GLI “IMPOTENTI” DELLA TERRA A ROMA PER BERGOGLIO

M.Antonietta Calabrò per "Il Corriere della Sera"

La fede e la piazza. Papa Francesco uscirà domani dalla Domus Sanctae Marthae sulla jeep bianca intorno alle 8.50 del mattino. La cerimonia per l'imposizione del pallio, la consegna dell'anello del Pescatore e la Messa per l'inizio del ministero petrino del nuovo vescovo di Roma, inizierà, così com'è previsto e annunciato, alle 9.30. Cosa farà intanto Francesco? La risposta è semplice e sorprendente, nonostante le sorprese cui già ci ha abituato.

Ebbene, per un mezz'ora abbondante il Papa girerà sulla sua jeep tra la folla radunata sulla piazza. Nonostante le previsioni del tempo non siano buone. Andrà incontro al popolo, ancora una volta. E a lungo. Tanto più a lungo rispetto alle precedenti occasioni, tanto più importante è il momento che si appresta a vivere. Il sagrato della Basilica, la piazza abbracciata dal Colonnato e la via della Conciliazione saranno strapiene di oltre duecentomila persone.

Ma tutto intorno «siamo pronti ad accogliere un milione di persone», ha detto il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro. Centotrenta delegazioni ufficiali stanno arrivando da tutto il mondo. Questa volta la lingua più parlata sarà senza dubbio lo spagnolo. I presidenti dei Paesi Sud e Centro Americani stanno giungendo in massa.

Non solo il presidente argentino Cristina Fernandez de Kirchner, ma il presidente del Brasile Dilma Rousseff - alla guida del Paese con il maggior numero di cattolici - il presidente cileno Sebastian Pinera, quello del Paraguay Federico Franco e quello messicano Enrique Pena Nieto. A essi si aggiungeranno dalla Spagna il principe della Asturie Felipe, con la moglie Letizia e il premier Mariano Rajoy, dal Portogallo il presidente Aníbal António Cavaco Silva, dalla Germania la cancelliera Angela Merkel.

Sarà il vicepresidente cattolico Joe Biden a rappresentare gli Stati Uniti, e porterà con sé il governatore del New Mexico, Susan Martinez, oltre a Nancy Pelosi (leader della minoranza democratica alla Camera). Martinez è considerata un astro nascente, ispanico, del Partito repubblicano. Farà parte della delegazione anche John J. DeGioia, presidente della Università di Georgetown di Washington, un'università dei gesuiti in cui si sono formati anche alcuni presidenti degli Stati Uniti.

La delegazione italiana sarà composta dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano (accompagnato dalla signora Clio), dal presidente del Consiglio Mario Monti (accompagnato dalla signora Elsa), dai nuovi presidenti delle Camere, Pietro Grasso e Laura Boldrini, e dal presidente della Corte costituzionale. Poi ministri, in tutto 16 persone. Sei gli appartenenti a famiglie regnanti o eredi al trono. E mai come questa volta, saranno presenti i rappresentati delle Chiese cristiane non cattoliche, a partire dal patriarca ecumenico ortodosso Bartolomeo.

Ben quattordici saranno le altre delegazioni ortodosse, a cominciare dal metropolita Hilarion del patriarcato di Mosca (e poi rappresentanti dei patriarcati di Alessandria, di Cipro, della Grecia, dell'Albania, dell'Ucraina). Foltissima la rappresentanza ebraica: a cominciare dal rabbino capo di Roma, Riccardo di Segni, dal presidente della Comunità di Roma, Riccardo Pacifici, e da Roberto Gattegna, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane. Poi, Oded Wiener, direttore generale del Gran rabbinato di Israele, esponenti del World Jewish Congress, e dall'anti Defamation League.

Ma anche i musulmani, saranno numerosi. Dall'Argentina arriverà Mohamed Youssef Hajar, segretario generale dell'Islamic Organization of Latin America, in ottimi rapporti con papa Bergoglio. E dall'Italia il presidente della Comunità religiosa islamica, Coreis, l'imam Yahya Pallavicini.

Le misure di sicurezza saranno importanti, con divieto di sorvolo su Roma, ma l'apparato di protezione si basa soprattutto su prevenzione e intelligence, limitando al massimo interventi «invasivi». Il modello è il piano sicurezza che è stato messo in atto per i funerali di Giovanni Paolo II. È solo una leggenda metropolitana che vengano schierati i cecchini sui tetti. «I cecchini non ci saranno domani ma non ci sono mai stati. Tutto quello che si affaccia sulla piazza San Pietro e su via della Conciliazione è nostro, del Vaticano. Figuriamoci se autorizziamo i cecchini», dicono Oltretevere.

 

PAPA BERGOGLIO DIBATTITO BIDEN RYANANGELA MERKEL E FRANCOIS HOLLANDE Giorgio Napolitano

Ultimi Dagoreport

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, MATTEO SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…