berlusconi biberon renzi

1. GLI ITALIANI SI SONO ROTTI LE PALLE DEL "DUCETTO": RENZI E’ IL LEADER MENO POPOLARE - ANCHE SALVINI E MELONI IN CALO MENTRE SALE BERLUSCONI - IL PIU’ GRADITO E’ GENTILONI CHE PESCA CONSENSI ANCHE OLTRE IL PD: PIACE A UN ELETTORE SU 4 DI FORZA ITALIA E 5STELLE E A META’ DEI SINISTRATI DI BERSANO – DIETRO DI LUI LA BONINO- E GRASSO...

Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera

 

 

GENTILONI BOSCHI RENZI

Uno dei cambiamenti più rilevanti a cui abbiamo assistito negli ultimi 25 anni è rappresentato dalla forte personalizzazione della politica. Con la crisi dei partiti di massa e l' indebolimento delle appartenenze, il rapporto diretto, immediato tra i leader e gli elettori ha rappresentato in molti casi la chiave del successo.

 

Quali sono i leader più popolari in questa campagna elettorale? Al primo posto troviamo il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il cui operato risulta gradito dal 40% degli italiani. L' indice di gradimento, calcolato escludendo gli intervistati che non esprimono un parere, è pari a 44 e risulta significativamente più elevato tra le persone meno giovani, tra laureati, ceti medi, dirigenti e pensionati, studenti e cattolici. Viceversa è meno popolare tra operai, disoccupati, casalinghe e lavoratori autonomi. Il premier oggi può contare sul consenso di quattro elettori su cinque del Pd, di oltre la metà degli elettori di Liberi e uguali e di circa un quarto degli elettori pentastellati e del centrodestra.

GENTILONI RENZI VELTRONI

 

A seguire in graduatoria troviamo la new entry Emma Bonino, che parteciperà alle elezioni con la lista +Europa: risulta apprezzata dal 38% degli italiani, con un indice di gradimento pari a 41, più elevato tra donne, casalinghe, ceti medi e dirigenti, residenti nelle regioni settentrionali.

È una leader stimata soprattutto dagli elettori di sinistra e centrosinistra ma anche da circa un terzo degli elettori di Forza Italia e M5S.

 

Al terzo posto si colloca Luigi Di Maio, gradito dal 29% degli elettori, con un indice pari a 33, quindi Salvini con il 27% (indice 29), Berlusconi con il 25% (indice 28), Grasso con il 24% (indice 29), Meloni con il 23% (indice 28) e Renzi con il 20% (indice 23).

gentiloni e renzi

 

In sintesi, escludendo le novità Bonino e Grasso, rispetto a sei mesi fa la graduatoria di gradimento dei leader fa registrare una sostanziale stabilità per Gentiloni (+1), l' aumento di due punti per Berlusconi e Di Maio, il calo di Meloni (-3) e, soprattutto, di Salvini (-5) e Renzi (-6).

 

Questi dati sembrano delineare una decisa inversione di tendenza rispetto alla stagione nella quale tutto sembrava dipendere dalla figura del leader, dalla sua capacità di relazionarsi direttamente con gli elettori, di interpretarne bisogni e aspettative, determinando spesso un processo di forte identificazione.

 

RENZI E GENTILONI

Oggi i leader sembrano disporre di un consenso «perimetrato» sia in termini quantitativi - nessuno infatti può contare sul consenso della maggioranza degli italiani, con l' eccezione del presidente della Repubblica Mattarella che, però, è una figura istituzionale di garanzia - sia in termini di profilo dei sostenitori (sono limitati perlopiù agli elettori della propria area politica e specifici segmenti socio-demografici).

 

Ciò indubbiamente dipende da due aspetti: lo scenario tripolare, che «condanna» i singoli esponenti ad avere più detrattori che sostenitori, e il disincanto prevalente, dopo cinque lustri di alternanza di maggioranze e di leader con caratteristiche talora molto diverse in termini di età, competenza, capacità politica, programmi e valori.

Oggi pochi credono all'«uomo della provvidenza» o all'«uomo solo al comando», per utilizzare due espressioni in voga fino a poco tempo fa.

 

berlusconi convention forza italia 2017

È l' altro lato della medaglia del leaderismo e della personalizzazione della politica: quando il vento cambia, in assenza del ruolo di mediazione esercitato dai partiti, il leader è più esposto ai rischi dell' impopolarità. Il consenso evapora e, in assenza di adeguate contromisure, difficilmente ritorna ai livelli precedenti, perché l' elettore deluso si sente tradito e in lui prevale l' aspetto emotivo rispetto a quello razionale. E la delusione porta spesso a disconoscere anche i meriti del leader la cui popolarità si è appannata.

