conte grillo

IL REGOLAMENTO DI CONTI TRA GRILLO E CONTE OLTRE A TERREMOTARE I 5 STELLE RISCHIA DI SPINGERE IL GOVERNO A DESTRA - I TIMORI DEM: LA POLVERIZZAZIONE DEL PIÙ NUMEROSO GRUPPO PARLAMENTARE METTEREBBE PD E LEU IN UNA POSIZIONE PIÙ SCOMODA AL TAVOLO DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI. SALVINI: "QUELLA NEL M5S E’ UNA CONFUSIONE CHE FA MALE AL PAESE..."

Alessandro Di Matteo per la STampa

 

conte grillo

Rischia di scuotere tutta la maggioranza di governo, il terremoto M5s. Certo, il premier Mario Draghi si limita ad osservare in rigoroso silenzio e anche Pd e Leu – gli alleati del’Conte II– per ora evitano commenti pubblici. Ma tutti sanno che la polverizzazione del più numeroso gruppo parlamentare inevitabilmente avrebbe ripercussioni anche sugli assetti della “strana maggioranza”. I numeri non sono in discussione, il governo ha un sostegno talmente ampio da non correre rischi da questo punto di vista, ma certo una spaccatura dei 5 stelle finirebbe per spostare il baricentro della coalizione e metterebbe Pd e Leu in una posizione più scomoda al tavolo del consiglio dei ministri.

 

Non è un caso che sia proprio l’ala di centrodestra della maggioranza a commentare lo scontro tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo. Matteo Salvini ne approfitta per sottolineare la lealtà della Lega: «Quella interna al Movimento 5 stelle è una gran confusione che fa male al Paese, più che a loro. Soprattutto se passano il tempo a darsi gli schiaffi e a creare partiti invece di dare una mano al governo per le riforme».

 

BEPPE GRILLO E GIUSEPPE #CONTE

Ma è Sestino Giacomoni, della presidenza di Forza Italia, a tracciare lo scenario che preoccupa Pd e Leu: «Il centrodestra di governo ponga in essere un forte coordinamento parlamentare. Bisogna proteggere il governo Draghi da qualsiasi ipotesi di nuovi “Vaffa-day” targati M5S. Questo governo non può subire in alcun modo le conseguenze della lotta fratricida che si sta combattendo all’interno del Movimento».

 

È proprio questo il timore che agita i democratici e il partito di Roberto Speranza e Pier Luigi Bersani, uno sbilanciamento a destra della maggioranza che rischierebbe portare più acqua al mulino di Lega e Fi che non a quello del centrosinistra. Un esponente di Leu lo spiega chiaramente: «C’è preoccupazione, è chiaro. Non vediamo pericoli per il governo, i numeri ci sarebbero. Ma stiamo parlando del principale gruppo alla Camera e al Senato, se si spaccasse la Lega potrebbe diventare il primo partito della coalizione di governo».

 

conte grillo

Certo, bisogna vedere cosa accadrà in caso di rottura tra Conte e Grillo, capire se nascerà un “Partito di Conte”, o se Luigi Di Maio e Stefano Patuanelli riusciranno a compattare il fronte M5s di governo, o se prevarrà il “liberi tutti”. Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera, M5s che in caso lascia intuire chiaramente i timori dei democratici. «Spero si chiarisca presto, immaginare di fare la mediazione all’interno della Camera senza avere un interlocutore chiaro con un perimetro politico così largo è complicato e davvero difficile».

 

Soprattutto, appunto, «il Movimento ormai è fondamentalmente collocato nel centrosinistra ed è importante che questo determini non dico una alleanza ma una capacità di stare insieme rispetto alle sfide future: alle amministrative ma – se guardo più in là – alle regionali e alle politiche. Ci sarà bisogno di un Movimento che torni ad avere una linea, un leader e indirizzi politici chiari».

 

beppe grillo giuseppe conte luigi di maio

Enrico Letta, raccontano al Nazareno, per ora chiede a tutti i dirigenti Pd di aspettare di vedere come evolve la situazion. La linea è «wait and see», troppo delicato il momento. Ma certo, raccontano, quello che accade viene osservato con forte tensione, sia – appunto – per le possibili ripercussioni sugli assetti di maggioranza, sia perché così è a rischio la faticosa costruzione di un’alleanza tra centrosinistra e M5s in vista delle amministrative e delle politiche 2023.

 

letta salvini

Letta ha ovviamente buoni rapporti con Di Maio e Patuanelli, e certo la svolta di governo del ministro degli Esteri è considerata «irreversibile», ma il segretario Pd considera Conte una garanzia del percorso che si stava iniziando a costruire. È stato notato, per esempio, che a Napoli cinque consiglieri comunali e municipali M5s abbiano subito scritto a Beppe Grillo per chiedere di potersi sfilare dall’alleanza a sostegno di Gaetano Manfredi. Se lo scenario si ripetesse a livello nazionale, sarebbe inevitabile un aumento della conflittualità anche nella maggioranza di governo, con Lega e Pd sempre più in competizione.

ENRICO LETTA MATTEO SALVINI

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?