meme giorgia meloni matteo salvini curling

CARROCCIO AL BIVIO: L'INCUBO DI SALVINI È IL SORPASSO DI GIORGIA MELONI NELLE CITTÀ DEL NORD - NELLA LEGA DANNO PER PERSO O QUASI IL SUD, NEL CASO DI DISFATTA ANCHE NEL SETTENTRIONE IL CARROCCIO RIAPRIRÀ IL DIBATTITO SULLA LEADERSHIP (CON IL CAPITONE CHE E' GIA' NEL MIRINO DI GIORGETTI E DELL’ALA GOVERNISTA)- CAMBIEREBBERO I RAPPORTI DI FORZA TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA PRONTA A RECLAMARE LA PRESIDENZA DI QUALCHE REGIONE (PIEMONTE E VENETO)

Francesco Olivo per “la Stampa”

 

giorgia meloni matteo salvini

L'incubo di Matteo Salvini è il sorpasso di Giorgia Meloni nelle città del Nord. Un anno fa a Milano l'operazione è stata a un passo dal compiersi: la lista di FdI si fermò soltanto a 4.400 da quella della Lega. Stavolta i tempi sembrano maturi.

 

I sondaggi sono poco affidabili per questo tipo di elezioni, ma di calcoli già se ne fanno. Nel Carroccio danno per perso o quasi il Sud, in Sicilia non ci sarà nemmeno Alberto da Giussano nelle schede (la lista si chiama Prima l'Italia), pochissime aspettative anche nelle regioni del Centro.

 

Se poi nel Settentrione si dovesse tornare alla cifre della Lega post bossiana, quella risollevata proprio da Salvini, allora si potrebbe aprire un inedito dibattito sulla leadership dalle conseguenze imprevedibili. Il progetto del segretario della Lega nazionale, diventerebbe difficilmente sostenibile sopra al Po. Meloni lo sa e da più di anno ormai sta lavorando alla conquista di territori finora quasi sconosciuti per un partito a forte trazione romana (e meridionale).

 

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini

Ieri, al Porto Antico di Genova ad ascoltare Meloni c'erano cinquecento persone, in un caldo lunedì pomeriggio, la cifra è considerevole e i leghisti lo stanno notando con preoccupazione. La presidente di FdI è attenta a evitare di caricare troppo di significati il voto di domenica:

 

«Io credo che all'interno del centrodestra le elezioni amministrative non determinino niente, perché all'interno della coalizione ci sono regole per le politiche nelle quali si determinano automaticamente le responsabilità di ciascuno, ma questa location - ha detto dal palco, accanto al sindaco Marco Bucci - dimostra la crescita esponenziale di Fratelli d'Italia che speriamo di vedere anche all'indomani del voto del 12 giugno». Piazze affollate si sono viste a Como, Lodi, Monza e Piacenza. Per non dire della Sicilia, dove un successo delle liste potrebbe imporre la riconferma di Nello Musumeci.

giancarlo giorgetti giorgia meloni matteo salvini

 

L'operazione sorpasso al Nord è in marcia soprattutto nei medi-grandi centri, dove il voto di opinione può pesare di più, mentre nei piccoli Comuni le dinamiche locali e il maggiore radicamento di Lega e Forza Italia possono frenare l'onda. Le città principali segnate sulle agende dei dirigenti di Lega e Fratelli d'Italia sono Verona, Alessandria e Como, dove un tempo la formazione di Meloni non superava il 4% e oggi invece punta al primato della coalizione o persino a conquistare il municipio (a Como).

 

A Verona le divisioni del Carroccio e il passaggio a FdI del sindaco uscente Federico Sboarina avranno un peso. I dirigenti della destra puntano anche a un sorpasso ad Alessandria, città del capogruppo alla Camera della Lega Riccardo Molinari, mentre a Como, Meloni ha potuto scegliere il candidato sindaco (Giordano Molteni), grazie al lavoro ai fianchi del suo deputato comasco Alessio Butti.

 

SALVINI MELONI BERLUSCONI

Gli occhi dei dirigenti lombardi sono puntati anche su Lodi, Buccinasco, Magenta, San Donato e Sesto San Giovanni. Stare davanti alla Lega non è una questione simbolica per la destra: per la prima volta il primato dei sondaggi si vedrebbe materializzato con un campione importante, nove milioni di italiani al voto.

 

Su questa base (eventuale) potrebbero poggiare le ragioni di Meloni per cercare di strappare più collegi possibili alle prossime politiche (ammesso che la legge elettorale, come sembra, resti il Rosatellum) e ambire anche alla presidenza di una grande Regione del Nord.

 

salvini meloni

Non ci sono automatismi, certo, ma cambierebbero i rapporti di forza. «Se vinciamo a Como non chiediamo la Lombardia» ammette un dirigente di FdI, ma è chiaro che in caso di un buon risultato domenica, davanti a un crollo leghista, con Forza Italia in difficoltà, sarebbe difficile tenere i meloniani fuori dalle stanze di potere regionale. Se in Lombardia e poi in Friuli si andrà (con delle contropartite) verso la riconferma dei leghisti Fontana e Fedriga, nel 2024 e nel 2025 si potrebbero liberare le poltrone di Piemonte e Veneto. L'assalto al Nord sarebbe completo.

salvini meloniMEME GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI CURLINGmatteo salvini giorgia meloni meme by carli GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…