MAZZETTA NERA! - IL GIALLO DEI FILOBUS FA VIOLA GLI ALE-DANNO BOYS - DOPO AVER FATTO CAMPAGNA NEL 2008 CONTRO I “FILOBUS DI VELTRONI, SPRECO DI MILIONI”, POCHI MESI DOPO ALEMANNO SI PRECIPITA A FAR ASSEGNARE L’APPALTO DA 40 MILIONI ALLA BREDA BY FINMECCANICA - MA I LAVORI SONO IN RITARDO DI ANNI, ANCORA NON C’È NEMMENO IL TRACCIATO. L’UNICO ACQUISTO GIÀ PAGATO E IMPACCHETTATO SONO PROPRIO I FILOBUS, FERMI NEI DEPOSITI E ORMAI INVECCHIATI…

Mauro Favale e Maria Elena Vincenzi per "La Repubblica"

Ci sono i tempi biblici per la realizzazione di un'opera che doveva essere pronta già da dicembre 2011. Ci sono 45 filobus costati 20 milioni di euro e pagati per oltre la metà, parcheggiati in parte in un deposito di Bologna e in parte a Pilsen, Repubblica Ceca. Ci sono i disagi per i cittadini della capitale che da anni affrontano i cantieri del "corridoio Laurentina".

E, soprattutto, c'è un'inchiesta che sta facendo tremare il Campidoglio: un "pentito" che chiama in causa «la segreteria di Alemanno» e presunte mazzette che coinvolgono uno degli uomini più fidati del sindaco di Roma, quel Riccardo Mancini che curò la raccolta fondi della sua campagna elettorale nel 2008 e che domani verrà sentito dal pm per la prima volta. Sono questi gli ingredienti di uno scandalo sul quale sta indagando la magistratura, denunciato da anni da cittadini e comitati di quartiere e che rischia di decidere le sorti della prossima campagna elettorale.

I TEMPI DELL'OPERAZIONE
Il primo cittadino da due giorni nega qualsiasi coinvolgimento. Eppure è costretto ad ammettere due cose: la prima è chela richiesta di subappalto alla Breda Menarini per i filobus è datata luglio 2009, un anno e due mesi dopo il suo insediamento e un mese dopo la conversazione via Skype tra Roberto Ceraudo (ad dell'azienda bolognese costruttrice di bus, in carcere da una settimana) ed Edoardo D'Incà Levis (l'imprenditore "pentito") in cui il primo avverte il secondo che «la politica vuole ancora soldi».

Affermazione che, durante l'interrogatorio di garanzia, D'Incà precisa: «Ceraudo fece riferimento alla "segreteria di Alemanno"». La seconda ammissione del sindaco riguarda, invece, l'ennesimo slittamento dei lavori: il corridoio «dovrebbe essere completato per agosto/ settembre prossimi». L'ultimo termine, un anno fa, era fissato a marzo 2013. Altri 6 mesi per realizzare solo la prima tranche dell'opera, 5 km e mezzo sui 35 complessivi di un appalto che vale 107 milioni di euro.

I SOSPETTI DEI MAGISTRATI Tempi lunghi che stridono con la velocità con la quale, invece, sono stati acquistati i filobus appoggiandosi anche alla Skoda. Circostanza che insospettisce il gip Stefano Aprile che, nell'ordinanza d'arresto di D'Incà, scrive: «Appare di difficile comprensione la ragione per cui Breda, potendo acquisire la fornitura da Ansaldo (appartenente allo stesso gruppo Finmeccanica) abbia deciso di rivolgersi a Skoda, gravandosi del pagamento ingiustificato di una commissione pari a un quarto delle perdite accumulate sull'affare (la commissione pattuita per D'Incà Levis era di un milione di euro)». Il giudice non è il solo a nutrire qualche dubbio.

«È come se, prima ancora di costruire una casa e di scavare le fondamenta, mi comprassi il divano», ragiona un inquirente. Di "divani", in questa vicenda, ne sono stati acquistati 45, pagati già per oltre la metà: 31 di questi filobus che Alemanno definisce «assolutamente all'avanguardia», sono parcheggiati a Bologna e a Roma arriveranno solo dopo la realizzazione di un deposito ad hoc. Gli altri 14, invece, vengono ancora testati in Repubblica Ceca. E questo, prima ancora che sia stato elettrificato il tratto da Laurentina a Tor Pagnotta.

LA RABBIA DEI CITTADINI
«Ma sono già vecchi di due anni», afferma Cristina Lattanzi, esponente del Comitato salute ambiente Eur e del Coordinamento Città Storica che da anni si batte contro un'opera 
«inutilmente dispendiosa. Già ai tempi di Veltroni facemmo ricorso al Tar. Poi, quando nel 2008 la gara fu sospesa, cantammo vittoria».

Già, perché il bando sul quale Alemanno afferma di «non aver avuto alcuna influenza», venne bloccato a fine maggio 2008, uno dei primi atti dell'amministrazione di centrodestra. Una sospensione che, secondo il Campidoglio, servì per «discutere l'opera con la municipalità» e che durò 4 mesi. Poi la gara venne fatta ripartire e si concluse il 20 novembre con l'aggiudicazione da parte di un'Ati composta da De Sanctis costruzioni, Monaco spa, Azienda Trasporti Milanese spa e Cieg Engineering srl. Una decisa inversione di rotta rispetto a una campagna elettorale condotta contro quel "corridoio".

All'Eur, sono in tanti a ricordare alcuni manifesti del 2008: "Filobus di Veltroni, spreco di milioni". Ora, 4 anni e mezzo dopo, Alemanno si trova chiamato in causa in una vicenda che vede il suo fedelissimo Mancini accusato dal pm Paolo Ielo, di essersi intascato 500mila euro circa per "propiziare" quel subappalto. Strano scherzo del destino per chi, prima di diventare sindaco, proprio per quell'opera gridava allo "sperpero".

 

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