OCCUPY BOCCONI! - ADDIO GOLDMONTI SORGENTI DAL QUIRINALE: STUDENTI IN PIAZZA A MILANO CONTRO LA CRISI E IL “GOVERNO DEI BANCHIERI CHE PRENDE A ESEMPIO GELMINI E MARCHIONNE” - TRA RISSE E CARICHE DELLA POLIZIA, IMBRATTATE LE VETRINE DI UNICREDIT E INTESA - NON SONO RIUSCITI ARRIVARE ALLA BOCCONI DI MONTI, HANNO RIPIEGATO SULLA CATTOLICA DI ORNAGHI: “BISOGNA INVESTIRE SULLA SCUOLA PUBBLICA, NON SU BANCHE, ESERCITO E SCUOLE PRIVATE. TENETEVI IL MEDIOEVO E PAGATE L’ICI!”…
Circa 2500 giovani in piazza per il corteo dei collettivi studenteschi di Milano, organizzato nella Giornata mondiale dello studente e in concomitanza con lo sciopero di Cub e Cobas. Lo striscione in testa riassumeva gli obiettivi della manifestazione: «Ma quale stabilità ? Ritirare tagli e riforma. Investire sulla scuola pubblica».
Le parole d'ordine: «Que se vayan todos», «Occupiamo le strade», «Noi la crisi non la paghiamo», «Ma quale stabilità , ancora una volta soldi alle scuole private e alle spese militari». E' stata scelta questa data perché il 17 novembre 1939, durante l'occupazione nazista di Praga, il funerale di uno studente ucciso si trasformò in una gigantesca manifestazione e 1.200 studenti furono arrestati e deportati nei lager.
Il corteo è partito da largo Cairoli in un clima acceso tra due dei gruppi di manifestanti, storicamente in lotta tra loro, i Corsari e il Cantiere, tanto da arrivare a una rissa che ha coinvolto numerosi ragazzi. Cominciato a pugni e calci, lo scontro ha visto anche il lancio reciproco di fumogeni accesi ad altezza uomo. Un ragazzo, rimasto ferito al volto, è stato caricato sul furgone al centro del corteo.
Arrivati davanti all'Unicredit di corso Italia e alla filiale di Intesa San Paolo, i ragazzi del Cantiere hanno provveduto come sempre a «sanzionare» la banca imbrattando le vetrine con la vernice spray e lanciando uova. Sulle vetrine della filiale alcuni studenti mascherati come il personaggio «V» hanno disegnato l'iniziale di Vendetta per esprimere la loro contrarietà alle politiche del governo e alla speculazione dei mercati. Incollate locandine con una citazione del neo premier: «Monti: "Gelmini e Marchionne esempi da seguire" - Cominciamo bene... Que se vayan todos!».
In corso Italia angolo via Molino delle Armi il cordone delle forze dell'ordine si è schierato per impedire ai manifestanti di raggiungere l'università Bocconi per esprimere, come annunciato in precedenza ma senza il permesso della Questura, la loro contrarietà al «governo dei banchieri» guidato dal professore bocconiano Mario Monti. I ragazzi hanno lanciato fumogeni contro le forze dell'ordine, e queste hanno reagito con alcune brevi cariche. Armati di scudi di polistirolo con i titoli di capolavori italiani sul dorso, alcuni studenti ha tentato per due volte di sfondare il cordone di poliziotti. Gli studenti hanno prima lanciato a terra dei fumogeni, poi si sono scagliati contro gli agenti in tenuta antisommossa che li hanno respinti a manganellate, finché i contestatori hanno gridato «basta».
Sono volate anche alcune uova contro le forze dell'ordine. Una parte dei manifestanti, formata da universitari, si è staccata dal corteo principale per dirigersi in via Santa Sofia, dove ha dato vita a un lancio di fumogeni contro le forze dell'ordine. Nella confusione un giornalista de «Il Fatto Quotidiano» è stato colpito a un occhio da un fumogeno, riportando una lieve ferita.
In via Olona, tra fumogeni e lanci di uova, gli studenti hanno srotolato uno striscione davanti alla sede dell'Associazione Bancaria Italiana (ribattezzata Associazione Bancarottieri Italiani), con la scritta «Zero soldi a scuole private, banche e 1% - Save School Not Banks». Presa di mira anche la sede distaccata dell'Università Cattolica in via Carducci 30, al grido di «scuola pubblica». I fumogeni sono stati lanciati nel cortile interno dell'ateneo. Qui lo striscione recitava «Ridateci i nostri soldi! Adesso paghino chiesa e scuole private!» e le locandine «Ornaghi ministro... di quale cultura? Tenetevi il Medioevo e pagate l'Ici!!!». I due spezzoni del corteo si sono quindi chiusi pacificamente, uno in piazza Fontana e uno in piazza Cadorna.







