alla Casa Bianca di Joe Biden. E capofila di quel fianco Sud della Nato che ora rischia, senza i dovuti accorgimenti, di rimanere in parte scoperto con lo spostamento del baricentro verso i mari freddi del Nord.

L INCONTRO TRA JOE BIDEN E MARIO DRAGHI VISTO DA CARLI

 

L’endorsement vale doppio, perché l’Italia è oggi tra i Paesi europei più vicini alla Turchia di Recep Tayyip Erdogan, pilastro della Nato nel Mediterraneo orientale e unico oppositore all’adesione di Svezia e Finlandia. L’ostruzionismo di Ankara, giustificato con la presunta simpatia di Helsinki e Stoccolma verso i “terroristi” dello Ypg, potrebbe puntare a una trattativa – magari sulla partita dei caccia F-16 che il Congresso americano tiene in sospeso – ma basta a preoccupare i due Paesi nordici. E se è vero, come si affretta a precisare il governo Marin, che “la Finlandia ha buoni rapporti con la Turchia” e “i canali diplomatici sono al lavoro”, è anche vero che Helsinki non disprezzerebbe una chiamata di Draghi al “sultano”.

 

Il tempo stringe, Svezia e Finlandia vogliono provare a chiudere le pratiche entro fine giugno, con un’adesione simbolica celebrata dal Summit Nato a Madrid, che introdurrà il nuovo Concetto strategico. In mezzo c’è quella che i diplomatici scandinavi chiamano “zona grigia”. Cioè un periodo di transizione che lascia esposti alle minacce russe – ribadite da Putin e dai suoi consiglieri in questi giorni – prima che scatti l’articolo 5.

 

SANNA MARIN MARIO DRAGHI 1

Helsinki non crede a un’azione militare diretta, ma dà per probabile un attacco “ibrido”, ad esempio cibernetico, contro il quale nulla può neanche l’accordo di sicurezza collettivo appena firmato con il Regno Unito di Boris Johnson. Di qui l’urgenza di suonare un campanello di solidarietà europea da Roma, durante il bilaterale con Draghi, ricordando che nei Trattati Ue c’è già un articolo sulla sicurezza dei Paesi membri in caso di attacco, il 42 comma 7 del Trattato sull’Unione europea (Tue), che in caso di aggressione esterna richiede agli altri Stati membri di prestare aiuto all’aggredito “con tutti i mezzi in loro possesso”.

 

L’altro dossier sul tavolo tocca il nervo scoperto delle sanzioni. Mentre a Bruxelles prosegue lo stallo per mettere al bando il petrolio russo, la Finlandia, punta di lancia degli hardliner, tirerà per la giacchetta l’Italia chiedendo un più deciso contributo all’isolamento dell’economia russa: petrolio oggi, gas non appena possibile. Marin però non trascorrerà la sua giornata italiana solo a Palazzo Chigi.

sanna marin mario draghi 2

 

In agenda la leader dei socialdemocratici finlandesi ha un pranzo insolito per una visita di Stato. A tavola dall’altra parte ci saranno i due ex premier Giuseppe Conte ed Enrico Letta, leader dei due partiti che in Italia sognano il campo progressista, Cinque Stelle e Pd. Un faccia a faccia politico, dunque, da cui al di là delle sintonie partitiche non potranno restare fuori le divergenze di vedute sulla guerra in Ucraina. Ad Helsinki i socialdemocratici hanno detto sì, senza ma, all’invio di armi alla resistenza di Kiev e al salto nella Nato. A Roma i Cinque Stelle tirano il freno e promettono di bloccare i rifornimenti con un blitz in Parlamento. Chissà che la tavola non metta tutti d’accordo.

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA