codice nordio - poster by macondo carlo sergio mattarella

MATTARELLA HA STRIGLIATO NORDIO? – IERI IL CAPO DELLO STATO E IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA SI SONO INCONTRATI, UFFICIALMENTE PER PARLARE DEL GARANTE DEI DETENUTI. MA È SCONTATO CHE LA MUMMIA SICULA ABBIA PARLATO ANCHE DELL’ABOLIZIONE DEL REATO DI ABUSO D’UFFICIO, CHE VIOLA LE NORME EUROPEE – IL DOPPIO GIOCO DELLA MELONI, CHE PROMETTE A SUPER-SERGIO DI MODIFICARE IL DDL NORDIO, MA POI PERMETTE CHE IL CENTRODESTRA BOCCI LA DIRETTIVA UE ANTI-CORRUZIONE

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “la Stampa”

 

CARLO NORDIO SERGIO MATTARELLA

Dicono di guardare sul lungo periodo, che la riforma ha ancora tanto cammino da fare, che il Parlamento è sovrano e qualcosa potrebbe cambiare. Dicono, dentro Fratelli d'Italia, che la politica ha i suoi riti e i suoi passaggi. Solo così spiegano questo avvitamento improvviso, questo apparente ritorno alla linea più dura sull'abuso d'ufficio, quella che è la linea ufficiale di Carlo Nordio, quella che però, di fronte a Sergio Mattarella, Giorgia Meloni aveva smorzato.

 

[…] I fatti […] riflettono una strategia precisa di Meloni. Si parte così, si entra in Parlamento con il testo Nordio che prevede la cancellazione, sfidando l'Europa con un parere della commissione Affari Ue che rivendica il principio di sussidiarietà, molto caro da sempre alla premier, e che serve da messaggio a Bruxelles: l'Italia ha una legislazione anti-corruzione avanzatissima, facciamo a modo nostro. Poi si vedrà.

 

giorgia meloni carlo nordio

In realtà, FdI non ha chiuso alle modifiche. Nonostante i messaggi contraddittori della giornata di ieri. Prima ha votato – con il resto della coalizione di destra - a favore della delibera contro la Ue, subito dopo ha mandato precise garanzie al Colle. Una contraddizione che si spiega solo con una sorta di doppio gioco di Meloni. E che le fonti parlamentari del partito argomentano così: la presidente del Consiglio non può sconfessare un testo uscito dal Consiglio dei ministri, farlo significherebbe sconfessare il Cdm.

 

Non solo. Meloni […] intende chiarire a Bruxelles che ci sono temi su cui l'Italia può fare da sola, facendo leva di leggi che sono «già all'avanguardia». […] Ieri il Capo dello Stato si è visto con Nordio. Stando a fonti di governo, è stato per parlare del Garante dei detenuti. Difficile immaginare che i due non abbiano discusso anche dell'attualità e dei nodi sulla riforma della giustizia, a partire dall'abuso d'ufficio, proprio nel giorno in cui la destra ha votato contro la direttiva Ue.

 

CARLO NORDIO GIORGIA MELONI - FOTOMONTAGGIO IL FATTO QUOTIDIANO

I due la pensano diversamente. Nordio, giurista ed ex magistrato, è per la cancellazione del reato tanto odiato da sindaci e dagli amministratori pubblici. Mattarella, costituzionalista attento a evitare pasticci con l'Europa, è per mantenerlo, pur se modificato. Il presidente della Repubblica ha comunque ricevuto rassicurazioni da Meloni e a quelle si attiene. Sarà compito del Parlamento cambiare la norma, in una discussione aperta e franca in cui si manifesteranno le posizioni dei singoli partiti sull'abuso d'ufficio.

 

È evidente che l'intenzione dei fedelissimi di Meloni sia anche quella di smascherare l'asse ultragarantista che si è palesato in questi mesi tra Nordio e Forza Italia. E non si nasconde, sempre nel partito della premier, una certa malizia nell'ipotizzare una sconfessione parlamentare che suonerà come una sconfitta da cui il Guardasigilli dovrà trarre le conseguenze.

 

Al di là delle difese d'ufficio, i meloniani sono sempre più insofferenti alle esternazioni fuori linea di Nordio. Un paradosso, che si è rivelato tale sin dall'inizio, perché rispetto alla storia legalitaria di Fratelli d'Italia, il ministro è considerato un corpo estraneo.

 

GIORGIA MELONI CARLO NORDIO

Prova ne è la doppia strigliata in meno di 72 ore di Meloni a Nordio sul concorso esterno in associazione mafiosa (definito «evanescente» dal Guardasigilli), e dalla fatica che ha dovuto fare la premier per ricucire con il mondo antimafia proprio alla vigilia della commemorazione della strage di via D'Amelio. Per amore della propria biografia, costruita sul mito dell'impegno politico nato di fronte a quella tragedia del 19 luglio 1992, Meloni ha sconfessato il suo ministro. Ora potrebbe farlo anche il Parlamento. E potrebbe farlo sulla riforma che porta il suo nome.

nordio meloniGIORGIA MELONI - CARLO NORDIO - ILLUSTRAZIONE - IL FATTO QUOTIDIANOMATTARELLA NORDIO ERMINI

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