giuseppe conte mario draghi

MOVIMENTO CINQUE SCHEGGE - GLI ANTI-DI MAIO PRESSANO CONTE PER STACCARE LA SPINA AL GOVERNO DRAGHI, MA “GIUSEPPI” CUOR DI STRACCHINO NON È CONVINTO DI SEGUIRE I CONSIGLI DI TRAVAGLIO E DIBBA. TE CREDO: PER LUI SAREBBE IL BACIO DELLA MORTE DOPO TANTO PENARE PER OTTENERE I DATI DEGLI ISCRITTI. ANCHE PERCHÉ I GOVERNISTI (DI MAIO, FICO, D’INCÀ, PATUANELLI, NON CI PENSANO NEMMENO A MOLLARE LA POLTRONE…”

mario draghi giuseppe conte

1 - A CHE PUNTO È LA PARCELLIZZAZIONE DEL GRILLISMO? L’ULTIMA MOSSA ARRIVA DAGLI ANTI-DI MAIO, QUELLA PICCOLA GALASSIA FORMATA DA TRAVAGLIO, LEZZI, DI BATTISTA, MORRA E DA 30 PARLAMENTARI, CHE STANNO CHIEDENDO A CONTE DI STACCARE LA SPINA AL GOVERNO DRAGHI. CHE FARÀ CUOR DI STRACCHINO CONTE? I RUMORS DICONO CHE SIA RESTIO AD ACCETTARE I CONSIGLI DI TRAVAGLIO A STACCARE LA SPINA. PER LUI EUROPEISTA, PRENDERSI IN CARICO I VARI DIBBA E LEZZI, SAREBBE IL BACIO DELLA MORTE. ANCHE PERCHÉ LA PARTE GOVERNISTA, CHE VA DA DI MAIO A FICO, DA D’INCÀ A PATUANELLI, NON CI PENSA PROPRIO A MOLLARE LE POLTRONE

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/che-punto-parcellizzazione-grillismo-rsquo-ultima-mossa-272140.htm

 

GIUSEPPE CONTE IN VERSIONE THAILANDESE

2 - LA TENTAZIONE DI CONTE: USCIRE DAL GOVERNO DRAGHI

Alberto Gentili per "il Messaggero"

 

Nulla è ancora deciso. Da qui alla fine del mese Giuseppe Conte deve preparare il nuovo Statuto e la Carta dei principi e dei valori. E, soprattutto, deve essere eletto leader M5S. Eppure, da qualche giorno, si fa sempre più insistente la voce che vorrebbe l' ex premier tentato di imporre «una svolta radicale» alla linea del M5S.

 

Il primo step sarebbe sancire «una distanza visibile» da Mario Draghi, verso il quale l' ex avvocato del popolo non ha mai nascosto un certo risentimento per lo sfratto da palazzo Chigi di cui l' ex capo della Bce è stato incolpevole protagonista.

 

DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE

Il M5S a guida contiana comincerebbe insomma a fare come la Lega di Matteo Salvini, che non ha risparmiato e non risparmia nulla al governo su riaperture, migranti e giustizia. Conte diventerebbe una vera e propria spina nel fianco di Draghi, sia per recuperare identità, sia per far sentire «forte la voce del Movimento», come dire un senatore vicino al leader M5S. E l' annuncio dovrebbe avvenire alla convention di luglio prevista a Roma.

 

conte di maio

Il secondo step, dopo questa escalation che dovrebbe avere il suo apice verso fine luglio, sarebbe l' uscita dal governo. Già fissata la data: il 3 agosto, giorno in cui scatterà il semestre bianco e Sergio Mattarella non potrà più sciogliere il Parlamento e spedire a casa deputati e senatori con quasi due anni di anticipo.

 

BEPPE GRILLO E GIUSEPPE #CONTE

Che l' idea non sia peregrina è dimostrato da una dichiarazione, passata ai più inosservata, di un paio di giorni fa del deputato contiano Angelo Tofalo: «Abbiamo risposto in maniera matura all' appello del capo dello Stato per mettere in sicurezza il nostro Paese sostenendo questo governo.

 

C' è sicuramente ancora molto da fare, ma la luce in fondo al tunnel si inizia a vedere e credo sia doveroso chiedersi se sia ancora realmente necessario sostenere il governo Draghi. Forse non più. Porrò questo tema a Conte e ai ministri del M5S».

