I RISPARMIATORI FREGATI DAL DECRETO DEL GOVERNO (CHE HA AZZERATO 788 MILIONI DI BOND DI BANCA MARCHE, CARICHIETI, CARIFE E POPETRURIA) BECCANO LA PRESA IN GIRO SUI RISPARMI - IL GOVERNO DA' I NUMERI SUL FONDO RISARCIMENTI: DOTE E' PASSATA DA 350 A 100 MILIONI

Francesco De Dominicis per www.liberoquotidiano.it

 

BANCA ETRURIA BANCA ETRURIA

L'unica certezza (si fa per dire) è l'intenzione del governo e del Pd di voler in qualche modo creare un fondo per dare un po' di quattrini a chi ha perso i suoi risparmi coi salvataggi di Banca Marche, CariChieti, CariFerrare e Popolare dell'Etruria. Da una decina di giorni, si rincorrono ipotesi e indiscrezioni su una misura da inserire nella legge di stabilità. Ma oltre questo, è buio pesto. Il fondo sembrerebbe finalizzato a risarcire, parzialmente, i possessori di obbligazioni subordinate, tuttavia la chiarezza sui dettagli è di là da venire.

 

Sulle cifre, anzitutto. Il punto di partenza è la perdita secca per chi aveva comprato bond subordinati, per lo più piccoli risparmiatori che nel giro di una notte - quella tra domenica 22 e lunedì 23 novembre - hanno visto evaporare circa 788 milioni di euro (le azioni, infatti, un gruzzoletto complessivo da 1,7-1,8 miliardi non vengono prese in considerazione).

BANCA ETRURIABANCA ETRURIA

 

Una clamorosa bastonata che ha messo in ginocchio decine di migliaia di famiglie. Ragion per cui, appena si sono accorti dei rischi anche sul piano elettorale, la scorsa settimana governo e democratici sono corsi ai ripari, chiedendo di fatto scusa (ammettendo lo scippo). E via col balletto dei numeri: hanno cominciato offrendo circa la metà delle perdite, cioè grosso modo 350-380 milioni. Ma nel giro di 24 ore l'asticella è stata abbassata a 200 milioni. Tempo un'altra notte e giù ancora: prima a 120 milioni e poi a 100 milioni.

 

banca marchebanca marche

Ultima offerta sul tavolo verde di palazzo Chigi. Ma a chi dovrebbero andare quei soldi? Ecco, questo è uno dei nodi. E ancora: chi potrà bussare a questo fantomatico fondo? Come verranno individuati i soggetti che avranno diritto (dopo che un diritto è stato leso con decreto legge approvato in un consiglio dei ministri di 20 minuti) ai rimborsi? Servivano dei requisiti e anche qui grande confusione. Prima è stata ipotizzata l'ipotesi di un tetto generalizzato a 30mila euro, poi una quota del 30% della somma investita. Tutto questo sempre riservato ai piccoli risparmiatori.

 

Ma cifre a parte, chi paga? Ovviamente nemmeno questo aspetto è definito. L'esecutivo è pronto a fare la sua parte - non si sa bene come - ma pretende pure un contributo da parte dei banchieri: due terzi dalle casse dello Stato, un terzo a carico degli istituti. I banchieri, però, non ci stanno e dicono no. E il loro leader, il presidente dell'Abi Antonio Patuelli, ha dichiarato che l'unica via è quella tributaria.

CARICHIETICARICHIETI

 

L'ex esponente del Partito liberale, suggerisce a palazzo Chigi di insistere con una misura che consenta di defiscalizzare le perdite, di fatto ricalcando quanto è già possibile sulle minusvalenze legate ai prodotti finanziari, cioè sulla differenza negativa tra prezzo di acquisto e successiva vendita di un titolo che beneficia di uno sgravio pari al 26%.

 

I vertici dell'industria bancaria sostengono di aver già dato, visto che sul piatto hanno messo 3,6 miliardi per coprire una parte delle perdite di Banca Marche, CariChieti, CariFe e PopEtruria. Un'operazione che i big del credito considerano una ingiusta legnata, cagionata anche dalle resistenze dell'Unione europea all'utilizzo del Fondo di tutela dei depositi che avrebbe configurato aiuti di Stato illegittimi. Proprio Bruxelles, peraltro, deve dare il benestare ai risarcimenti allo studio del governo.

 

CASSA RISPARMIO FERRARACASSA RISPARMIO FERRARA

C'è poi un altro aspetto. Oggi, sul Sole24Ore, l'idea di Renzi viene accostata al fondo per il risparmio tradito del 2005, voluto da Giulio Tremonti (allora ministro dell'Economia) e mai partito, quando centinaia di migliaia di risparmiatori rimasero scottati con i titoli Cirio e Parmalat oltre che i tango bond. C'è una "piccola" differenza, che vale la pena sottolineare  Dieci anni fa le colpe di quelle gigantesca truffa erano delle aziende emittenti (che truccarono i bilanci) e dei banchieri conniventi (che piazzarono i bond patacca allo sportello). Stavolta, oltre alle pecche del sistema bancario e pure di una vigilanza distratta, il responsabile dello scippo a danno dei risparmiatori è lo stesso governo

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