L’ANGELINO NELLA MORSA RENZI-FORZA ITALIA: “VERRÀ AFFETTATO COME UN SALAME” (BRUNETTA) - LA DUCIONA RANDELLA GLI ALFANOIDI: “BUFFONI” – FORMIGONI: “RISCOPRE IL SUO PASSATO DI DONNA DI SPETTACOLO”

Amedeo La Mattina per "La Stampa"

Per capire che aria tira nel Nuovo Centrodestra e quanto si sono deteriorati i rapporti con Forza Italia, basta ciò che è successo ieri mattina nella sala Koch del Senato.
I ministri Lupi, Quagliariello, Lorenzin e De Girolamo (Alfano non è ancora arrivato) stanno spiegando i risultati ottenuti con la legge di stabilità. «Il lavoro fatto chiarisce bene cosa significa difendere gli elettori del centrodestra», chiosa il ministro delle Riforme. Atmosfera istituzionale, slide esplicativi, i capigruppo Sacconi e Costa seduti tra i giornalisti, un grido irrompe dal fondo della sala. «Buffoni, buffoni».

È Alessandra Mussolini che urla e se ne va. I ministri si guardano sbigottiti, «andiamo avanti», dice Lupi, «ecco una esemplificazione weberiana del tipo di confronto che vogliono gli altri», nota Quagliariello, «la Mussolini riscopre il suo passato di donna di spettacolo», liquida Formigoni.

Rotti gli ormeggi per navigare nel mare aperto delle incognite politiche, il nuovo partito di Alfano si trova in una tenaglia. Forza Italia non perde occasione per sparare addosso ai cugini che sono rimasti accanto al boia di Berlusconi, approvando pure una legge di stabilità che tradisce le promesse elettorali. «Prigionieri di Letta, cespugli del Pdl», distillano veleno da quella parte. «Alfano è già all'angolo, verrà affettato come un salame», profetizza Brunetta.

Dal 9 dicembre Alfano dovrà vedersela con il nuovo segretario del Pd Matteo Renzi. Questo l'altro braccio della tenaglia: il sindaco di Firenze, che annuncia di voler ridiscutere il patto di governo, ora che le larghe intese si sono ristrette. Alfano mostra i muscoli, fa la faccia dura, dice di non avere paura del confronto, della verifica programmatica. È convinto di partire da una posizione «privilegiata» grazie ai numeri parlamentari e ai consensi che il Nuovo Centrodestra riscontra nei sondaggi. «Noi non saremo subalterni a nessuno. Noi abbiamo parlamentari sufficienti per tenere in vita il governo, ma anche viceversa».

Insomma, il Pd avrà pure 300 deputati, ma i 30 senatori del Nuovo Centrodestra hanno in mano la golden share della maggioranza. Se poi Renzi vuole far cadere il Governo presieduto da un esponente del Pd, si accodi. «Io spero - avverte Alfano - che il conto della vicenda congressuale del Pd non ricada sull'Italia e non lo paghino gli italiani». Schifani non crede che Renzi commetterà un errore del genere. «E poi sia chiaro - precisa l'ex presidente del Senato - il nostro principale interlocutore è il premier Letta. Sarà lui a mediare».

Il Nuovo Centrodestra deve attrezzarsi a reggere su più fronti per non rimanere schiacciato tra quelli che Alfano definisce «i partiti della crisi e del buio, e sono tanti, mentre gli italiani soffrono la situazione economica». È costretto a guardare avanti, a credere di avere anche il «privilegio» del consenso elettorale tanto necessario a Berlusconi. «Il futuro centrodestra siamo noi, con noi i moderati possono vincere».
Non gli sarà facile sfuggire alla tenaglia del Pd a trazione Renzi e di Forza Italia versione opposizione che minaccia di non votare le riforme costituzionali.

L'unico modo è prepararsi a una verifica di governo con idee di centrodestra. Dopo l'approvazione della legge di stabilità e il congresso del Pd, Alfano proporrà un nuovo contratto agli italiani. Il «Contratto per l'Italia 2014». Sabato a Milano il primo appuntamento per cominciare a scriverlo.

 

 

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