LOMBARDIA CANAGLIA - LA CORTE DEI CONTI APRE UN FASCICOLO SUGLI SPRECHI DEI CONSIGLIERI REGIONALI - FORMINCHIONI MINIMIZZA, MA EMERGE UN POZZO NERO DI MAGNA-MAGNA E DI LECCA-LECCA - 2,250 EURO PER LA VIDEOCAMERA DEL PDL COLUCCI - I “MON CHERI’” DELLA LEGHISTA RUFFINELLI DANNO IL NOME ALL’INCHIESTA PER PECULATO - 250 EURO DI RICARICA TELEFONICA PER IL PDL BOSCAGLI - GUAI IN ARRIVO ANCHE PER IL CENTROSINISTRA…

1-RIMBORSI ILLEGALI IN LOMBARDIA INCHIESTA DELLA CORTE DEI CONTI
Giuseppe Guastella e Luigi Ferrarella per il Corriere della Sera

Una nuova inchiesta sui rimborsi spesa ottenuti dai consiglieri regionali Pdl e Lega della Lombardia si affianca a quella della Procura della Repubblica di Milano: ora anche la Corte dei conti della Lombardia, con il procuratore Antonio Caruso e il sostituto Adriano Gribaudo, apre un fascicolo e ipotizza un danno erariale non solo a carico dei 25 indagati dell'indagine penale, ma anche dei funzionari del Pirellone che hanno partecipato all'iter amministrativo dell'erogazione dei fondi.

Grazie al protocollo d'intesa firmato ad ottobre, la Procura contabile della Corte dei conti e quella del tribunale lavoreranno affiancate utilizzando gli stessi uomini della Guardia di Finanza di Milano impegnati per i pm Alfredo Robledo, Paolo Filippini e Antonio D'Alessio che venerdì hanno notificato gli inviti a comparire ai primi 22 consiglieri di Pdl e Lega (metà ciascuno) indagati per peculato per centinaia di rimborsi che, tra il 2008 e il 2012, hanno superato 1,3 milioni di euro.

Un pacchetto di «mon chéri» acquistato in autogrill il 7 gennaio 2009 dalla consigliera leghista Luciana Ruffinelli, finito anch'esso nella nota spese, ha dato il nome a un'inchiesta penale che annuncia già di estendersi a tutti gli altri gruppi politici del consiglio regionale lombardo dopo che venerdì i pm hanno acquisito la documentazione di Pd, Idv, Sel, Udc,

Gruppo misto e Pensionati.
L'indagine punta diritto al comportamento dei singoli consiglieri. A regolamentare la materia delle spese di rappresentanza è il «regolamento contabile della Regione Lombardia» che, all'articolo 18, stabilisce che esse devono «rispondere a effettive esigenze» istituzionali fatte «in occasione di rapporti di carattere ufficiale» fuori della «ordinaria attività del consiglio» e, soprattutto, devono «essere prive di intenti e di connotazione di mera liberalità non giustificata».

Per ottenere i rimborsi, i consiglieri devono presentare «idonea documentazione giustificativa in ordine alle circostanze, alla causa e alla natura delle erogazioni». Secondo i pm Robledo, Filippini e D'Alessio, di tutto questo non c'è traccia nelle note spese nelle quali, invece, i consiglieri (solo quelli Pdl) si limitavano a firmare una scarna dichiarazione sulla motivazione delle spese sostenute. Questo perché, sostengono gli inquirenti, all'interno dei gruppi non è previsto un iter procedurale che obblighi a dimostrare che le loro spese sono corrette. La Gdf, infatti, ha scoperto che non c'è neppure una documentazione minima che dimostri che sono state fatte per «assicurare l'espletamento del mandato».

«La Corte dei conti, che è l'organo deputato, non ha rilevato nulla sulle spese dei gruppi», dice il governatore Roberto Formigoni il quale, pur ammettendo impropri di denaro li ritiene «estremamente limitati, non più del 5%» assicurando che «chi si è reso colpevole di irregolarità non potrà rappresentare il mio partito alle prossime elezioni». «Ci saranno mille euro di abusi», minimizza Paolo Valentini, capogruppo del Pdl, indagato per 118 mila euro di rimborsi, che nel 2011 per il suo partito sono stati di oltre 450 mila euro. Valentini avrebbe voluto «controlli più mirati» della magistratura contabile. In effetti, l'indagine «Mon chéri» sarà il banco di prova della legge varata solo a ottobre dopo il caso Batman al consiglio regionale del Lazio.

La sezione di controllo della Corte dei conti sugli atti degli enti locali, che prima si limitava a una verifica globale delle spese, ora ha il potere di andare a spulciare ogni singolo scontrino fiscale e chiedere spiegazioni. In caso di mancata giustificazione, i gruppi consiliari possono perdere il diritto al rimborso. Ma tutto questo sarà possibile solo per le spese dichiarate dopo il 10 ottobre, giorno di entrata in vigore del decreto 174. Anche Roberto Maroni, candidato governatore, annuncia che non saranno nomine per chi ha violato le regole. Secondo il segretario della Lega, al Pirellone c'è un «sistema sbagliato» regolato da una legge del 1972 che, in caso di elezione, promette sarà cancellata.

