marchini raggi

ALFIO IS BACK - MARCHINI A TUTTO CAMPO: “LA RAGGI? AHINOI ERA TUTTO GIÀ SCRITTO. NON SI PUÒ FARE IL SINDACO ETERODIRETTO”. SU PARISI LEADER DEL CENTRODESTRA: “TEMO CHE ANCHE LUI SIA VISSUTO COME PARTE DI UN SISTEMA CHE I POPOLI HANNO CAPITO NON È PIÙ IN GRADO DI TUTELARLI”

Alberto Di Majo per “Il Tempo

MARCHINI RAGGIMARCHINI RAGGI

 

È pronto anche a dare una mano ai 5 Stelle per risollevare Roma. Non cavalca le difficoltà del sindaco Raggi, anzi mette in guardia dalle questioni personali. Alfio Marchini torna a parlare dopo quasi tre mesi. Annuncia che non si ricandiderà una terza volta a primo cittadino e guarda oltre, «a come milioni di persone potranno continuare a vivere in un sistema sociale che non sta più in piedi».

 

Onorevole Marchini, ma dov’era finito?

«C’è un tempo per tutto e questo era il tempo che spettava a chi ha vinto le elezioni. Gli andava lasciato l’onore e le luci della ribalta».

 

A tre mesi dalle elezioni, in Campidoglio c’è il caos. Che cosa ha sbagliato Virginia Raggi?

«Ahinoi era tutto già scritto. Non si può fare il sindaco eterodiretto. Avrebbe dovuto fare come noi: presentarsi al voto con programma e squadra già definiti».

MARCHINI PLACIDO 4MARCHINI PLACIDO 4

 

Ritiene che i 5 Stelle a Roma possano riorganizzarsi e ripartire?

«Temo di no e la città già in pieno declino continuerà a inabissarsi. Ormai lo scontro al loro interno è diventato personale oltre che politico».

 

È vero che hanno contro i poteri forti?

«La verità è esattamente l’opposto: hanno vinto perché il vecchio e defunto sistema è orfano di poteri forti, di idee forti e di una visione illuminata del futuro. A Roma ci sono piuttosto molti poteri marci e occulti ai quali i 5 Stelle stanno facendo un regalo con il loro caos interno e con l’assoluta mancanza di un programma chiaro e di forti personalità per governare».

 

Se il sindaco fosse «scomunicato» dal MoVimento e chiedesse i voti all’opposizione per approvare alcuni provvedimenti necessari per la città, lei ci starebbe?

BERLUSCONI MARCHINIBERLUSCONI MARCHINI

«Io, come credo tutta l’opposizione, non esiterei un secondo ad approvare delibere per la città. Il punto è che non se ne vede traccia alcuna».

 

Condivide le accuse e le polemiche che hanno travolto la Raggi sulle nomine dei suoi più stretti collaboratori?

«Non mi appassiona il dibattito. Il punto politico è un altro: un nuovo e coeso blocco sociale ha votato un’utopia che si è rivelata prestissimo un’illusione».

 

Le farebbe le Olimpiadi?

«Come dissi in campagna elettorale, sì. Ma a condizione che siano realmente per la città».

 

E lo stadio della Roma?

«Idem».

marchini saluta i sostenitorimarchini saluta i sostenitori

 

Sono passati 90 giorni dalle Comunali, a mente fredda cosa pensa di aver sbagliato nella sua campagna elettorale?

«Tutto è perfettibile ma aver preso nel XV Municipio, più esteso di una grande città italiana, il 20% dimostra che non è soltanto una questione di formule o di propaganda. Va fatta un’analisi sociale più profonda, che non riguarda solo la Capitale ma tutto il mondo occidentale».

 

Dunque?

«C’è un nuovo blocco sociale, maggioritario e potenzialmente assai rabbioso che è ormai anti-sistema. È composto dalla ex classe media senza più speranza di futuro a cui si sommano i cittadini delle periferie più degradate. C’è nelle nuove masse una consapevolezza: il sistema che ha fatto vivere milioni di persone per 70 anni è finito e non se ne vede uno nuovo all’orizzonte».

luca zappacosta e alfio marchini (2)luca zappacosta e alfio marchini (2)

 

Insomma, i confini «sociali» vanno molto al di là della Capitale...

