boschi ghizzoni etruria de bortoli

MARIA ETRURIA BRINDA: GHIZZONI NON VERRA’ ASCOLTATO DALLA COMMISSIONE SULLE BANCHE – ALL’EX AD DI UNICREDIT, SECONDO DE BORTOLI, LA BOSCHI SI RIVOLSE PER “SALVARE” LA BANCA DEL PAPA’ – L’AD DI MONTEPASCHI RIVELA: MI DIMISI PERCHE’ IN DISACCORDO CON OPERAZIONE “ALEXANDRIA” 

 

Claudio Antonelli per La Verità

 

boschi ghizzoni

La commissione d' inchiesta sulle banche diretta e presieduta da Pier Ferdinando Casini annuncia il cambio di direzione. La prossima settimana sarà il turno delle quattro banche popolari saltate a fine 2015. Annuncio a sorpresa, ma dietro c' è il trucco. Ci si guarderà bene dall' audire chiunque possa fare connessioni politiche dalle parti di Arezzo. L' agenda di Casini non si libererà mai per invitare il testimone chiave: Federico Ghizzoni. L' ex manager di Unicredit citato nel libro di Ferruccio de Bortoli come detentore di un segreto, ovvero l' incontro riservato con Maria Elena Boschi. Tema, il destino di banca Etruria di cui Pier Luigi Boschi era vice presidente.

 

de bortoli renzi

Nessun invito in commissione anche per Mario Draghi, numero uno della Bce. «Sentendo i dirigenti della Banca d' Italia anche per i periodi in cui è stato in carica, possiamo avere quelle risposte che rendono inutile l' audizione di Draghi. Poi saranno i partiti e la maggioranza della commissione a decidere», ha detto Casini ai microfoni di radio Rtl rispondendo alle domande di Massimo Giannini.

 

pierferdinando casini (2)

«Se ascolteremo Ghizzoni in merito alla richiesta fatta dalla Boschi e ricostruita da de Bortoli? Al momento questo argomento non è mai stato esaminato né direttamente né indirettamente, né evocato da alcuno in ufficio di presidenza. Io seguo la parte principale, perché la commissione non deve fare gossip o polemiche politiche, ma deve avere gli elementi». L' ipotesi che li si possa cercare interrogando chi allora ricopriva l' incarico più delicato in Unicredit non sembra sfiorare Casini e a quanto sembra nemmeno gli altri due vice presidenti. Il poliziotto buono Mario Maria Marino del Pd e l' altro poliziotto buono, l' azzurro Renato Brunetta. Scommettiamo che la prima a brindare sarà la Boschi, la diretta interessata.

JP MORGAN

 

D' altronde, dalle parti di palazzo San Macuto si comincia già a respirare l' aria di Natale. Il 20 dicembre c' è il rischio concreto di abbassare il sipario se, come sembra, poco dopo le Camere potranno essere sciolte. Motivo in più per accelerare e al tempo stesso avviare uno sguardo a volo d' uccello su tutte le problematiche senza mai arrivare all' origine dei problemi. La conferma è arrivata ieri, quando di fronte alla commissione si è seduto l' ad (appena riconfermato dal Tesoro) Marco Morelli.

 

padoan montepaschi

Sul fallimento dell' aumento di capitale sul mercato privato la lista di domande sarebbe dovuto essere molto lunga. La presidenza avrebbe dovuto chiedere lumi sul ruolo del Mef, quello di Jp Morgan e di Mediobanca. Chi si sfilò e quando esattamente. Qualcuno avrebbe dovuto domandare perché il sottosegretario all' Economia, Pier Paolo Baretta, il giorno fatidico del fallimento dell' operazione di mercato era a Siena.

 

La risposta di Morelli è stata invece molto semplice e guarda caso esattamente quella che avrebbe fornito l' ex premier Matteo Renzi . «L' esito negativo del referendum sulle riforme costituzionali, bocciato dagli elettori il 4 dicembre 2016, aveva determinato un progressivo deterioramento ambientale», ha spiegato l' ad di Mps, « che ha reso più difficile la ricapitalizzazione, poi fallita, del Monte dei Paschi di fine 2016». Morelli ha spiegato anche che, senza il diniego della Bce per allungare la finestra dell' aumento di capitale fino a gennaio 2016, il mercato avrebbe potuto fare una migliore valutazione sullo scenario politico che nei fatti, con l' arrivo del governo Gentiloni, non risultò instabile.

 

MARCO MORELLI

Stesso approccio anche sui terribili fatti che hanno portato Rocca Salimbeni, la fondazione Mps, allo sfascio economico e al forte indebitamento. E Morelli di dettagli ne dovrebbe conoscere molti, visti che sedeva su una poltrona Mps anche all' epoca di quei fatti. «Del precedente management sono stato l' unico, in disaccordo, che ha dato le dimissioni, andando via nel gennaio 2010, per poi essere richiamato il 20 settembre 2016», ha spiegato aggiungendo che «le mie dimissioni erano collegate al fatto che avevo manifestato fortemente disaccordo sull' operazione Alexandria (il derivato utilizzato per coprire l' indebitamento, ndr) . Avevamo notato che si voleva portare avanti un' operazione senza avere bisogno di doverla fare, perché c' erano strumenti in bilancio che non era necessario modificare», ha concluso Morelli.

 

MARIO DRAGHI ALLA BCE

Tra una battuta e l' altra, (Morelli ha infatti invitato i deputati presenti ad aprire un conto a Siena), l' ad si è anche tolto un enorme sasso dalla scarpa. Bce e Vigilanza Ue avrebbero imposto la cessione dei crediti deteriorati con modalità tali da porre la banca in una situazione negoziale estremamente debole. «Avendo il mercato a quel punto piena percezione della necessità di dover addivenire alla sottoscrizione di un contratto in tempi brevi», ha concluso. Tradotto, l' Ue avrebbe causato un' ulteriore svalutazione della banca. Dulcis in fundo, più di metà delle dichiarazioni sono state secretate. Compresa la lista dei 107 grandi debitori.

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)