UN’ALTRA TEGOLA PER LA COMBRICCOLA CASINI-ALFANO - CHE AMBIENTINO IL CONSIGLIO REGIONALE DELLA CAMPANIA! INDAGATO PER CAMORRA IL VICEPRESIDENTE DELL'UDC: È ACCUSATO DI ESSERE IL PRESTANOME DEL BOSS POLVERINO
Dagoreport
RENZI ALFANO CASINI IN SENATO FOTO LAPRESSE
1. NO PASÀRAN!
Dev'esserci una qualche maledizione sugli Scavi che continua a far danni. Non bastavano i crolli, le piogge, gli appalti gonfiati (con relativi processi al seguito) e le spese pazze: giustamente, ci mancavano i sindacati. Ieri, il sito archeologico più famoso al mondo ha lasciato ai cancelli circa mille visitatori perché i custodi e i dipendenti della struttura erano tutti in assemblea. Nei giorni a venire, andrà pure peggio perché i sindacati hanno convocato un'altra settimana di astensione dal lavoro mattutino: gli Scavi, da domenica 22 a giovedì 29 giugno, saranno aperti solo di pomeriggio. I sindacati rivendicano più soldi e maggiori garanzie per il lavoro.
2. IL CLAN E IL CONSIGLIERE REGIONALE. “IACOLARE PRESTANOME DEL BOSS”
Titti Beneduce per “Il Corriere del Mezzogiorno”
Prestanome del boss Giuseppe Polverino, ma anche, stando alle intercettazioni, compariello di cresima e di matrimonio di Antonio Simeoli e occupante senza contratto di fitto di una casa che ai Simeoli appartiene. Biagio Iacolare, vicepresidente Udc del consiglio regionale, è indagato nell'ambito dell'inchiesta sul clan Polverino che ieri ha portato alla notifica di quattro ordinanze di custodia cautelare e al sequestro di dieci società attive in diversi settori, dall'edilizia alla grande distribuzione (c'è anche un supermercato della catena Carrefour).
boschi a casini hai una pistola in tasca o sei felice di vedermi
Dalle carte dell'inchiesta spunta anche il nome di un altro consigliere regionale, Michele Schiano di Visconti, di Forza Italia: i fratelli Simeoli pensavano di rivolgersi a lui, che è presidente della commissione Sanità, per ottenere perizie psichiatriche utili a fare scarcerare il padre. L'inchiesta è quella dei pm Antonello Ardituro e Marco Del Gaudio, con il coordinamento dell'aggiunto Filippo Beatrice, che sta passando al setaccio le numerosissime attività dei Polverino e dei Simeoli (che del clan, secondo la Procura, sono una «emanazione»).
Le indagini sono state delegate al nucleo investigativo dei carabinieri di Napoli e al gruppo di Giugliano della Guardia di Finanza. Biagio Iacolare è indagato insieme con Antonio Simeoli e i figli Luigi e Benedetto; l'accusa è quella di avere attribuito fittiziamente allo stesso lacolare la titolarità delle quote della Edil San Rocco Cooperativa. Gli obiettivi erano «eludere le disposizioni in materia di misura di prevenzione patrimoniale nei con- fronti di Giuseppe Polverino» e «agevolare la commissione del delitto di cui all'articolo 648 ter del codice penale», cioè impiego di denaro di provenienza illecita, da parte dello stesso Polverino nonché dei tre Simeoli.
In un comunicato inviato in mattinata alle redazioni, Iacolare ha fornito la sua versione dei fatti. Una versione, tuttavia, contraddetta, secondo l'accusa, da numerose intercettazioni telefoniche e ambientali. Nel febbraio scorso, in particolare, Antonio Simeoli fa riferimento a Iacolare parlando in carcere con la figlia Teresa. La figlia gli riferisce in particolare che, secondo gli avvocati, i pm si stanno concentrando su esponenti politici e non più solo sui camorristi: «È un aggancio... Basta con il clan ma con la politica, perché ora è rimasto quello».
I due parlano di «Biagio», che, scrive il gip nell'ordinanza cautelare, «si identifica senza ombra di dubbio nell'attuale vicepresidente del consiglio regionale campano». Di lui Antonio Simeoli dice: «I voti li ha presi da tutte le parti, tutta la Campania, mica solo...» e ancora: «Ci ho solo rimesso, io sto ancora dando da mangiare a Biagio».
Anche Benedetto Simeoli parla di «Biagio» nei colloqui con la moglie Adelaide Orlando. La donna gli riferisce dell'incontro avuto con l'avvocato, che ha voluto sapere quali fossero i rapporti della famiglia Simeoli con Iacolare: «Che rapporto avete con Biagio... E Mimmo (Domenico Simeoli, fratello di Benedetto, ndr) giustamente gli ha detto che oltre ad essere parente, compagno, ha fatto il ragioniere, è uscito con noi e si sta là. Papa gli ha fatto il compare di cresima e matrimonio, mamma è la madrina della nennella».
Benedetto Simeoli manda a dire a Iacolare, tramite la moglie, quale avvocato nominare. Quindi aggiunge: «Mo sta cacato sotto». Parlando con la sorella Laura, Benedetto dice un'altra cosa che gli inquirenti ritengono di grande interesse: «Tengo un sacco di cambiali da pagare di Biagio. Lui sta a fare il masto di festa».
Un altro capitolo riguarda il tentativo di fare scarcerare Antonio Simeoli con il pretesto che soffre di attacchi di panico. «Benedetto — si legge nell'ordinanza — suggerisce alla sorella Laura di rivolgersi, tramite Iacolare, per la sua specifica qualità a tale Macchiulella, identificato in Michele Schiano di Visconti, medico, consigliere regionale della Campania e presidente della V commissione permanente Sanità, già sindaco del Comune di Qualiano».
Ecco che cosa dice Benedetto a Laura: «Certo con Biagio ce l'ho. Vi ho detto cento volte che dal medico e dal notaio dovete andare da lui, perché solo lui, tramite Michele Schiano Macchiulella, che è il capo della commissione sanitaria della Regione Campania... Tutti i medici della Regione Campania dipendono da lui, cioè il capo dell'Asl dipende da lui... Lui sai chi è, è quello che si spartono le cose lui e Biagio... Cioè avete capito, dovete andare da lui».
All'altra sorella, Teresa, invece dice: «Lui e Biagio sono una cosa. Fai chiamare anche il medico del carcere, perché sta sotto a Michele Schiano». Infine, il gip dedica un capitolo all'abitazione di Biagio Iacolare, che si trova a Marano in via del Mare. Ascoltando le conversazioni tra Benedetto e Laura Simeoli, infatti, si comprende che il consigliere regionale, forse preoccupato per l'inchiesta in corso, ha allontanato da casa i Simeoli: «Anche l'altra volta, quando siamo andate a casa sua... Non ci vuole a casa sua». E Benedetto, arrabbiato, risponde: «E non ce ne fotte proprio, quella è casa nostra innanzitutto e non casa sua. È lui che è ospite, forse non hai capito».
vesuviosegreto@gmail.com