“LA STRADA PIÙ SEMPLICE È CHE BIDEN INDICHI KAMALA HARRIS ALLA CONVENTION DEM” - IL POLITOLOGO JIM KESSLER: "LE MINI PRIMARIE SUGGERITE DA CLOONEY? SOLO UNA SUGGESTIONE. L'ULTIMA PAROLA SPETTERA' AI 4MILA DELEGATI, VICINI AL PRESIDENTE. I BIG NON SI ESPORRANNO. IL GOVERNATORE DELLA CALIFORNIA GAVIN NEWSOM? PARTECIPARE ALLA CORSA ORA E NON VINCERE POTREBBE ESSERE DANNOSO PER LUI. MEGLIO ASPETTARE. SE LA CANDIDATA ALLA PRESIDENZA È LA HARRIS, COME NUOVO VICE FAVORITO È…”
Estratto dell’articolo di Simona Siri per “la Stampa”
«La strada più semplice è che Biden indichi Kamala Harris alla Convention». Ne è convinto Jim Kessler, vice presidente di Third Way - think tank che sostiene le idee del centrosinistra moderno - nonché ex direttore politico del senatore Chuck Schumer. Kessler è un veterano di Washington, con un'esperienza così vasta da aver vissuto nel passato una situazione simile a quella che potrebbe verificarsi nel caso in cui Joe Biden annunciasse il suo ritiro dalla corsa alla rielezione.
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Quale scenario si potrebbe aprire nel momento in cui Biden dovesse ritirarsi?
«Ci saranno poco più di 4.000 delegati alla Convenzione Democratica di Chicago e sono loro che decideranno il prossimo candidato democratico. A parte alcuni delegati automatici perché sono membri del Congresso, senatori o governatori, gli altri delegati - diciamo il 90% - sono stati scelti durante le primarie in quasi tutti i 50 stati e ognuno di loro è stato eletto delegato di Biden-Harris. Ciò non significa che faranno tutto ciò che Biden gli dice di fare, ma gli sono leali».
E Biden indicherebbe Harris?
«Penso di sì, questo è lo scenario più probabile. Penso anche che qualcuno la sfiderà, ma che chi lo farà non avrà possibilità di ottenere la candidatura».
Chi?
«Joe Manchin (senatore del West Virginia, democratico molto conservatore, ndr) e forse qualcun altro. Ma proprio perché le possibilità di ottenere la candidatura sono poche, nomi che hanno ambizioni di candidarsi tra quattro anni non si bruceranno. Partecipare alla corsa ora e non vincere potrebbe essere dannoso per gente come per esempio Gavin Newsom. Meglio aspettare.
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Esclude che potrebbero esserci delle mini primarie con più candidati come immaginava George Clooney?
joe biden con kamala harris festa del 4 luglio
«Non voglio dire che non sia possibile. Potrebbe esserci una sorta di sistema in cui gli elettori ascoltano le proposte di candidati diversi. Ma bisogna sempre tenere presente che le uniche persone che voteranno alla fine sono questi 4.000 delegati. È un po' come guardare una gara in televisione tra diversi concorrenti, ma le uniche persone che votano sono quelli nello studio televisivo. Le persone a casa possono guardare, applaudire e far sapere la loro approvazione o disapprovazione».
Una delle ragioni che Biden ha sempre dato per non ritirarsi è che la gente aveva appunto già votato durante le primarie e che quindi cambiare candidato non sarebbe un processo democratico.
«È il sistema che lo prevede: se un candidato deve abbandonare per malattia, o morte o altre ragioni, spetta ai delegati. Le primarie come le conosciamo oggi ci sono solo dal 1968. Sarebbe come tornare indietro a un pre 1968 a causa di circostanze che non erano previste».
Ammettendo che il candidato alla fine sia Kamala Harris, dovrebbe indicare il nome del vice in tempo per la convention democratica di agosto?
«Penso di sì e penso che Harris sceglierà un candidato alla vicepresidenza che possa unificare il partito, possibilmente da uno stato in bilico».
Qualche nome?
«Josh Shapiro, governatore della Pennsylvania o Mark Kelly, senatore dell'Arizona. C'è anche Andy Bashir, governatore del Kentucky: non è in bilico, ma è uno Stato molto rosso, e manderebbe un segnale che questo è un ticket che rappresenta l'intero spettro ideologico del partito.
Joe Biden e Kamala Harrisjoe biden con kamala harris festa del 4 luglio