ITALIA, LA CURA È GRILLO – BATTIATO SOLFEGGIA: “LA NOSTRA FORTUNA È STATA LA VITTORIA DI BEPPE, NON PUÒ FARE PEGGIO DI CHI HA PORTATO IL PAESE AL DISASTRO” – GRILLO È UNO “SHOWMAN DALL’INTELLIGENZA POLITICA RIVOLUZIONARIA MA CHE NON VA PRESO ALLA LETTERA” – “SE AVESSE VINTO BERLUSCONI SAREMMO ANDATI TUTTI ALL’ESTERO. ORA VOLTIAMO PAGINA MA GRILLO FACCIA UN PATTO CON BERSANI PER LE RIFORME”…

Sebastiano Messina per "la Repubblica"

«La nostra fortuna è stata la vittoria di Grillo» dice Franco Battiato mentre prepara il suo concerto in Calabria.

Perché dice così?
«Perché se avesse vinto qualcun altro saremmo andati tutti all'estero».

Parla di Berlusconi?
«Lascio a lei la deduzione».

Ma lei è contento o deluso, per questo voto?
«Contento e deluso. Contento per il risultato di Grillo. Siccome faccio il cantante, quando dicevo che avrebbe preso il 25-30 per cento tutti mi dicevano: lo vanno a sentire ma poi non lo votano. S'è visto. Deluso perché vedo che in Italia c'è ancora gente che vende il proprio voto. Quando sono andato a votare, a Milo, le ho viste quelle povere donne alle quali avevano dato cinquanta euro per un voto».

Cosa legge, in quel sorprendente risultato del Movimento 5 Stelle?
«Un cambiamento radicale. Lui ha un'intelligenza politica a dir poco notevole. Rivoluzionaria. Come Crocetta».

Michele Serra ha detto che in quello che sta succedendo c'è qualcosa che gli ricorda il Sessantotto.
«Non credo. Perché purtroppo il Sessantotto è stata, come dicono a Roma, una
sòla, una fregatura. Nel senso che una buona parte di quei rivoluzionari engagé di lì a poco sono entrati nelle stanze del potere. Stavolta mi pare che il cambiamento sia più serio».

Perché emerge la voglia di dare un calcio alla vecchia classe politica, di mandarli tutti a casa?
«Esattamente. Io non dico il 100 per cento, ma di sicuro il 75 per cento dovrebbe andarsene in pensione. A cominciare da quelli che sono in Parlamento da una vita».

Intanto adesso in Europa ci guardano come la prossima Grecia, e rischiamo l'ingovernabilità. O no?
«Non credo. Grillo non è un irresponsabile. Sa che prima delle elezioni volevo chiamarlo? Poi non l'ho fatto, ho pensato che ognuno deve fare quello che vuole».

Ma cosa avrebbe voluto dirgli?
«Gli avrei consigliato di fare un patto con Bersani, che è l'unico con cui in questo momento lui si può alleare, sia pure temporaneamente. Per fare subito, insieme, le riforme più urgenti e più importanti. Un patto a termine, su una lista corta di cose da fare, e poi ognuno va per conto suo».

Però Grillo non sembra su questa linea. Dice che Bersani è "un morto" e che non gli voterà mai la fiducia.
«Sì, ogni tanto lui ha queste uscite, ma non bisogna prenderlo alla lettera. Quando ci parli, è squisito. Dice cose che nessuno ha mai detto e che sono la soluzione, non il problema».

Come assessore della giunta regionale siciliana, lei ha visto i grillini all'opera dentro le istituzioni. Com'è stato l'impatto?
«Il primo che ho conosciuto è stato Cancelleri, il capogruppo. Mi ha fatto un'ottima impressione. E noi stiamo lavorando bene con loro. Sono persone in gamba, ci si parla bene, le cose funzionano».

Si può governare con Grillo?
«Ma certo. Vede, io e lui abbiamo una cosa in comune: siamo uomini di spettacolo, non abbiamo bisogno di soldi e abbiamo deciso di fare qualcosa per la nostra terra. Io per la Sicilia, in questo momento, lui per tutta l'Italia. Grillo è felice, quando riesce a realizzare qualcosa di buono».

Quindi lei non pensa che lui voglia il caos, ovvero costringere Pd e Pdl a fare un'ammucchiata per restare l'unico portavoce del nuovo?
«Non conosco Grillo così profondamente da immaginare cos'ha in mente. Però so che ha un'intelligenza creativa, e che quando si discute di cose concrete spesso tira fuori delle buone idee».

Bersani, il vincitore perdente: dove ha sbagliato, secondo lei?
«Non credo che abbia commesso errori. Bersani è così, non è un imbonitore. Ha detto che bisognava battere la destra, che era la cosa giusta. Il vero problema è che siamo entrati nella torre di Babele. Che non è, come molti pensano, il multilinguismo. No, la torre di Babele è un castigo di Dio, che ci dice: non siete degni di comunicare tra di voi. Quindi parliamo tutti la stessa lingua, ma non ci capiamo».

Ci manca un centro di gravità permanente.
(Battiato ride). «Però io dico: questo Paese è stato governato da gente che ha fatto disastri totali. Si può fare peggio di loro? Io penso di no. E allora perché dobbiamo avere paura del nuovo?».

C'è chi propone di chiedere a tutti, centrodestra, centrosinistra e grillini, di assumersi la responsabilità di far funzionare il Parlamento e il governo.
«Non sopporto questa idea. E' finito il tempo per queste cose. Berlusconi ha perso, ha tentato l'ultimo scatto ma non gli è riuscito. Voltiamo pagina, una buona volta».

 

BATTIATO IN MAGLIONE ALL ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA Beppe Grillo CrocettaMICHELE SERRAPIERLUIGI BERSANI CON LA BANDIERA DEL PD

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