emmanuel macron maurizio belpietro

“A PARIGI CAMBIANO I PRESIDENTI, MA NON LE STREGHE CHE PUNTANO A TRASFORMARE IL NOSTRO PAESE IN UNA COLONIA FRANCESE” - MAURIZIO BELPIETRO: “È BASTATO POCO PER SCOPRIRE CHE IL TRATTATO DEL QUIRINALE È CARTA STRACCIA. ALTRO CHE ASSE FRA PARIGI E ROMA. DALL'ENERGIA ALLA POLITICA INDUSTRIALE, I NOSTRI CUGINI TRANSALPINI SONO INTENZIONATI A FAR DA SOLI, BADANDO ALLA PROPRIA CONVENIENZA. ANZI, SE C’È LA POSSIBILITÀ DI FREGARCI, LO FANNO VOLENTIERI…”

Maurizio Belpietro per “La Verità”

 

maurizio belpietro la verita

Vi ricordate il Trattato del Quirinale? Doveva essere la pietra miliare dei nuovi rapporti fra la Francia e il nostro Paese. Lo firmarono un anno fa Emmanuel Macron e Mario Draghi e aveva lo scopo di migliorare le relazioni franco-italiane su 11 materie, tra le quali le politiche migratorie. Beh, è bastato poco per scoprire che quel patto è carta straccia. Altro che asse fra Parigi e Roma da contrapporsi allo strapotere della Germania.

 

Le promesse sottoscritte in pompa magna dai due governi sotto l'occhio compiaciuto di Sergio Mattarella, erano un libro dei sogni destinato a restare tale e sono bastati pochi mesi per scoprirlo. Dall'energia alla politica industriale, i nostri cugini transalpini sono intenzionati a far da soli, badando alla propria convenienza. E non hanno alcuna voglia di coordinarsi con noi.

 

emmanuel macron giorgia meloni by edoardo baraldi

Anzi, se c'è la possibilità di fregarci, lo fanno volentieri. Non è un mistero che le compagnie petrolifere francesi cerchino ogni occasione per sabotare gli accordi fra l'Italia e i Paesi africani. La guerra che ai tempi di Nicolas Sarkozy fu scatenata contro Gheddafi aveva come obiettivo solo le forniture petrolifere e le manovre in Algeria contro l'Eni - che continuano tutt' oggi - hanno nel mirino il gas che importiamo. In pratica, a Parigi cambiano i presidenti, ma non le streghe che puntano a trasformare il nostro Paese in una colonia francese.

 

SARKOZY GHEDDAFI

Lo dimostra quanto accaduto con la Ocean Viking, una delle navi quotidianamente impegnate non a soccorrere i migranti, ma a trasbordarli da una costa (quella libica) all'altra (quella italiana). In barba all'articolo 4 del famoso Trattato del Colle, in cui le parti si impegnavano non soltanto a operare insieme per una riforma della politica migratoria, ma anche a tener conto della particolarità dei flussi migratori verso le rispettive frontiere, Parigi ha deciso di sospendere ogni trattativa con l'Italia sul tema dei rifugiati. Addirittura, la Francia si è rivolta all'Unione europea chiedendo di sospendere il ricollocamento dei migranti nei Paesi Ue.

 

macron alle antille con maschioni 3

Ad annunciarlo è stato il ministro dell'Interno transalpino, Gerald Darmanin, il quale ha comunicato la decisione del suo governo di sospendere con effetto immediato l'accoglienza di 3.500 rifugiati come rappresaglia per la mancata autorizzazione allo sbarco degli extracomunitari a bordo della Ocean Viking, nave di proprietà della Ong francese Sos Méditerranée.

 

In altre parole, siamo tornati ai bei tempi in cui i gendarmi di Parigi fermavano i migranti arrestati nel loro territorio e, senza dire nulla alle autorità italiane, li scaricavano fra i boschi di qua dal confine. Dunque, a meno di un anno il trattato del Quirinale si rivela una grande bufala o, se preferite, una grande fregatura, perché i francesi si sono presi ciò che di buono conteneva per i loro affari e poi lo hanno mandato all'aria in base alla loro convenienza.

 

GIORGIA MELONI EMMANUEL MACRON

Oltre a ripercussioni internazionali, la faccenda ha anche risvolti molto nazionali perché, come era facile immaginare, la sinistra non vedeva l'ora di inzuppare il pane in una grana europea per poter accusare il governo di isolare il nostro Paese all'interno dell'Unione. In realtà, la vicenda è tutta francese, perché Emmanuel Macron, dopo una serie di episodi criminali che vedono coinvolti migranti che avrebbero dovuto essere espulsi (a Parigi una bambina è stata sgozzata da una donna algerina con permesso scaduto e raggiunta da un decreto di allontanamento), è sotto accusa e ad approfittarne, più che l'opposizione, è il suo ministro dell'Interno, il quale non vede l'ora di prenderne il posto all'Eliseo. Insomma, quella francese è anche una faida politica tutta in salsa transalpina.

 

maurizio belpietro sulla terrazza dell atlante star hotel (2)

Anzi, una specie di regolamento di conti fra falchi e colombe. A maggior ragione, le forze politiche del nostro Paese dovrebbero fare fronte comune, ma se il principale partito della sinistra è guidato da un signore come Enrico Letta, che è più sensibile al richiamo parigino che a quello della nostra Patria (infatti non vede l'ora di traslocare), che patto di unità nazionale volete che sia siglato? Il cuore del Pd batte per i francesi, mica per gli italiani: per questo spalancano le porte agli immigrati.

 

VIGNETTA ELLEKAPPA - SALVINI MELONI E IL CASO OCEAN VIKINGgerald darmaninocean vikingmaurizio belpietro intervistato

Ultimi Dagoreport

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?