“IL MANCATO APPOGGIO DEL PD AL 'SALVA MILANO' SAREBBE UN PROBLEMA POLITICO” – IL SINDACO BEPPE SALA ESCLUDE LE DIMISSIONI MA MANDA UN MESSAGGIO ALLA SCHLEIN: “SE IL PD NON APPOGGIASSE QUESTA NORMA METTEREBBE IN DISCUSSIONE IL MIO OPERATO E QUELLO DEL MIO PREDECESSORE PISAPIA. MILANO FA GOLA. ORMAI SIAMO IN CAMPAGNA ELETTORALE” – SI FA STRADA IL “LODO MANFREDI”: UN 'SALVA MILANO' TRANSITORIO E SUBITO DOPO UNA LEGGE QUADRO DI RIFORMA DELL’INTERA MATERIA URBANISTICA…
Maurizio Giannattasio per corriere.it - Estratti
Da una parte il sindaco Beppe Sala avverte che il mancato appoggio del Pd al Salva Milano, anche se non le dimissioni, rappresenterebbe un problema politico serio, dall’altra Fratelli d’Italia chiede ai vertici dei partiti del centrosinistra di esprimersi pubblicamente sulla volontà di votare il Salva Milano, altrimenti non ci sarà l’appoggio del partito di Meloni.
Assomiglia a una tempesta perfetta. Più probabilmente sono le avvisaglie di una campagna elettorale partita con largo anticipo. Lo dice chiaramente il sindaco parlando della questione sicurezza a Sky. «Milano con tutti i suoi problemi fa molto gola. Milano è ancora la resistenza del centrosinistra.
Ormai siamo in campagna elettorale». Un messaggio che se vale per il centrodestra che continua a soffiare sul tema sicurezza, è anche un avvertimento al centrosinistra: non votare il Salva Milano significa mettere in discussione non solo il doppio mandato di Sala, ma anche Giuliano Pisapia visto che il rito ambrosiano sull’urbanistica data 2013. Ossia, tutta la grande epopea che ha portato il centrosinistra a governare la città dopo 16 anni di centrodestra. Quale modo migliore di presentarsi alle elezioni del 2027?
«Non sono intenzionato a un passo indietro — ha detto ieri il sindaco — ma sarebbe un problema politico perché se il Pd non appoggiasse questa norma metterebbe in discussione il mio operato e quello del mio predecessore Pisapia. Ho parlato a lungo con Schlein, sono confidente che tutto si ricomponga, ma il problema non è di passi indietro ma di giudizio sulla mia amministrazione». E a proposito di Pd, si toglie un sassolino dalle scarpe. Il referendum sul Jobs act? «Penso che non sia una buona cosa, il Pd l’aveva votato in maniera compatta e oggettivamente un po’ il passato non lo si rinnega. Mettere mano alla regolamentazione sul lavoro, ma la via credo non sia quella del referendum».
Eppure una strada ci sarebbe. Quella tracciata ieri dal sindaco di Napoli e presidente di Anci, Gaetano Manfredi: un Salva Milano transitorio e subito dopo una legge quadro di riforma dell’intera materia urbanistica.
elly schlein - salario minimo - vignetta by osho
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