 

Forse siamo davvero ritornati alla Prima Repubblica, non solo perché è molto probabile che la maggioranza di governo verrà decisa dopo il voto dalle segreterie dei partiti, ma anche perché il ruolo dei leader risulta ammaccato e meno decisivo rispetto al passato recente. Non a caso oggi il politico più popolare è Gentiloni, che incarna meno di tutti il modello di successo degli ultimi anni, fatto di annunci, stile comunicativo altisonante, confronti muscolari con gli avversari.

 

Alla luce di questo scenario c' è da chiedersi se l' indicazione del nome del candidato premier nei simboli dei partiti sia più espressione di impudenza o di imprudenza.

 

renzi mattarella gentiloniGENTILONI E RENZI

Ultimi Dagoreport

milano fdi fratelli d'italia giorgia meloni carlo fidanza ignazio la russa francesco gaetano caltagirone duomo

DAGOREPORT - PIJAMOSE MILANO! E CHE CE' VO'! DALL’ALTO DELLE REGIONALI LOMBARDE DEL 2023, CON IL TRIONFO DI FRATELLI D'ITALIA (25,18%), MENTRE LA LEGA SI DEVE ACCONTENTARE DEL 16,5 E FORZA ITALIA DEL 7,23, L’ASSALTO DI FRATELLI D’ITALIA ALLA MADUNINA ERA INEVITABILE - LA REGIONE È IN MANO DEL LEGHISTA ATTILIO FONTANA CHE, CON L’ASSESSORE ALLA SANITÀ GUIDO BERTOLASO, HA SBARRATO LA PORTA ALLE MIRE DELLA MELONIANA FAMIGLIA ANGELUCCI - EPPOI, SAREBBE PURE ORA DI DARE SEPOLTURA A STI’ POTERI FINANZIARI CHE SE NE FOTTONO DI ROMA: ED ECCO L’ASSALTO DI CALTAGIRONE A GENERALI E DI MPS-CALTA-MEF A MEDIOBANCA - IN ATTESA DI PRENDERSI TUTTO, LE MIRE DELLA DUCETTA PUNTANO AD ESPUGNARE ANCHE PALAZZO MARINO: AHÒ, ORA A MILANO CI VUOLE UN SINDACO ALLA FIAMMA! - ALLA FACCIA DEL POTERE GUADAGNATO SOTTO IL DUOMO IN TANTI ANNI DI DURO LAVORO DAI FRATELLI LA RUSSA, IL CANDIDATO DI GIORGIA SI CHIAMA CARLO FIDANZA. UN “CAMERATA” GIÀ NOTO ALLE CRONACHE PER I SALUTI ROMANI RIPRESI DALLE TELECAMERE NASCOSTE DI FANPAGE, NELL’INCHIESTA “LOBBY NERA” - UNA NOTIZIA CHE L’IMMARCESCIBILE ‘GNAZIO NON HA PER NULLA GRADITO…

donald trump friedrich merz giorgia meloni

DAGOREPORT - IL FINE GIUSTIFICA IL MERZ... – GIORGIA MELONI HA FINALMENTE CAPITO CHE IL DAZISMO DI TRUMP È UNA FREGATURA PER L’ITALIA. AD APRIRE GLI OCCHI ALLA DUCETTA È STATA UNA LUNGA TELEFONATA CON IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ - DA POLITICO NAVIGATO, L’EX NEMICO DELLA MERKEL È RIUSCITO A FAR CAMBIARE IDEA ALLA DUCETTA, PUNTANDO SUI GROSSI PROBLEMI CHE HANNO IN COMUNE ITALIA E GERMANIA (TU HAI SALVINI, IO I NAZISTI DI AFD) E PROPONENDOLE DI FAR DIVENTARE FRATELLI D’ITALIA UN PUNTELLO PER LA MAGGIORANZA PPE ALL’EUROPARLAMENTO, GARANTENDOLE L'APPOGGIO POLITICO ED ECONOMICO DELLA GERMANIA SE SOSTERRA' LA ROTTA DI KAISER URSULA, SUPPORTATA DALL'ASSE FRANCO-TEDESCO – CON TRUMP OLTRE OGNI LIMITE (LA FRASE SUI LEADER “BACIACULO” HA SCIOCCATO “AO’, IO SO' GIORGIA”), COME SI COMPORTERÀ A WASHINGTON LA PREMIER, IL PROSSIMO 17 APRILE?

