giorgia meloni enrico letta

IL SOTTI-LETTA PUNTA SULLA NON-VITTORIA DI GIORGIA MELONI: DIETRO L’ALLARME PER LA DEMOCRAZIA LANCIATO DA ENRICHETTO CON ANNESSO APPELLO AL VOTO UTILE C’E’ UNO STUDIO RISERVATO SECONDO CUI CON UN +4% DI VOTI AL CENTROSINISTRA 60 COLLEGI DIVENTEREBBERO CONTENDIBILI. E IL CENTRODESTRA POTREBBE CONTARE SU UNA MAGGIORANZA RISICATA AL SENATO. C’È PERÒ UN PROBLEMA. OVVERO CHE LA PERCEZIONE DELL’ESITO SCONTATO DELLE ELEZIONI SPINGA GLI ELETTORI A DISERTARE LE URNE. OPPURE A…

Da open.online

 

GIORGIA MELONI ENRICO LETTA

C’è uno studio riservato sui risultati delle elezioni dietro l’allarme per la democrazia lanciato ieri da Enrico Letta. Dice che se è chiaro che il centrodestra vincerà le elezioni del 25 settembre, è ancora in gioco come le vincerà. E la distanza tra una vittoria e una non-vittoria (come quella di Bersani nel 2018) si gioca su 62 seggi. E sul cosiddetto voto utile. Nelle regioni storicamente rosse come Emilia-Romagna e Toscana. E nelle grandi città. «Se si recuperano i consensi il nuovo governo di centrodestra potrà contare solo su cinque senatori in più a Palazzo Madama», è il ragionamento. Con una maggioranza così risicata addio in primo luogo alle proposte sul presidenzialismo con annesso addio del presidente Mattarella al Quirinale. E poi via al Vietnam parlamentare.

 

 

GIORGIA MELONI ENRICO LETTA

I 60 collegi contendibili

Per invertire la tendenza, spiega il documento, può bastare un 4% in più di voti rispetto a quelli assegnati attualmente dai sondaggi alla coalizione di centrosinistra. Il ragionamento del segretario Pd si basa sugli «effetti perversi» della legge elettorale e del taglio dei parlamentari. Un combinato disposto che deriva dal fatto che il Rosatellum è una legge proporzionale e maggioritaria e sono quindi decisivi i risultati nei collegi uninominali. Proprio l’effetto del maggioritario potrebbe portare il centrodestra con il 43% dei consensi a portare a casa il 70% dei deputati e dei senatori. «Uno scenario politico e democratico da incubo», lo ha definito Letta. Ma «ci sono 60 collegi uninominali contendibili» e la partita si gioca lì. Per questo «il voto per le liste di Calenda e Conte è oggettivamente un aiuto per la vittoria della destra».

 

salvini meloni letta calenda cernobbio

Mentre, Rosatellum alla mano, per Letta «un +4% a noi» invece che al M5s o al Terzo Polo «consentirebbe di riportare la partita nella contendibilità». La Repubblica e La Stampa, che parlano oggi dello studio, spiegano che l’obiettivo finale è quello di rendere contendibili 24 collegi uninominali ad oggi considerati persi. E blindare la vittoria in altri 15. Oltre alla conquista, che sarebbe una conseguenza, di 23 posti in più nel proporzionale. Tra Camera e Senato. Nella migliore delle ipotesi, che però sarebbe il risultato di una combinazione di fattori molto complicati, la simulazione dice che il centrodestra potrebbe ottenere la maggioranza soltanto in una delle due camere. Ma si tratta, appunto, di uno scenario molto difficile da veder realizzato.

 

Lo studio riservato

GIORGIA MELONI ENRICO LETTA 2

Più concretamente, lo studio riservato che circola al Nazareno avverte anche che è improbabile che un recupero del 4% nel proporzionale sia spalmato nei singoli collegi. Nella simulazione invece dei 125 che i sondaggi attualmente le accreditano il centrodestra al Senato porterebbe a casa solo 105 seggi. Mentre alla Camera si passerebbe dai potenziali 245 a 203 deputati. Il Pd blinderebbe 15 collegi uninominali tra i due rami del Parlamento. Riaprirebbe la partita per altri 17 posti da deputato e 7 da senatore. E conquisterebbe 15 deputati e 8 senatori in più nel proporzionale. Ma c’è un’incognita geografica. Per ottenere questo risultato l’incremento percentuale dei voti non si dovrebbe, appunto, spalmare uniformemente su tutto il territorio.

 

letta meloni

Dovrebbe invece concentrarsi in Emilia-Romagna e Toscana e nelle grandi città oggi amministrate dal Pd: ovvero Milano, Torino, Firenze, Bologna, Roma e Napoli. Ma ci vuole anche una vittoria in città amministrate dal centrosinistra o in regioni in bilico: Trento, Ancona, Bari e la Sardegna. «Se consideriamo quindi in particolare – scrivono gli analisti dem – 44 collegi (i 16 contendibili nei quali possiamo prevalere già nelle condizioni attuali e 28 ulteriori), che si riaprono con uno spostamento percentuale piuttosto lieve (4 punti), la maggioranza di centrodestra può sostanzialmente annullarsi». Con l’incremento dei voti 40 collegi cambiano colore. E altri 14 tornano in bilico.

 

Una strategia a perdere

C’è però un problema. Ovvero che la percezione dell’esito scontato delle elezioni spinga gli elettori a disertare le urne. Oppure a votare per il partito preferito anche se non ha nessuna speranza di vincere la sfida uninominale nel collegio. Per questo quello di Letta è alla fine il classico appello al cosiddetto voto utile. Con tutte le limitazioni del caso. Ovvero che si tratta di un messaggio ostico da comprendere e che veicola in ogni caso una strategia a perdere limitando i danni.

 

Mentre per votare con convinzione di solito gli elettori dovrebbero essere convinti della bontà di un progetto politico. E non dello spauracchio democratico. Storicamente questo tipo di appelli ha sempre lasciato il tempo che ha trovato. Gli allarmi per la democrazia hanno portato tanta gente in piazza. Ma pochi hanno cambiato idea alle urne. Vediamo se il 25 settembre ci sarà un’inversione di tendenza.

giorgia meloni enrico letta atreju

 

Ultimi Dagoreport

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...