2-LE CENE PAGATE NEI GIORNI DI FESTA E I 315 TAXI VERSO L'IGNOTO
Andrea Galli per il Corriere della Sera

Mai sazi, mai domi, mai fermi. Nemmeno quando gli altri lavorano, nemmeno quando gli altri prendono il sole. Dunque era un primo maggio e Gianluca Rinaldin, lui e due ospiti per un conto totale di 179 euro naturalmente versati dal consigliere regionale del Pdl, mangiarono a un ristorante giapponese. Meglio oppure peggio, come al solito dipende dai punti di vista, si comportò un altro del Pdl, Alessandro Colucci, il quale in un infuocato inizio d'agosto, con una Regione non a pieno regime di sedute, prese posto a un tavolo e ordinò piatti e vini il giorno 1 e il 2 e poi il 3 e pure il 4 agosto mai però facendosi mancare la compagnia, variando di coperti e di conto finale.

I viaggi (non specificati) in taxi
Non è uno che ama lesinare, questo Colucci, altrimenti - e oplà, improvviso cambio di esercizio pubblico, di materiale e anche di materia - non avrebbe un 25 gennaio sborsato 2.256,55 euro per comprare, attenzione che l'elenco è lungo, «card memoria aggiuntiva + videocamera HD Samsung + Software gestionale + materiale d'uso e di trasporto». Preciso al centesimo e alla lettera. Altro che Giuseppe Angelo Giammario (Pdl) il quale nel tempo ha riprodotto la dicitura «corsa non specificata» nella nota spesa di 315 corse in taxi. Dove andava per non rivelarlo? Chissà. Tanto poi, chiaro, saranno dimenticanze dei singoli provocate dallo stress e dalle giornate intense, saranno esagerati accanimenti delle forze inquirenti. Però davvero rimane un viaggio curioso questo dei rimborsi di uomini e donne della Regione Lombardia, donne tipo Antonella Angela Maria Sabina Maiolo (Pdl) che risulta esser residente a Milano e che in una libreria Mondadori lasciò alla cassiera 30 euro per l'«Atlante topografico città di Milano».

Le ricariche a getto continuo
Del resto perdersi, per un politico, è sempre pericoloso; ancor più lo è non farsi trovare. Ecco, una vigilia di Natale Giulio Boscagli (Pdl) si premunì ricaricando il cellulare di 250 euro. Coperto e al sicuro. Collegato col mondo. Al che non può non tornare in mente, e siamo ancora a Rinaldin, la sua doppietta in rapida serie - dall'11 al 16 maggio 2009 - quando portò a casa un «Apple Mac Book» da 1.029 euro e un «iPad 2 Wi/Fi» per 873,90 euro (prezzo comprensivo, s'intende, di «custodia e garanzia telefonica»). Ora qualcuno potrebbe obiettare che è fin troppo agevole esercizio quello di sparare addosso ai sopra citati. Perché loro, negli accertamenti della Procura e della Guardia di Finanza, in verità si mettono a nudo. E rivelano profondi segreti, passioni magari non note.

Le gite in macelleria
Il leghista Massimiliano Orsatti per esempio sul bilancio della Lombardia ha caricato gite in macelleria e cd musicali di Bon Jovi. E Carlo Saffioti del Pdl? Pazzo di francobolli, ne acquistò d'un botto 250 euro. E Nicole Minetti? Frugando fra gli scaffali comprò il libro «Mignottocrazia», acquisto criticato da Roberto Formigoni («Uso improprio del denaro»). Ma si diceva degli interessi personali. Giammario, il mese di giugno, pare sia solito abbuffarsi di panini al bar.

Era il 2008: 45 euro di panini il 19, 37 euro il 23, fino al bis del 24 giugno con 46 e 49 euro. Briciole non soltanto in senso letterale rispetto alle cene donate all'umanità. Una volta Giammario pagò 1.125 euro per sfamare 44 persone. La generosità pare dote comune. L'anno scorso, di questi tempi, il leghista Angelo Ciocca si dannava a spargere auguri e doni per un lieto Natale. Comprò «2.000 calendarietti» alla cifra di 1.669,80 euro. Un bel risparmio. Per i successivi servizi postali di spedizione spese quasi il doppio: 3.533 euro e 28 centesimi.

 

 

ILLUSTRAZIONE SARX PIRELLONE CARCERE BOSSI MINETTI FORMIGONI UOMO SANDWICH CON CARTELLONE PRO MINETTI DAVANTI AL PIRELLONE NICOLE MINETTI AL PIRELLONE SCHERZA CON I COLLEGHI PDL L'ARRIVO DELLA MINETTI AL PIRELLONEANGELO GIAMMARIOAngelo CioccaAngelo Ciocca 2

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