donald trump peter navarro

DAGOREPORT: COME È RIUSCITO PETER NAVARRO A DIVENTARE L’’’ARCHITETTO" DEI DAZI DELLA CASA BIANCA, CHE STANNO SCONQUASSANDO IL MONDO? UN TIPINO CHE ELON MUSK HA LIQUIDATO COME UN “IMBECILLE, PIÙ STUPIDO DI UN SACCO DI MATTONI”, FU ‘’SCOPERTO’’’ GIÀ NEL PRIMO MANDATO DEL 2016 DALLA COPPIA JARED KUSHNER E IVANKA TRUMP - IL SUO “MERITO” È LA FEDELTÀ ASSOLUTA: NEL 2024 NAVARRO SI È FATTO 4 MESI DI CARCERE RIFIUTANDOSI DI TESTIMONIARE CONTRO ''THE DONALD” DAVANTI ALLA COMMISSIONE D’INCHIESTA PER L’ASSALTO A CAPITOL HILL DEL 6 GENNAIO 2021...

trump modi xi jinping ursula von der leyen

LA MOSSA DEI DAZI DI TRUMP: UN BOOMERANG CHE L’HA SBATTUTO CON IL CULONE PER TERRA – DIETRO LA LEVA DELLE TARIFFE, IL TRUMPONE SI ERA ILLUSO DI POTER RIAFFERMARE IL POTERE GLOBALE DELL’IMPERO AMERICANO. IN PRIMIS, SOGGIOGANDO IL DRAGONE CINESE, L’UNICA POTENZA CHE PUÒ METTERE ALLE CORDE GLI USA. SECONDO BERSAGLIO: METTERE IL GUINZAGLIO AI “PARASSITI” EUROPEI. TERZO: RALLENTARE LO SVILUPPO TECNOLOGICO DI POTENZE EMERGENTI COME L’INDIA - LA RISPOSTA DEL NUOVO ASSE TRA EUROPA E CINA E INDIA, È STATA DURA E CHIARISSIMA. È BASTATO IL TRACOLLO GLOBALE DEI MERCATI E IL MEZZO FALLIMENTO DELL'ASTA DEI TITOLI DEL TESORO USA. SE I MERCATI TROVANO ANCORA LINFA PER LE MATTANE DI TRUMP, PER GLI STATI UNITI IL DISINVESTIMENTO DEL SUO ENORME DEBITO PUBBLICO SAREBBE UNO SCONQUASSO DA FAR IMPALLIDIRE LA CRISI DEL ’29 - CERTO, VISTO LO STATO PSICOLABILE DEL CALIGOLA AMERICANO, CHISSÀ SE FRA 90 GIORNI, QUANDO TERMINERÀ LA MESSA IN PAUSA DEI DAZI, L'IDIOTA DELLA CASA BIANCA RIUSCIRÀ A RICORDARLO? AH, SAPERLO…

giana, turicchi, venier, paolo gallo, cristian signoretto arrigo antonino stefano

DAGOREPORT - AL GRAN BALLO DELLE NOMINE DELLE AZIENDE PARTECIPATE DALLO STATO - FA STORCERE IL NASO IL NUOVO CEO DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA): ARRIGO GIANA VANTA UN CURRICULUM DI AMMINISTRATORE PRETTAMENTE “LOCALE” E “DE SINISTRA”: MALGRADO SIA STATO IMPOSTO DA SALVINI, GUIDA ATM GRAZIE AL SINDACO BEPPE SALA. E PRIMA ANCORA FU NOMINATO CEO DI COTRAL DALL’ALLORA GOVERNATORE DEL LAZIO NICOLA ZINGARETTI; DOPODICHÉ SI ATTACCÒ ALL’ATAC, SPONSOR IL SINDACO GUALTIERI - RIMANE IN BALLO LA QUESTIONE SNAM: MALGRADO IL PARERE FAVOREVOLE DI CDP ALLA CONFERMA DI STEFANO VENIER, IL CEO DI ENI DESCALZI PUNTEREBBE SU CRISTIAN SIGNORETTO. IN BILICO PAOLO GALLO AL QUARTO MANDATO COME AD DI ITALGAS…