 

DI BATTISTA CONTE 1

Così cresce nell' ex premier la Grande Tentazione. Per tre ragioni. La prima: passare all' opposizione (Draghi avrebbe comunque numeri sufficienti anche in Senato) permetterebbe a Conte di restituire (almeno in parte) al M5S la verginità di Movimento anti-sistema. E ciò potrebbe interrompere l' inesorabile declino che ha visto i grillini dimezzare il loro patrimonio di voti dal 2018 a oggi. In più, in vista delle elezioni d' autunno nelle grandi città (Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, etc), il cambio di fase potrebbe servire a scongiurare l' ennesimo tracollo elettorale.

 

MARIO DRAGHI 1

 «Se la smettiamo di sostenere Draghi», dice un senatore 5Stelle di lotta e poco di governo, «possiamo riprenderci almeno una parte dei voti che abbiamo perso e che sono finiti alla Meloni.Se FdI continua a crescere è solo perché è sola all' opposizione...».

 

La seconda ragione che dovrebbe spingere Conte a uscire dal governo è interna. Se restasse immobile, limitandosi ad alzare la voce sui singoli dossier come fa Salvini (e a volte il dem Enrico Letta), difficilmente potrebbe ammortizzare la spinta degli ortodossi tentati dalla scissione. E di sicuro non disinnescherebbe il progetto del contro-Movimento messo in cantiere da Davide Casaleggio.

 

La terza ragione riguarda il merito: l' ex avvocato del popolo, che ha bocciato la svolta garantista di Luigi Di Maio dimostrandosi fedele all' ortodossia grillina, è descritto «profondamente scontento» dalle mosse del governo su giustizia, infrastrutture e ambiente.

 

LUIGI DI MAIO E ALESSANDRO DI BATTISTA INCONTRANO I VERTICI DEI GILET GIALLI

Dossier, quest' ultimo, dove è finito nel mirino proprio il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, passato da amico a nemico per via di trivelle, inceneritori e dell' ipotesi di tornare al nucleare.

 

Tre ragioni talmente valide che gli stretti collaboratori dell' ex premier confermano il primo step: «E' certo che Giuseppe farà sentire forte la voce del M5S a Draghi». E non escludono il disimpegno dal governo: «Ancora non si sa...».

 

giuseppe conte e luigi di maio con la card del reddito di cittadinanza

Il che vale come conferma: l' ipotesi esiste, è saldamente in piedi. Ed è, probabilmente, più di una tentazione. «Aspetteremo un casus belli, un incidente su uno dei nostri temi-bandiera, per annunciare lo strappo...», prevede un deputato che professa fedeltà all' avvocato di Volturara Appula.

 

GLI OSTACOLI

Se Conte non esce allo scoperto non è soltanto perché attende di essere incoronato leader del Movimento. L' ex premier sa bene che l' ala governista del M5S guidata da Luigi Di Maio è pronta a salire sulle barricate. E sa altrettanto bene che uscire dal governo vorrebbe dire rinunciare a partecipare alla gestione dei 248 miliardi del Recovery Plan, anche se i ministri grillini non sono certo quelli che avranno in pugno i capitoli di spesa pesanti.

 

draghi mattarella renzi partita di poker

In più, Conte sa che potrebbe scattare la rivolta di gran parte dei parlamentari: in caso di disimpegno dal governo, deputati e senatori grillini ritengono probabili le elezioni anticipate il prossimo giugno, una volta eletto il nuovo capo dello Stato. Ben sapendo che pochi di loro torneranno in Parlamento (anche a causa degli taglio dei seggi da 945 a 600). Conte invece coltiva l' ambizione di misurare e consolidare, appena possibile, la sua leadership con la prova elettorale. Per poi avere dalla sua gruppi parlamentari (pur se esigui) fedeli e omogenei.

 

Un' altra ragione che ancora frena l' ex premier è il rapporto con il Pd. Rompere con Draghi e andare all' opposizione vorrebbe dire archiviare (forse definitivamente) l' ipotesi di un' alleanza organica con i dem. Ma del resto il progetto del fronte progressista deve ancora decollare, come dimostrano i fallimenti (Napoli a parte) della trattativa per i candidati sindaco nelle grandi città.

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