1- I SONDAGGISTI: MACCHÉ TESTA A TESTA: CIAO ROMNEY, OBAMA HA LA VITTORIA IN PUGNO (SE NON CON UN VOTO A VALANGA ALMENO CON UNA MAGGIORANZA CONVINCENTE) 2- OBAMA HA L’86,3% DI POSSIBILITÀ DI VINCERE LE ELEZIONI E SI PORTERÀ A CASA PIÙ DI 300 GRANDI ELETTORI (I COSIDDETTI VOTI ELETTORALI, CE NE VOGLIONO 270 PER VINCERE) 3- L’UNICA VOCE FUORI DAL CORO APPARTIENE OVVIAMENTE A KARL ROVE, GURU POLITICO REPUBBLICANO E ARCHITETTO DELLE VITTORIE DI GEORGE W. BUSH NEL 2000 E 2004

Guido Mariani per Lettera43.it

Macché testa a testa: Obama ha la vittoria in pugno. Almeno secondo i guru, quelli che negli Stati Uniti si chiamano i "nerd" politici.
Sono giornalisti, professori ed esperti di statistica che da mesi non alzano le teste dalle centinaia di tabelle, grafici e statistiche che tastano il polso dell'opinione pubblica, e li incrociano con le serie storiche per scoprire il vincitore delle elezioni del 6 novembre.

Ognuno ha elaborato il proprio sistema di indagine e ognuno si gioca la faccia, portando prove abbastanza solide che il presidente Barack Obama verrà confermato se non con un voto a valanga almeno con una maggioranza convincente.

LA VITTORIA DEL 2008 CONTRO McCAIN. Il re di questi nerd si chiama Nate Silver, ha 34 anni ed è la firma del New York Times di cui tutti hanno parlato in questi mesi di campagna elettorale.
In passato ha elaborato un sistema statistico per classificare le nuove promesse del baseball e un modello che gli consentì di vivere per qualche tempo sbancando i siti di poker online. Ma la fama è arrivata nel 2008 quando predisse con assoluta precisione la vittoria di Obama contro McCain azzeccando il vincitore di 49 sui 50 Stati. Scivolò solo sull'Indiana che Obama si aggiudicò per poche migliaia di voti.

PER OBAMA L'86,3% DI POSSIBILITÀ. Sul blog Five Thirty Eight, nel corso di tutta la campagna elettorale, ha tenuto conto di tutti i sondaggi, Stato per Stato, e ha elaborato un modello che, a sua detta, parla chiarissimo.
In base all'elaborazione dei dati raccolti e a una serie di simulazioni, Obama ha l'86,3% di possibilità di vincere le elezioni e si porterà a casa più di 300 grandi elettori (i cosiddetti voti elettorali, ce ne vogliono 270 per vincere).
Il tanto combattuto Ohio ha l'86,8% delle possibilità di diventare un "blue State" democratico. I sostenitori del presidente tocchino ferro. Ma Nate Silver è in buona compagnia.

Sam Wang è professore associato in biologia molecolare e neuroscienze dell'università di Princeton, ma è anche responsabile del modello statistico Meta-Analysis del Princeton Election Consortium, un ramo della celebre università dedicato agli studi statistico-politici.
Il modello ha azzeccato con precisione chirurgica l'esito delle elezioni del 2004 e del 2008, quando ci fu un errore solo di pochi "electoral votes".
Il pronostico oggi dice che Obama ha una probabilità di essere rieletto del 98,4% e un totale di 303 grandi elettori.

LINZER E I 322 GRANDI ELETTORI. Drew Linzer, professore di scienza politica alla Emory University di Atlanta sul suo sito Votamatic.org quotidianamente calcola medie ponderate in base ai numerosi sondaggi disponibili. Afferma «la precisione delle mie previsioni dipende dalla accuratezza delle rilevazioni» e sostiene che Obama vincerà portandosi a casa 332 voti elettorali. «Se Obama non vincesse», ha scritto, «significherebbe un fallimento sistemico dei modelli di rilievo dell'opinione».
Non si discosta da queste previsioni neppure Andrew S. Tanenbaum, curatore del sito Electoral-Vote.com e professore alla Vrije Universiteit di Amsterdam.

UNA STIMA UN PO' PIÙ PRUDENTE. Da otto anni prevede con molta precisione l'esito delle consultazioni americane, non solo presidenziali, e oggi scommette su Obama, ma con una stima rispetto agli altri più prudenziale.
Secondo Tanenbau il presidente in carica ha garantiti 294 voti elettorali, sufficienti per non traslocare. Questo nonostante la Florida sia destinata ad andare a Romney e Colorado e Nord Carolina saranno decisi da pochi voti.

Josh Putnam del Davidson College nel North Carolina si è garantito credibilità con le sue analisi accuratissime delle caotiche primarie repubblicane, ora sul suo blog Frontloading HQ elabora le medie in base ai sondaggi Stato per Stato. Anche secondo questi calcoli Obama ha la vittoria in tasca con una stima di 332 grandi elettori.

IL RUOLO CHIAVE DELL'OHIO. Thomas Holbrook, professore alla Università del Wisconsin a Milwaukee, nel blog Politics by the Numbers è quello che dà a Obama la vittoria più risicata, ma pur sempre una vittoria. Il presidente dovrebbe perdere Virginia, Florida e North Carolina, ma supererà grazie all'Ohio quota 270.

Buon ultimo arriva il blogger Scott Elliott cura il sito Election Projection, dichiaratamente pro-repubblicano, che ha previsto brillantemente gli esiti delle elezioni del 2004 e del 2008. In questo caso, con buona pace di Romney, il suo modello afferma che Obama rimarrà allo Studio Ovale con 303 voti elettorali.

LA VOCE FUORI DAL CORO. L'unica voce fuori dal coro appartiene Karl Rove, guru politico repubblicano e architetto delle vittorie di Gerge W. Bush nel 2000 e 2004.
Da mesi segue per Fox News, il network che fa campagna per i repubblicani, l'evoluzione della competizione elettorale. Rove sostiene che i dati provenienti dai sondaggi su base nazionale favoriscono Romney: un dato consolidato, con il quale mai prima d'ora un presidente è stato rieletto.

Secondo Rove, Romney vincerà la Casa Bianca strappando a Obama Ohio, Florida, Virginia e anche Pennsylvania. Gli ha risposto un altro "nerd" elettorale, David Plouffe maniacale stratega di Obama, etichettando le uscite come un bluff.
La verità è destinata ad arrivare a breve.

 

 

Obama e Romney PRESIDENZIALI USA NEL CONFRONTO TV ROMNEY ATTACCA E OBAMA TIENE LA TESTA BASSA DUELLO TV OBAMA-ROMNEYSONDAGGIO OBAMA ROMNEY DA AMERICANATVBLOG DUELLO TV OBAMA-ROMNEYMichelle Obama e Ann RomneyBARACK OBAMA E MITT ROMNEY Obama e Romney Romney e Obama L ANTENATO DI OBAMA E GLI ANTENATI DI ROMNEY Barack Obama e la moglie Michelle

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO