grasso boldrini

FUORI DALLE PALLE! - “IL GIORNALE” ESULTA: "I PIÙ GRANDI MIRACOLATI DELLA STORIA REPUBBLICANA SI TOLGONO FINALMENTE DAI PIEDI. PIETRO GRASSO E LAURA BOLDRINI (CHE HANNO VOLUTO UN SEGGIO A TUTTI I COSTI) RITORNANO AD ESSERE I PEONES DELLA POLITICA CHE ERANO''

Fabrizio Boschi per “il Giornale”

 

La festa è finita. I più grandi miracolati della storia repubblicana fanno finalmente cartella. E la XVII legislatura affoga nella triste storia di questo Paese. Cambiano la seconda e terza carica dello Stato e Piero Grasso e Laura Boldrini (che hanno voluto un seggio a tutti i costi) ritornano ad essere i peones della politica che erano, l' uno senatore e l' altra deputata semplice (salvati dal proporzionale).

gasparri, boldrini, parolin e grasso

 

Se solo cinque anni fa all' ex capo dell' Antimafia e alla funzionaria Onu per i rifugiati avessero detto che sarebbero stati premiati dalla politica in questo modo, loro stessi non ci avrebbero creduto. «Ma voi siete matti - racconta la stessa Boldrini di aver detto al gruppo di Sel con il quale era stata eletta alla Camera, quando apprese della sua nomina - ero sotto choc». Lo crediamo bene. Lo stesso vale per Grasso, pescato dal Pd di Pier Luigi Bersani per scalare Palazzo Madama. E il fatto di essere due parvenu lo hanno ampiamente dimostrato durante i loro mandati tra gaffe e inciampi.

 

«Un leader sbiadito, privo di esperienza politica e inadatto a realizzare le riforme attese dal Paese», definiva Grasso l' ambasciatore degli Usa a Roma, John Phillips, quando si ventilava un governo affidato all' ex magistrato dopo il terremoto del referendum costituzionale.

GRASSO BOLDRINI

 

Il presidente del Senato è stato spesso considerato un «grillino in libera uscita» e quando è diventato presidente del partito bersaniano persino Sergio Mattarella si è irritato, soprattutto dopo che sul sito di Palazzo Madama, comparve il simbolo di Liberi e Uguali. Poche idee, nessuna empatia: Grasso, un rosso antico senza trasporto, fuori luogo, inadeguato al ruolo sia come presidente del Senato che ancor meno come leader politico, imprigionato dalla traccia dei suoi discorsi scritti su fogli sventolati come volantini letti male.

 

MATTARELLA GRASSO BOLDRINI

Un ruolo il suo che non è mai riuscito ad interpretare con convinzione. Sulla Boldrini sarebbe da scriverci un libro, tante le sue sgarbatezze. Ossessionata dal fascismo fino all' esasperazione (canta «Bella ciao» coi partigiani in aula e si scaglia contro il Mein Kampf pubblicato dal Giornale) e dagli haters del web (solo quando offendono lei), pronta a crocifiggere CasaPound, tace invece sugli oltraggi della terrorista Barbara Balzerani. Una dalla querela facile (ha chiesto 250mila euro persino alla Gazzetta di Lucca), naviga su fiumi di retorica per difendere i cari amici migranti e si immola per le donne (rigorosamente non italiane) vittime di violenza.

 

Femminista radicale, è stata la più faziosa presidente di tutti i tempi, «terzomondista borghese e triste», come la definisce Giancarlo Perna, si è barcamenata tra buonismo nauseante e spudorate contraddizioni in una continua doppia morale da quattro soldi: punta il dito sulle pagliuzze negli occhi altrui senza far caso alle travi infilzate nei propri o in quelli dei compagni.

 

MATTARELLA GRASSO BOLDRINI RENZI AI FUNERALI DI AMATRICE

Come ha fatto prima di congedarsi. Commentando il risiko per le nuove presidenze delle Camere ha moralizzato che «non ci può essere la spartizione delle poltrone come nella Prima Repubblica». Proprio lei che nel 2013, è stata eletta col Porcellum senza prendere un voto in un partito al 3 per cento, ottenendo poi lo scranno più alto della Camera, grazie a una spartizione politica da Prima Repubblica. Bersani non sapeva più cosa inventarsi per riuscire a formare un governo, e così tirò fuori, a sorpresa, questo coniglio dal cilindro. Lui fallì lo stesso, ma lei ormai era eletta.

 

GRASSO BOLDRINI

La prima sbrodolata demagogica (condivisa con Grasso) è stato l' annuncio di un presunto taglio degli stipendi del 30 per cento, con l' obiettivo di raggiungere il 50 (mai attuato) e la proposta di aumento della produttività per i parlamentari passando da 48 a 96 ore settimanali per 5 giorni su 7 (mai attuato).

 

Chiede di «abolire i vitalizi agli ex parlamentari condannati», ma il suo lo tiene stretto.

Battaglie stupide le sue, come quella di cambiare la carta intestata, da «il» presidente a «la» presidente e i nuovi badge con la declinazione della mansione al femminile. Gli aneddoti si sprecano: commessi mandati a ritirare tailleur di Armani e infilati in buste no-logo; siepi artificiali a spese del Viminale attorno alla casa del fratello nelle Marche; licenziamenti dei collaboratori non graditi (saltò la testa del capo della sicurezza di Montecitorio per le false foto osé della Boldrini circolate su Facebook).

BOLDRINI SCONFITTA

 

Infine la scorta della polizia (categoria che la signora detesta per partito preso) ritenuta inaffidabile (dodici uomini distribuiti in tre turni sulle 24 ore). Dicendo addio al suo ufficio ha avuto persino il coraggio di dire: «Un po' di malinconia c' è. Sono rimasta da sola, lì, nel buio... trasloco, ma vado in un bell' ufficio, non mi lamento».

Ultimi Dagoreport

forza italia marina pier silvio berlusconi antonio tajani martusciello barelli gianni letta gasparri

DAGOREPORT - SE IN FORZA ITALIA IL MALCONTENTO SI TAGLIA A FETTE, L’IRRITAZIONE DI MARINA E PIER SILVIO È ARRIVATA ALLE STELLE: IL PARTITO È DIVENTATO ORMAI UN FEUDO DOMINATO DAL QUARTETTO  DA TAJANI-BARELLI-MARTUSCIELLO-GASPARRI - DOPO AVER SPADRONEGGIATO IN LUNGO E IN LARGO, NELLA SCELTA DEL GIUDICE COSTITUZIONALE ALLA CONSULTA È ARRIVATA UNA PESANTE SCONFITTA PER TAJANI - È DA TEMPO CHE LA FAMIGLIA BERLUSCONI NON SA DOVE SBATTERE LA TESTA PER RIUSCIRE A SCOVARE UN SOSTITUTO AL 70ENNE CIOCIARO, RIDOTTO IN UN BURATTINO NELLE MANI DI GIORGIA MELONI, CHE È RIUSCITA AD ANESTETIZZARLO CON LA PROMESSA DI FARE DI LUI IL CANDIDATO NEL 2029 ALLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA (CIAO CORE!) - OLTRE AL PARTITO E ALLA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE CON IMPERDONABILE RITARDO COGNITIVO HA COMPRESO CHE IL GOVERNO NON È UN’ALLEANZA MA UN MONOCOLORE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OCCORRE AGGIUNGERE UN ALTRO ‘’NEMICO’’ DI TAJANI: L‘89ENNE GIANNI LETTA. NELLA SUA AFFANNOSA (E FALLITA) BATTAGLIA PER PORTARE ALLA PRESIDENZA DELLA RAI LA SUA PROTETTA SIMONA AGNES, TAJANI E I SUOI COMPARI NON SI SONO SPESI, SE NON A PAROLE...

donald trump giorgia meloni almasri husam el gomati osama njeem almasri giovanni caravelli

DAGOREPORT - SERVIZI E SERVIZIETTI: IL CASO ALMASRI E' UN “ATTACCO POLITICO” ALLA TRUMPIANA MELONI? - COME È POSSIBILE CHE UN DISSIDENTE LIBICO, HUSAM EL-GOMATI, PUBBLICHI SU TELEGRAM DOCUMENTI E NOTIZIE DEI RAPPORTI SEGRETI TRA LA MILIZIA LIBICA DI ALMASRI E L'INTELLIGENCE ITALIANA, SQUADERNANDO IL PASSAPORTO DEL CAPO DELL’AISE, CARAVELLI? - CHI VUOLE SPUTTANARE L'AISE E DESTABILIZZARE IL GOVERNO MELONI POSTANDO SUI SOCIAL LA FOTO DEL TRIONFALE RITORNO A TRIPOLI DI ALMASRI CON ALLE SPALLE L'AEREO DELL'AISE CON BANDIERA ITALIANA ? - CHE COINCIDENZA! IL TUTTO AVVIENE DOPO CHE TRUMP HA DECAPITATO L'INTELLIGENCE DI CIA E FBI. UNA VOLTA GETTATI NEL CESSO GLI SPIONI DELL'ERA OBAMA-BIDEN, E' INIZIATO UN REGOLAMENTO DI CONTI CON I PAESI GUIDATI DA LEADER CHE TIFANO TRUMP? - VIDEO

guerra ucraina vladimir putin donald trump ali khamenei xi jinping volodymyr zelensky

DAGOREPORT – IN UN MESE, TRUMP HA MACIULLATO L’ORDINE MONDIALE: RIABILITATO PUTIN, ISOLATA LA CINA - CINQUE PREVISIONI CHE NON SI SONO AVVERATE SULL’UCRAINA CON L'ARRIVO DEL NUOVO INQUILINO DELLA CASA BIANCA: 1) MARK RUTTE, SEGRETARIO GENERALE DELLA NATO: “KIEV ENTRERÀ NELLA NATO, È UN PROCESSO IRREVERSIBILE”. ORA ANCHE ZELENSKY PARLA DI PIANO B – 2) NON SI FA LA PACE SENZA LA CINA. FALSO: TRUMP ALZA LA CORNETTA E PUTIN LO ASPETTA – 3) XI JINPING: “L’AMICIZIA CON LA RUSSIA È SENZA LIMITI” (MANCO PER IL GAS) – 4) L’IRAN S’ATTACCA AL DRONE: LA RUSSIA L'HA MOLLATA – 5) L’EUROPA, SOLITO SPETTATORE PAGANTE CHE NON CONTA UN CAZZO

giuseppe conte maria alessandra sandulli giorgia meloni matteo salvini giancarlo giorgetti corte costituzionale consulta

DAGOREPORT – IL VERTICE DI MAGGIORANZA DI IERI HA PARTORITO IL TOPOLINO DELLA CONSULTA: L’UNICO RISULTATO È STATA LA NOMINA DEI QUATTRO GIUDICI COSTITUZIONALI. A SBLOCCARE LO STALLO È STATO GIUSEPPE CONTE, CHE HA MESSO IL CAPPELLO SUL NOME “TECNICO”, MARIA ALESSANDRA SANDULLI – SUGLI ALTRI DOSSIER, MELONI, SALVINI E TAJANI CONTINUANO A SCAZZARE: SULLA ROTTAMAZIONE DELLE CARTELLE NON CI SONO I SOLDI. LA RIFORMA DEI MEDICI DI FAMIGLIA È OSTEGGIATA DA FORZA ITALIA. E IL TERZO MANDATO È KRYPTONITE PER LA DUCETTA, CHE VUOLE “RIEQUILIBRARE” LE FORZE A LIVELLO LOCALE E SOGNA DI PAPPARSI VENETO E MILANO…

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – QUANTO DURERA' LA STRATEGIA DEL SILENZIO DI GIORGIA MELONI? SI PRESENTERÀ IN AULA PER LA MOZIONE DI SFIDUCIA A CARLO NORDIO O DISERTERÀ COME HA FATTO CON LA SANTANCHÈ? MENTRE LA PREMIER SI ECLISSA, SALVINI È IPERATTIVO: VOLA PRIMA A MADRID PER INTERVENIRE ALL’INTERNAZIONALE DEI NAZI-SOVRANISTI E POI A TEL AVIV PER UNA FOTO CON NETANYAHU – GLI OTOLITI DELLA SORA GIORGIA BALLANO LA RUMBA PER LE MOLTE BEGHE GIUDIZIARIE: DA SANTANCHÈ A DELMASTRO PASSANDO PER NORDIO E ALMASRI…