«Tutto il mondo occidentale è entrato in crisi. La democrazia stessa come l’abbiamo conosciuta fin qui si sta rilevando troppo fragile nell’era della globalizzazione in confronto alle realtà più autoritarie. Vedi Russia o Cina».

 

Torniamo a Roma. Se la consiliatura dovesse terminare in anticipo, ci sarà una sua terza candidatura a sindaco?

«No. Già la volta scorsa ho cercato di evitare di bere l’amaro calice cercando altri candidati che potessero essere unitari. Ne parlai anche con la Meloni. Trovammo il deserto e così sia lei che io fummo costretti a candidarci perché in assenza di primarie i nostri elettorati non si sarebbero mai sommati tra loro. Il voto di giugno docet».

beatrice scibetta alfio marchini alessandro onorato e ludovicabeatrice scibetta alfio marchini alessandro onorato e ludovica

 

Alfio Marchini e il centrodestra, una storia chiusa?

«Il vecchio centrodestra e il vecchio centrosinistra sono rappresentazioni finite e anacronistiche».

 

Non teme di rischiare la stessa sorte politica di Corrado Passera, che ha cancellato il suo partito pochi giorni fa?

«Corrado aveva fondato un partito nazionale. Il mio impegno politico nasce per l’amore verso la mia città. Un amore incondizionato, disinteressato ed eterno! Siamo sopravvissuti a ben due elezioni, abbiamo preso 145 mila voti e Roma è stata l’unica realtà italiana ad aver avuto un risultato quadripolare sul modello del voto spagnolo».

 

alfio marchini (1)alfio marchini (1)

Nel centrodestra un altro imprenditore sta tentando di costruire una proposta politica, cosa pensa di Stefano Parisi?

«Un amico e bene ha fatto Berlusconi ad affidargli quel ruolo. Ma temo che anche lui sia vissuto come parte di un sistema che i popoli hanno capito non è più in grado di tutelarli».

 

Continui.

«A Roma dieci giorni prima del voto dei focus group molto seri indicavano come la maggioranza dei romani ritenesse la nostra proposta e la nostra squadra come le più idonee per far risorgere Roma esprimendo al contempo un’altra intenzione di voto».

 

E questo perché secondo lei?

MARCHINIMARCHINI

«Perché serviva, serve e servirà un profilo più popolano nel senso nobile del termine. Qualcuno con il quale il blocco sociale di cui parlavo si possa identificare».

 

Dunque non proverà a rendere la sua lista nazionale?

«No. È nata a Roma e crescerà qui, dove continuerà a creare una classe dirigente di cui si sente molto bisogno».

 

In questi mesi ha parlato con Berlusconi?

«Certamente e spero recuperi tutta la sua energia. Un uomo come lui, che ha avuto la grandezza di chiamarmi dopo il voto per dirmi che era dispiaciuto che l’alleanza tra noi mi avesse nuociuto ha dimostrato di essere di un altro pianeta».

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – PUTIN NON PERDE MAI: TRUMP ESCE A PEZZI DALLA TELEFONATA CON “MAD VLAD”. AVEVA GIÀ PRONTO IL DISCORSO (“HO SALVATO IL MONDO”) E INVECE HA DOVUTO FARE PIPPA DI FRONTE AL NIET DEL PRESIDENTE RUSSO ALLA TREGUA DI 30 GIORNI IN UCRAINA – ZELENSKY COTTO E MANGIATO: “SE NON SEI AL TAVOLO DEL NEGOZIATO, SEI NEL MENÙ” – LE SUPERCAZZOLE DEL TYCOON SU IRAN E ARABIA SAUDITA E LA PRETESA DELL’EX AGENTE DEL KGB: ACCETTO IL CESSATE IL FUOCO SOLO SE FERMATE GLI AIUTI ALL’UCRAINA. MA TRUMP NON POTEVA GARANTIRE A NOME DELL’EUROPA – DOPO IL SUMMIT A GEDDA DI DOMENICA PROSSIMA CI SARÀ UNA NUOVA TELEFONATA TRA I DUE BOSS. POI L’INCONTRO FACCIA A FACCIA…

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO…